Carlo Nordio prepara le misure per ridurre l’uso delle intercettazioni: possibile proposta in cdm di lunedì per ridurle negli spazi di casa.
Il ministro Carlo Nordio prepara in cdm il prossimo lunedì nuove norme per ridurre gli ascolti delle intercettazioni, mentre fonti del ministero pare abbiano comunicato una frenata al riguardo. La riunione è andata in corso sul tema oggi in sede del ministero della Giustizia, anche se è pronta la lotta in Camera sull’eventuale decreto.
Stretta sulle intercettazioni: Carlo Nordio verso la riduzione degli ascolti in casa
Dure le critiche alla proposta di Carlo Nordio che il ministro è pronto – secondo quanto si apprende – a proporre in cdm il prossimo lunedì. Lo rende noto Repubblica, che durante commenta “nemmeno ai tempi di Berlusconi”. Il governo si starebbe schierando contro le intercettazioni, nonostante le polemiche e gli avvisi da parte del mondo della Giustizia. Ultimo quello del responsabile Giustizia della Lega Giulia Bongiorno, che ha chiamato le intercettazioni indispensabili. Non lo sembrano però per Nordio, il quale sarebbe deciso – non ne ha fatto mistero in passato – di ridurne l’uso.
Fonti del ministero da Roma però frenano, come riportato ancora dal quotidiano di via Cristoforo Colombo: “Nessuna stretta in arrivo in cdm, il ministro ha seguito con interesse i lavori della Commissione presieduta da Giulia Bongiorno, all’esito di questi lavori verranno concordate le future iniziative di riforma“.
Intanto dopo la riunione della maggioranza, Forza Italia e Azione starebbero alla Camera facendo a gomitate per presentare emendamenti contro la microspia Trojan in particolare. Si parla di un decreto legge, con proposte ai limiti dell’inammissibile, che però dovrebbero trovare comunque alla fine luce rossa dal Quirinale – qualora la destra grazie ai numeri riuscisse a forzarle.
Quattro le azioni disciplinari annunciate alla Camera nella giornata di ieri da parte di Nordio, il quale ha fatto riferimento a quattro magistrati che a sua detta avrebbero violato delle norme sulla presunzione di innocenza, insieme al decreto Cartabia che nega le conferenze stampa dei pm qualora non ci dovessero essere motivi di interesse pubblico. Lo staff di FdI e del guardasigilli lavora con l’obiettivo adesso di garantire la presunzione d’innocenza non facendo arrivare nessun ascolto sui giornali.
Forza Italia e Azione, come detto, sfruttando la volontà del ministro e del vice ministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, spingono visto che l’avvocato di Forza Italia seguire l’iter del decreto del 10 agosto. Sono arrivate anche gli appelli del procuratore nazionale antimafia Gianni Melillo al riguardo, in soccorso delle intercettazioni in ambito indagini di mafia e su reati mafiosi.
Secondo quanto chiesto da Azione, il pm dovrebbe essere costretto al termine delle indagini a depositare le spese effettuate per le intercettazioni, dove un costo eccessivo potrebbe visto il fascicolo biografico personale che pesa sul magistrato pesare in caso di sconfitta in aula. Costa però, di Azione, non l’ha ancora chiesto. Un’altra manovra è quella dei giornali, una sorta di vendetta contro chi ha pubblicato atti coperti da segreto.
Le ridiceste di Azione e Forza Italia
C’è anche l’enorme capitolo Trojan, nelle case. Da tutelare secondo la manovra varata lo scorso mese perché “non si può essere spiati a letto o in bagno“. Quella che si presenta è una sorta di tutela, appunto, per la vita familiare e privata che non dovrebbe essere violata dalle registrazioni in atti magari di estrema intimità. Lo dice ancora Costa, che poi parla di registrazioni ma si oppone del tutto al video del Trojan, limitandone l’uso alla sola registrazione vocale. Qualora non venisse accolto l’emendamento, c’è poi la speranza dell’autorizzazione del collegio. Il Trojan non più per corruzione, ma solo per la criminalità, eliminando quanto attuato dall’ex ministero pentastellato Alfonso Bonafede. La volontà è anche quella che il Trojan non dovrà più essere in grado di acquisire screen e documenti video, nemmeno i file.
Un’altra ossessione ricorrente della destra è quella delle intercettazioni a strascico, ossia quelle che producono risultati – rubando il termine alla pesca – dopo un ascolto autorizzato in un altro ambito. Quella registrazione, per volontà di chi vuole cambiare le carte in tavola, non potrebbe più essere usata per reati diversi da quelli per i quali erano state date le autorizzazioni (salvo non si tratti di reati gravissimi, in caso di delitto ad esempio, il pm dovrà fare richiesta per una nuova autorizzazione; la proposta del Senato fatta in commissione Giustizia, del capogruppo Pierantonio Zanettin di Forza Italia). Non è un segreto nemmeno che la stragrande maggioranza dei reati in corruzione e riguardanti la pubblica amministrazione, saltino fuori da inchieste parallele o iniziate per indagare su altri reati – come hanno sottolineato la scorsa primavera tantissimi magistrati -.
Ancora Forza Italia alla Camera ha fatto richieste importanti. Nonostante il no dei forzisti di applicare il decreto Mantovano-Nordio ai processi adesso in corso – paradossale visto che la ragione per cui il decreto è stato creato è quello di salvare i processi – la proposta firmata da Pittalis e Calderone arriva anche contro i Trojan, da utilizzare solo per i reati gravi, mafia, sequestro di persona, droga, riduzione in schiavitù, contrabbando. La richiesta chiede lo stop delle trascrizioni di fatti irrilevanti per le indagini e dei fatti personali che andrebbero contro la reputazione della privacy, fino addirittura alla fine delle trascrizioni sommarie. Nessun nome e cognome di persone estranee, poi l’indagato dovrà verificare la regolarità utilizzati e il Trojan usato con motivazioni più stringenti.
Non tutto sarà ammissibile nel decreto legge, ma si attendono le indicazioni del viceministro Sisto. Intanto Carlo Calenda ed Enrico Costa hanno dopo la visita in sede del ministero fatto sentire il loro appoggio.