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No Tav o terroristi? L’interrogativo torna a far discutere nei giorni in cui si ritorna a parlare delle proteste degli attivisti, che da anni si battono contro la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione. In particolare è stata annullata con rinvio dalla Cassazione l’ordinanza attraverso la quale era stata convalidata la custodia cautelare per 4 persone accusate di terrorismo. L’accusa è relativa all’azione dimostrativa che si è svolta il 14 maggio del 2013 con un attentato al cantiere di Chiomonte. E’ stato accolto dalla Cassazione il ricorso degli avvocati Claudio Novaro e Giuseppe Pelazza, anche se al momento i 4 attivisti (Niccolò Blasi, Mattia Zanotti, Claudio Alberto e Chiara Zenobi) rimangono in carcere.
Da molto tempo si discute di come possano essere considerate le azioni degli attivisti No Tav. Si tratta di semplici proteste messe in atto da alcuni cittadini critici nei confronti della realizzazione dell’infrastruttura oppure gli atti commessi nel corso degli ultimi anni possono essere visti come delle vere e proprie azioni di terrorismo? E’ difficile dirlo, anche perché molto spesso le azioni dimostrative dei manifestanti si risolvono con l’intervento delle forze dell’ordine e con dei disordini molto pesanti.
La condanna di Marco Bruno
Il No Tav Marco Bruno, soprannominato Pecorella, è stato condannato a quattro mesi di carcere. Era stato ripreso dalle telecamere mentre si rivolgeva con questo appellativo ad un carabiniere, nel corso di una protesta a Chianocco, lungo l’autostrada Torino-Bardonecchia. Il PM aveva chiesto sei mesi, perché ha messo in campo il reato di oltraggio a pubblico ufficiale. D’altro canto i difensori di Bruno avevano chiesto che fosse assolto. Il carabiniere a cui si era rivolto Bruno è Stefano Fadda, che all’epoca era in servizio in Val di Susa. Fadda è stato apostrofato con queste parole: “Che pecorella che sei, sai che sei proprio una bella pecorella, sei carino”. Il carabiniere è rimasto impassibile e non ha reagito alla provocazione e per questo ha ricevuto anche un encomio. La difesa di Marco Bruno ha sottolineato che in quell’occasione bisognava tener conto anche del contesto, costituito anche dalla caduta di Luca Abbà, che era avvenuta poche ore prima.
La manifestazione in solidarietà di Niccolò, Mattia, Claudio e Chiara
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Il blitz di Venaus
Una delle prime manifestazioni di protesta degli ultimi anni fu quella che coinvolse alcuni attivisti a Venaus. Le forze dell’ordine intervennero nella notte tra i 5 e il 6 dicembre 2005 nel presidio di Venaus, dove alcuni terreni furono occupati, in previsione dell’apertura dei cantieri. In quell’occasione rimasero feriti circa 20 manifestanti. Qualche giorno dopo 30.000 persone effettuarono una marcia di protesta contro lo sgombero di Venaus, che partì da Susa e che terminò proprio a Venaus. Qui gli attivisti tolsero le reti di recinzione e bloccarono l’inizio dei cantieri. La magistratura in seguito decise di mettere sotto sequestro queste aree, che furono abbandonate sia dai manifestanti che dall’impresa che doveva iniziare i lavori.
Le proteste del 2011
Nel 2011, in particolare nei mesi di giugno e luglio, furono messe in atto diverse proteste nei cantieri della Tav, che portarono ad alcuni scontri con la Polizia. Nel maggio 2011 fu messo a punto un presidio permanente nella località Maddalena a Chiomonte, nella zona in cui sarebbe stato realizzato un tunnel geognostico. In quel caso il blocco dei lavori sarebbe servito ad impedire al nostro Paese di ottenere degli appositi finanziamenti da parte dell’Europa. In quell’occasione circa 2500 poliziotti furono inviati nel presidio per lo sgombero e si verificò un duro scontro con i manifestanti, caratterizzato anche dall’uso di gas lacrimogeni e dal lancio di sassi contro la Polizia. A Bologna si verificò anche un’aggressione nei confronti di un’esponente della Lega Nord, Manes Bernardini. Il 26 gennaio 2012 furono arrestate 26 attivisti, che avrebbero effettuato diversi reati nel corso della manifestazione del 3 luglio, che si è svolta sempre a Chiomonte, alla quale parteciparono 60.000 persone e che fece registrare 200 feriti e 188 fra le forze dell’ordine.
Le proteste del 2012
Anche nel corso del 2012 si verificarono numerose proteste, in corrispondenza dell’inizio delle espropriazioni dei terreni nelle aree interessate dalla realizzazione del progetto. In quel periodo si verificò anche un fatto di cronaca molto grave: un manifestante, Luca Abbà, cadde da un traliccio dopo essere stato folgorato. L’attivista riportò diverse ferite gravi. Nel mese di febbraio furono messe in atto altre manifestazioni di protesta, con scontri con le forze dell’ordine in seguito all’occupazione di diverse autostrade. Sul progetto, però, non c’è stato nessun ripensamento da parte del Governo, che anche nel 2012 (con il Presidente del Consiglio Mario Monti) ribadì la volontà di andare avanti con i lavori.