Il ministero della Giustizia ha avviato un procedimento disciplinare contro i giudici per il caso di Artem Uss.
L’imprenditore 40enne russo era ai domiciliari dal novembre del 2022 per aver cercato di rubare tecnologia militare statunitense e altri reati, violando le sanzioni internazionali. Evaso nel pomeriggio del 22 marzo scorso, ora di lui non ‘è traccia e Carlo Nordio non è di certo rimasto a guardare e intende prendere in mano la situazione e valutare il comportamento die giudici che dovevano sorvegliare il criminale nell’abitazione milanese dove era recluso.
Procedimento disciplinare contro i giudici del caso Artem Uss
I giudici della Corte d’Appello di Milano sono finiti sotto il mirino del ministero della Giustizia, che ha avviato un’azione disciplinare con lo scopo di analizzare l’operato nell’ambito dell’evasione di Artem Uss.
L’imprenditore russo è accusato di diversi reati, in particolare di aver rifornito illegalmente l’esercito russo di armi e munizioni per la guerra in corso. Arrestato a Malpensa, era ai domiciliari a Milano, dai quali è evaso e ora Carlo Nordio parla di negligenza verso chi doveva controllarlo.
Come riportato da Corriere della Sera e Repubblica, il ministro accusa i 3 giudici di aver deciso per i domiciliari senza considerare alcune circostanze che invece erano state valutate dalla Procura generale di Milano, contraria a questa opzione.
Queste avrebbero potuto portare tranquillamente al carcere ordinario. In sostanza l’accusa del ministro della Giustizia è quella di non aver valutato elementi dai quali si evinceva che c’era un concreto pericolo di fuga. Gli uffici della giustizia americana avevano avvertito i colleghi italiani che c’era questa eventualità e ora quel monito risuona come un rimpianto terribile.
Artem Uss stava scontando la pena in un complesso a Borgo di Vione, un lussuoso appartamento ristrutturato che si trova a Basiglio, affittato dalla moglie Maria. Nell’ordinanza che concedeva i domiciliari in questa residenza di sua proprietà, si legge che i giudici sapevano del pericolo di fuga ma pensavano di arginarlo con il braccialetto elettronico. Proprio in questa decisione il ministro ravvisa una grave negligenza. Sia il Ministero, sia il Dipartimento della Giustizia statunitense avevano sollecitato il mantenimento della misura del carcere.
Domani alle 14 ci sarà una seduta alla Camera dove è prevista un’informativa urgente del Governo su questa vicenda e chiaramente sarà presente anche Nordio.
L’arresto di Artem Uss e le accuse
Artem Uss, figlio di un governatore russo, era stato arrestato a Malpensa con un ordine di cattura internazionale emesso da New York. L’uomo doveva essere estradato negli Stati Uniti ma il 22 marzo è evaso dai domiciliari dove era stato posto a Milano.
Ha rotto il braccialetto elettronico e ora di lui non c’è più traccia. Mentre il ministro Nordio accusa i giudici di negligenza, i carabinieri stanno lavorando per ricostruire i movimenti delle ultime settimane e trovare l’uomo che il 17 ottobre scorso era stato fermato appunto nell’aeroporto milanese. L’imprenditore russo, figlio del governatore della regione siberiana, era finito nel mirino dell’autorità giudiziaria di New York dalla fine di settembre e poi appunto la Corte d’Appello di Milano aveva concesso l’estradizione in America.
In attesa del provvedimento dei giudici, ha pensato di evadere dall’abitazione dove stava scontando la pena per l’accusa di tentato raggiro delle sanzioni internazionali attraverso una società di comodo. Artem Uss faceva parte di una rete globale che tentava di evadere le sanzioni che stanno colpendo gli uomini vicini a Putin dopo che questo ha invaso l’Ucraina, ma anche di riciclare denaro sporco.
Secondo l’Fbi gli indagati hanno cercato di nascondere il furto di strumentazione tecnologica militare statunitense, traendo profitto dal mercato nero del petrolio. Nei confronti di Uss, la giustizia americana ha formalizzato 12 capi d’accusa che lo vedono coinvolto con altre 4 persone, fra i quali anche frode bancaria. Il gruppo faceva parte di una società con sede ad Amburgo che si procurava tecnologie militari come aerei da combattimento e sistemi missilistici, per poi spedirli a clienti russi che li usavano per la difesa del Cremlino nella guerra. A condurre le indagini è stata la Procura di Brooklyn, che ha evidenziato anche che la stessa società è stata usata per contrabbandare milioni di barili di petrolio dal Venezuela.
Tuttavia secondo la difesa dell’imprenditore russo, l’arresto sarebbe solo una mossa degli Stati Uniti per uno scambio di prigionieri, in effetti Uss si è sempre dichiarato innocente e aveva chiesto più volte l’estradizione in Russia. Se venisse processato negli Usa infatti rischierebbe 30 anni di carcere.
Ora la priorità è rintracciarlo e di certo dopo questo gesto la sua posizione si è aggravata di più perché si è reso latitante.