È indagato per presunte molestie verso la compagna Luigi Sofo, uno dei medici che hanno assistito papa Francesco durante l’operazione al colon svolta dal pontefice nel luglio di quest’anno, al Policlinico Gemelli di Roma.
Il medico, 66 anni, esperto di chirurgia addominale, convive da circa 10 anni con una avvocata 48enne conosciuta nel 2007 dopo un ricovero di quest’ultima allo stesso ospedale Gemelli.
Secondo l’accusa, Sofo si sarebbe dimostrato spesso violento e prevaricatore verso la donna, svilendola in più occasioni e dimostrando su di lei un senso di superiorità forse derivantegli dalla affermata posizione sociale e lavorativa. “Non vali nulla”, “Sei uno zero sociale” sarebbero alcune delle frasi esemplificative della condotta, neanche troppo celata, con cui il medico pare si rivolgesse alla ormai ex-compagna.
In quello che appare purtroppo l’ennesimo esempio di maschio-alfismo e struttura patriarcale di coppia, l’uomo avrebbe più volte “hackerato” il computer dell’avvocata per controllarne la corrispondenza, il tutto condito da quella gelosia reificante, che troppo spesso si maschera quale attaccamento amoroso e amorevole, per la quale alla malcapitata non è concessa altra frequentazione tranne che quella col partner.
L’accusa riporta inoltre la presenza di episodi di violenze fisiche, in particolare emergono due casi: il primo durante una cena di Natale, nella quale la donna è stata più volte colpita in testa come punizione per aver rotto un piatto del servizio di famiglia, quello “buono”, per le grandi occasioni.
Un’onta che non poteva restare impunita e che avrebbe costretto il pater familias Sofo a prendere provvedimenti correttivi vecchia maniera, attraverso una sana ed educativa dose di “ceffoni” sulla testa dell’avvocata.
Il secondo momento riguarderebbe una lite, dove il medico avrebbe fatto valere il suo punto di vista mordendo alla schiena la compagna per poi colpirla con l’ausilio di una scarpa. Dopo tale avvenimento è stata la stessa avvocata a sporgere una prima denuncia, poi ritirata nel tentativo di recuperare l’idillio dei primi tempi della relazione.
Una scelta che molto spesso è compiuta da donne maltrattate che tuttavia, in nome di un amore che sono convinte esserci anche se espresso in modo scorretto, decidono di soprassedere alle limitazioni quotidiane nelle scelte di vita, nonché troppo spesso nella stessa libertà e salvaguardia del proprio corpo.
Eppure non è questo il caso: difatti l’ex paziente del medico 66enne, vista la spirale di episodi prevaricativi e violenti, ha convenuto di porre fine alla relazione decennale e di denunciare il compagno.
Si attende ora lo svolgersi dell’indagine per appurare l’effettiva veridicità dei fatti e chiarificare così l’eventuale posizione del chirurgo del Gemelli, uno dei medici che ha seguito il Papa.
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