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“Non sto bene”: Giovanni Allevi rompe il silenzio sulle sue condizioni

Giovanni Allevi ha rotto il silenzio ed è tornato a parlare della sua malattia con il suo pubblico. Le sue parole, come sempre, sono state concise, dirette, taglienti. Un colpo al cuore.

Giovanni Allevi – Nanopress.it

Giovanni Allevi ha ammesso quali sono le sue vere condizioni di salute. Lo ha fatto senza mezzi termini, senza mezze misure. Ha ammesso quanto sia crudele la malattia che lo ha colpito, ma lo ha fatto con una dignità commovente. Ecco le sue parole.

Giovanni Allevi parla delle sue condizioni di salute

Circa otto mesi fa, Giovanni Allevi ha deciso di rompere il silenzio sulla sua malattia. Mieloma multiplo, scriveva all’epoca, un tumore rarissimo. Basti pensare che in Italia colpisce 6,6 uomini su 100.000 e 4,5 donne su 100.000. La causa precisa della malattia è oggi sconosciuta, ma pare che si manifesti più comunemente negli uomini (e questo è l’unico dato che combacia), negli adulti sopra i 60 anni – Allevi ne aveva 53 al momento della scoperta – e di colore (Allevi è caucasico). Eppure, nonostante tutto ciò, la malattia ha colpito proprio lui.

Ma cos’è esattamente il mieloma multiplo? Si tratta di un tumore delle plasmacellule – cellule specializzate nella produzione degli anticorpi o gammaglobuline – che si moltiplicano senza controllo nel midollo osseo, un tessuto spugnoso che si trova nella parte centrale di alcune ossa e ha il compito di produrre le cellule del sangue. Un’eccessiva produzione delle plasmacellule conduce quest’ultimo a espandersi al punto da causare fratture ossee in diverse parti del corpo. Sì, perché la malattia colpisce varie aree del corpo – da qui, il nome “multiplo” – tra cui la colonna vertebrale, il cranio, il bacino, le costole.

Ci troviamo davanti a una brutta bestia, quindi, letteralmente: non esiste un cura definitiva per questo tumore, esistono terapie in grado di tenerlo sotto controllo, di migliorare la qualità di vita e di alleviare eventualmente il dolore.

Giovanni Allevi – Nanopress.it

In questi mesi spesso Giovanni Allevi ha avvisato i suoi tantissimi followers delle sue condizioni di salute, in uno scambio equo di affetto ed emozioni. Adesso è tornato a parlare, anche se forse i suoi innumerevoli fan non avrebbero voluto sentire quelle parole.

Ecco le sue parole

“Come sto? Non bene”, così ha esordito Giovanni Allevi. Schietto, diretto, sincero, il pianista e compositore ha voluto parlare con il suo pubblico, lo stesso che non ha potuto incontrare in questi mesi a causa della malattia, ma che si è ritrovato comunque vicino, anche se “solo” virtualmente.

Il suo dialogo con i suoi fan continua poi così: “Questo periodo è forse il più difficile mai attraversato. Anche se la terapia sta facendo il suo lavoro, il mieloma mi ha lasciato delle fratture ossee in diverse parti del corpo, in particolare le vertebre, alcune delle quali sono inoperabili e resteranno doloranti forse per sempre”. Abbiamo parlato poco fa del motivo per cui questo accade: il tumore provoca le fratture e quello che si può fare in alcuni casi è solo alleviare il dolore e resistere.

Da qui, la sua considerazione: “Allora mi chiedo che cosa significhi combattere. Significa resistere al dolore fisico. Gli antichi greci dicevano “Io posseggo il dolore ma non ne sono posseduto”. Resistere quindi è la parola chiave. Da “re” (indietro) più “sistere” (fermarsi). Rimandare indietro quindi, letteralmente ed è quello che di fatto si deve fare quando si resiste a un dolore: lo si rimanda al mittente, si chiede per favore al proprio cervello di non accoglierlo, di renderlo sopportabile.

E poi ci sono i farmaci, croce e delizia di ogni malato oncologico. Sì, perché se da un lato curano – e sono indispensabili, sia chiaro – dall’altro alcuni hanno parecchi effetti collaterali. E c’è poco da fare, perché spesso questi ultimi sono difficili da tollerare. Nel caso di Allevi, forse il più spiacevole è il tremolio alle mani. Lui, un pianista, un compositore di fama internazionale, che delle sue mani ha fatto una professione, oggi si trova a non poterle tenere ferme. Eppure questo non sta bastando per fermarlo: “Una musica nuova invade la mia mente in modo impetuoso ed io non ne perdo una nota. Ora è dolce, ora folle ed incomprensibile, sognante e riflessiva, metafisica. Non vedo l’ora di farvela ascoltare”. 

E di sicuro anche i suoi fan non vedono l’ora di ascoltarla e di vederlo tornare alla ribalta, come prima, più di prima.

Anna Gaia Cavallo

Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura. A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista. Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.

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