Stando alle dichiarazioni dei redditi pubblicate sul sito del governo (e della Camera), il ministro più “ricco” dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è Carlo Nordio, il ministro della Giustizia finito nel tritacarne per le sue esternazioni su intercettazioni e magistrati, suoi ex colleghi. Il più “povero”, invece, è Raffaele Fitto, che ha dichiarato per il 2021 poco più di 3mila euro, ma il suo reddito non è così basso, semplicemente, dicono fonti a lui vicine, dichiarava a Bruxelles, essendo un eurodeputato, e non in Italia.
In linea di massima, tutti si attestano intorno ai 100mila euro fatturati, con la premier e leader di Fratelli d’Italia che va oltre la media, e neanche di poco. I dati sono ancora parziali, perché non tutti hanno comunicato i loro redditi, e si deve anche considerare che non tutti, e il Guardasigilli rientra in questa casistica, erano parlamentari prima del 25 settembre, e conta sì. Ma i nostri ministri, Roberto Calderoli in particolare, hanno una passione per le auto d’epoca.
La legge non dà scampo ai politici, e neanche ai membri del governo, tenuti tutti a rendere noti i loro redditi. Se è difficile arrivare ai livelli di Giulio Tremonti, il più ricco dei deputati della XIX legislatura, per lo meno stando alle dichiarazioni presenti sul sito della Camera, pensare che i ministri vivano in condizioni di povertà è altrettanto impensabile.
E quindi, tra i Paperoni dell’esecutivo di centrodestra, spunta Carlo Nordio, il titolare del dicastero di via Arenula che, in questi ultimi tempi, è al centro di un dibattito non da poco sulle pagine dei giorni e anche tra le forze di maggioranza. Le sue parole su intercettazioni e, ancora di più, sulla magistratura non sono piaciute neanche a Giorgia Meloni, che tanto l’ha voluto come Guardasigilli, ma il sereno tornerà. Il ministro della Giustizia nel 2021 aveva un imponibile di 232.438 euro, molto più alto della media dei suoi colleghi (a Palazzo Chigi), anche se qualcuno a tallonarlo c’è.
Per esempio, c’è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che dichiarava 227.750 euro, o il ministro per l’Istruzione, Giuseppe Valditara, che stacca per poco più di 22mila (che poi sarebbe anche il reddito medio di una persona “normale”), o Gennaro Sangiuliano, il ministro della Cultura che prima delle politiche era il direttore del tg di Rai2, e che per il 2021 dichiarava 204.780 euro.
E non aveva bisogno dei soldi da membro del governo neanche Andrea Abodi, il titolare del ministero dello Sport e dei Giovani con un passato come manager sportivo, ovviamente, e che è stato richiamato dalla premier a Roma quando si pensava a lui per le Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026. Ecco, il successore di Valentina Vezzali ha dichiarato nel 2021 175mila euro e rotti, poco più della ministra del Lavoro e delle Politiche, Marina Elvira Calderone, il cui reddito era di 166.433 euro.
Poi c’è Meloni, con i suoi 152mila euro, che si pone quasi nel mezzo, e che ha rinunciato al suo stipendio da prima presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana per tenere quello da deputata. Dopo di lei, c’è Roberto Calderoli, il ministro per gli Affari regionali e l’Autonomia (e che proprio a questo dossier sta lavorando), il leghista ha dichiarato per il 2021 147.077 euro, e l’ex capogruppo di Forza Italia al Senato, ora a capo del ministero dell’Università, Anna Maria Bernini, con i suoi 121.987 euro.
Nella media dei 100mila euro rientrano il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, che aveva un imponibile di 105.497 euro, la ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che arriva a poco meno di 105mila, meglio andavano le cose a Matteo Salvini, vicepremier e titolare del Mit, nonché leader del Carroccio, che per il 2021 ha dichiarato 115.882 euro.
Al di sotto, invece, ci sono sei esponenti della squadra di governo, e sono Paolo Zangrillo, il ministro della Funzione pubblica, che si ferma ad appena (si fa per dire) 98.471 euro, Francesco Lollobrigida, quello dell’Agricoltura, a 99.982 euro, Luca Ciriani, quello dei Rapporti con il Parlamento, a 94.540 euro. Ma anche Antonio Tajani, Eugenia Roccella e Raffaele Fitto.
Per quanto riguarda il coordinatore forzista, che nell’esecutivo riveste il ruolo di vicepremier e di titolare della Farnesina, è arrivato nel 2021 a 54mila 434 euro, la ministra per la Famiglia, invece, a 47mila 690 euro, e infine l’ex governatore della Puglia, attuale ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, è arrivato a malapena a 3638 euro, ma, hanno spiegato dal suo entourage, non è una truffa, piuttosto il suo reddito da europarlamentare uscente è tassato direttamente alla fonte, ovvero a Bruxelles.
Oltre ai redditi, i ministri hanno il dovere e l’obbligo anche di rendere noto il loro patrimonio immobiliare e anche il loro parco auto, che conta pezzi di assoluto prestigio. Se per le case, Bernini e Fitto non hanno eguali con 18 immobili a testa, Calderoli vince la partita delle macchine di lusso.
Il membro della Lega, infatti, risulta comproprietario al 50% del modello più esclusivo della Cisitalia, casa automobilistica del torinese chiusa nel 1963, una spider Nuvolari, la mitica 202 SMM con cui il pilota Tazio Nuvolari fu protagonista nel 1947 della Millemiglia. Non solo, però, perché tra le macchine d’epoca del ministro per gli Affari regionali c’è anche una vecchia Cinquecento del ’63, una Mini del 2009 e una moto Bmw del 2006 con tanto di “carrello porta moto” Ellebi del 2011. L’ex eurodeputato ha una Jaguar retrò del 1986, mentre Valditara ha a disposizione tre tedesche: una Tiguan della Volkswagen, un’Audi A1 e una Mercedes Già 200 D.
Ovvio, c’è anche chi ha optato per la comodità, soprattutto per spostarsi in città, e anche chi ha preferito noleggiare a lungo termine una Stelvio, il suv di punta dell’Alfa Romeo, come Lollobrigida e Ciriani.
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