Un atterraggio d’emergenza e la paura di non sopravvivere. Ma alla fine, Silvia ce l’ha fatta ed è riuscita anche a raccontare quello che le è accaduto: “Non ero certa di farcela”.
Parole forti ma che racchiudono la capacità ed il coraggio della pilota 22enne. Un racconto che mette i brividi di un atterraggio che lo è altrettanto.
Silvia: un incidente scampato
Lei si chiama Silvia De Bon e di mestiere fa la pilota. Un mestiere non facile ma che lei ha scelto e che con coraggio porta avanti. E con lo stesso coraggio, ma anche con un pizzico di fortuna, che racconta ciò che le è successo ed il suo atterraggio di emergenza a oltre 2000 metri di quota.
Cosa le è successo? Andiamo con ordine. Silvia pilotava un aereo da turismo e, a bordo con lei, c’erano anche il fratello e la fidanzata di quest’ultimo. Per motivi che non sono ancora del tutto chiari, il velivolo che la stessa Silvia stava pilotando, ha iniziato a perdere quota e velocità.
La paura nei suoi occhi, il pensiero che si sarebbe potuta schiantare da un momento all’altro, in particolare lungo il costone della montagna sulla catena del Lagorai. Le conseguenze sarebbero state drammatiche sia per lei, quanto anche per i passeggeri che aveva a bordo.
Ma ecco che il suo sangue freddo ha avuto la meglio e le è bastata una manovra, quella giusta e che sapeva poteva compiere, per permettere al suo velivolo di riuscire ad atterrare sulla neve, senza danni, neanche per chi era a bordo con lei. Lei stessa ed i passeggeri sono tutti usciti vivi ed illesi dall’aeroplano atterrato.
Un atterraggio difficile per il suo velivolo
Silvia è riuscita a far atterrare il suo mezzo in un posto dove, nel giro di poco tempo, gli uomini del Soccorso Alpino sono riusciti a raggiungerla e a metterla in salvo, portandoli a valle. “Ci avvicinavamo sempre di più alla montagna, e ho detto cosa faccio adesso” – ha raccontato la giovane pilota in un’intervista. Tutto sembrava perduto, quasi il destino fosse segnato.
Silvia pensava a diverse manovre da poter compiere, ma se solo una di queste fosse stata sbagliata, tutto sarebbe andato perduto e delle vite spezzate. “Ho pensato che la cosa più giusta da fare fosse continuare e provare a tenere l’aereo fino alla fine” – continua nella sua intervista al Tg Regione del Trentino. Da lì, la decisione di planare verso il basso e riuscire a “parcheggiare” il velivolo in un punto tale da poter permettere ai soccorritori di raggiungerli ed aiutarli.
Nell’impattare al suolo, ha però battuto la testa contro il vetro ed è rimasta ferita. Tanto da non ricordare cosa è successo dopo. L’arrivo in ospedale per poter esser curata, ma con un desiderio: una volta dimessa, poter tornare nuovamente a guidare un velivolo, nonostante la paura dell’incidente.
E’ stato grazie a suo fratello ed alla sua fidanzata che, sono usciti dal velivolo ed hanno subito chiamato il personale di soccorso anche per permettere a Silvia stessa di esser curata dopo la botta che aveva subito.