Nel frastuono della voce registrata di Berlusconi, che riapre perplessità gravi per possibili influenze russe, Forza Italia non desiste sui suoi nomi per i dicasteri e chiederebbe ancora Casellati come guardasigilli. Carlo Nordio intanto ha fatto visita a Silvio Berlusconi trovando però condivisioni sulla riforma della giustizia.
C’è una certa concitazione che vibra da un po’ nei palazzi della Politica della capitale. Il riserbo sulla squadra di governo, che giurerà presto nelle mani di Mattarella, è in realtà massimo. Le breaking news dell’ultima ora, però parlano ancora di una esitazione sul ministero della Giustizia. Esitazione che si combina fra i nomi di Carlo Nordio ed Elisabetta Casellati. Lui in forza a Fratelli d’Italia ed ex magistrato arrivato in via della Scrofa nel 2022, l’altra in Forza Italia ed ex presidente del Senato. Uno dei due prenderà il posto di via Arenula ricevendo il testimone da Marta Cartabia.
Entrambi, spiegano gli analisti, avrebbero idee simili: sulla magistratura, la legge Severino e l’immunità parlamentare, per citarne alcune. D’altro canto questa potenziale apertura di Fdi che potrebbe lasciare il ministero della Giustizia a Berlusconi, suscita non poche perplessità. Storicamente Berlusconi si è scelto sempre guardasigilli molto fedeli. Uno su tutti è stato Angelino Alfano, noto per il Lodo Alfano e alcune leggi ad personam. E con un Berlusconi sul quale pende ancora un processo grosso in corso e aziende di famiglia golose di favori, la Casellati cascherebbe a fagiolo sempre pronta a difenderlo come è. Fu lei, a suo tempo, a dire che Ruby “era la nipote di Mubarak”, soltanto per dirne una.
Le indiscrezioni che circolano in queste ore parlano comunque di una netta disponibilità dei due candidati, Nordio e Casellati, ad accogliere serenamente le “decisioni dei leader”, decisioni che prima o poi verrano svelate. Carlo Nordio, a proposito di una sua eventuale candidatura, ha detto oggi ad AdnKronos: “Sarebbe un onore per un giurista come me”.
Ieri Silvio Berlusconi nel suo caleidoscopio informativo attraverso il quale ormai si può osservare di tutto e di più, aveva messo in chiaro che Meloni era ok per insediare Casellati alla giustizia. Però il Cavaliere, oggi, nella sua residenza romana, ha incontrato Carlo Nordio, il quale poi ha dichiarato alle agenzie che conferma la sua disponibilità ad assumere il ruolo di guardasigilli e, di più, ha spiegato come “Berlusconi condivide le sue idee sulla riforma della giustizia”.
Più cauta la Casellati, che forse impara qualcosa dal baccano che si è creato intorno a Licia Ronzulli, alla quale, poi, non andrebbe nessun dicastero. Maria Elisabetta Alberti Casellati ha detto chiaro: “Non partecipo a nessuna trattativa, decideranno i leader del centrodestra e io mi atterrò alle loro decisioni”, punto.
Quanto alla squadra dei ministri bisognerà far sbollire le acque, o meglio il vin brule’ di Lambrusco, perché ora come ora, per esempio, sparare fuori il nome di Tajani agli Esteri sarebbe un azzardo. Gli azzurri soffrono ma non demordono e su Tajani, che fra l’altro al Ppe ha dovuto fare il capro espiatorio delle colpe di Silvio, ci sperano ancora. Tuttavia, come confermato da altri documenti audio circolati in queste ore: nella mente di Silvio la bandiera russa c’è ancora.
La slot machine dei nomi per i dicasteri gira poi su Gilberto Pichetto Fratin, al quale andrebbe la Transizione ecologica. Per il ministero dell’Università ci sarebbero, sempre in quota Forza Italia, Annamaria Bernini e la deputata Gloria Saccani Jotti.
A Fratelli d’Italia andrebbero altri ministeri: all’Agricoltura ci sarebbe Roberto Berutti oppure, forse, Francesco Lollobrigida, che di conseguenza lascerebbe il ruolo di capogruppo alla Camera. Al Mise si prevede Guido Crosetto, mentre non cambiano i pronostici per Raffaele Fitto agli Affari europei, dove parrebbe confermato. Come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, sembra invece ormai certo Giovambattista Fazzolari.
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