Don Goccini non è nuovo a dichiarazioni provocatorie, ma stavolta ci ha tenuto a ribadire di essere stato serissimo quando ha detto che non celebrerà la Comunione ai ragazzi della sua parrocchia se dovessero ricevere in regalo uno smartphone. Non che il sacerdote sia contro la tecnologia, ma ci tiene che ai giovani sia insegnata l’importanza di ‘costruire relazioni autentiche’.
In un’intervista al Resto del Carlino, Giordano Goccini, parroco di Novellara, nel Reggiano, spiega meglio il suo ragionamento: “il problema non è la tecnologia, perché il mondo deve andare avanti, ma è necessario educare i ragazzi rispettando i loro tempi. La Comunione deve essere celebrata con una certa semplicità – ha detto il sacerdote – e invece ho l’impressione che quando si esagera con la cornice il quadro non sia granché.
“E poi noi adulti – ha aggiunto don Goccini – non ci rendiamo conto della mancanza di educazione che c’è. Dobbiamo insegnare ai ragazzi il senso del limite. Lo smartphone è proprio la tentazione di essere illimitati, di poter comunicare con tutti”. Per non parlare delle mamme che ‘comunicano’ ansia ai piccoli, volendoli sempre avere sotto controllo, appunto tramite il cellulare.
E ancora: ”Bisognerebbe dare meno importanza ai regali, ai vestiti e ai pranzi. Sono molto preoccupato perché (i genitori, ndr) non stiamo insegnando ai ragazzi il significato del limite. Mi piace usare una metafora: come nel curling ci sono due giocatori con le spazzole che cercano di lustrare il ghiaccio facendo scivolare lo stone più velocemente, vedo tanti genitori che cercano di ‘lisciare’ il cammino dei loro figli, in modo che sia senza asperità. Mi arrabbio anche quando vedo che i papà tolgono gli zaini ai loro bambini all’uscita da scuola: per me è un atto di violenza inaudita”.
Per risolvere il problema il primo passo è dire no “Perché i ‘no’ aiutano a crescere i ragazzi. Non bisogna spostare le righe di un campo da calcio. Quando la palla le oltrepassa, è fuori. Punto. Ecco cosa dobbiamo far capire. Altrimenti creiamo mostri. Ciò che mi chiedo è: se il primo diniego lo ricevono a 15 anni, magari da una ragazzina che non è innamorata di loro, cosa succede? La picchiano perché non sanno comportarsi di fronte a un rifiuto? Ecco, non dobbiamo permetterlo”.
Il momento della comunione è, per molti bambini, l’opportunità di chiedere un regalo ai genitori, il più delle volte questo regalo è uno smartphone. E Don Goccini evidenzia che non è questo il momento per avere in mano un oggetto del genere: “A 10-11 anni non è il momento giusto per avere un telefonino. A quell’età i ragazzi devono imparare l’arte della relazione e non passare le giornate chiusi in camera a chattare su whatsapp nei vari gruppi. Meglio una vacanza o un weekend insieme, che sia in una città o che sia a Gardaland. Perché vivere emozioni in prima persona e non attraverso uno schermo non si può comprare con un click su Amazon…”.
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