Il danneggiamento del gasdotto Nord Stream collocato nel mar Baltico ha dato il via ad un’indagine che ha portato alla luce particolari molto più nitidi in merito al guasto.
Le indagini sono partite immediatamente dopo la notizia che ha cominciato a circolare del guasto all’impianto dato che si tratta di un gasdotto fondamentale per l’Europa. La struttura è russa e nonostante la Russia si sia sempre dichiarata estranea ai fatti accaduti alcuni tecnici hanno capito subito che il danno è stato causato dall’interno.
L’attacco al gasdotto Nord Stream ha segnato il passaggio del conflitto Russia Ucraina ad un altro livello. L’arma energetica è diventata una realtà concreta ed utilizzata costantemente, ma questo sabotaggio ha ampliato il malcontento nei rapporti internazionali.
Trovandosi nelle acque del Mar Baltico sia Svezia che Norvegia si sono interessate immediatamente per capire quale sia stata la causa scatenante del guasto. Oltre ad aver messo a rischio la zona e aver potuto generare una catastrofe il danneggiamento del gasdotto non ha influito sulle prestazioni effettive dell’impianto, ma solo perché il Nord Stream 2 non è mai stato messo in funzione, e il Nord Stream 1 era stato chiuso proprio a inizio settembre.
Il giornale Espressen ha pubblicato i video delle indagini subacquee che hanno evidenziato deformazioni e danni ingenti nei tubi dell’impianto. La polizia di Copenaghen ha precisato che “i danni ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 nella zona economica esclusiva danese sono stati causati da potenti esplosioni”.
I tecnici della Blueye Robotics hanno analizzato tramite un drone subacqueo le parti dei gasdotti che sono effettivamente esito di esplosioni. Su questa vicenda si sono mosse tutte le autorità europee ed internazionali.
Gli esiti che sono emersi dal sopralluogo effettuato a circa 76-78 metri sotto al livello del mare e parlano di un chiaro sabotaggio. Non sono uscite ulteriori informazioni in merito a chi può aver commesso il sabotaggio e soprattutto sul come.
Mosca ha reagito duramente alle notizie che sono trapelate in merito a Nord Stream. Il portavoce del Cremlino Peskov ha affermato: “L’indagine sul sabotaggio al gasdotto Nord Stream a porte chiuse senza la Russia è deplorevole”.
Il politico russo ha riferito all’agenzia Tass e ha fatto presente anche la grande indignazione sul fatto che gli approfondimenti siano stati fatti senza prendere in causa la Russia. Il Cremlino pensa che le indagini siano pilotate in modo da gettare cattiva luce sulla Russia.
Putin non ha visto di buon occhio le accuse lanciate dai media e, anzi, sembra che provi gusto nel far credere di essere preso di mira. Condizione nella quale il capo di stato russo potrebbe, secondo i media, trarre popolarità maggiore in territorio russo.
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