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Notre Dame, cosa resta della cattedrale di Parigi?

L’incendio che nel tardo pomeriggio del 15 aprile ha devastato la cattedrale di Notre Dame de Paris ha spezzato il cuore di milioni di persone in tutto il mondo. All’indomani del rogo sono due le domande che rimbalzano da un capo all’altro del globo: di chi è la colpa di questo disastro? E soprattutto: sarà possibile ricostruire Notre Dame?

Il rogo è stato domato alle 5 di questa mattina, dopo 11 ore di lavoro e grazie all’impiego di 400 uomini dei vigili del fuoco di Parigi. Per quanto riguarda le responsabilità, la procura di Parigi ha aperto un fascicolo per disastro non doloso. Si ipotizza insomma che qualcosa sia andato storto nei lavori di restauro della cattedrale, per esempio che una centralina elettrica abbia innescato un corto circuito. E si mettono a tacere, almeno per il momento, le ipotesi dietrologiche secondo le quali Notre Dame sarebbe stata devastata da un attentato terroristico. Ipotesi alimentate da alcuni roghi e da diversi atti vandalici che hanno colpito diverse chiese a Parigi e nel resto della Francia.
Per le inevitabili polemiche ci sarà tempo.

Cosa resta dunque di Notre Dame?

Cosa si è salvato dall’incendio che ha colpito la cattedrale di Parigi? Sono salvi il prospetto principale e le mura perimetrali. La struttura della cattedrale, insomma, è salva nel complesso. Ciò che rimane da appurare è lo stato della pietra: le altissime temperature potrebbero avere trasformato le mura più sottili e le parti più piccole di Notre Dame in carbonato di calcio, quasi un calcare, un materiale estremamente fragile e friabile. Occorre quindi appurare cosa è possibile recuperare e cosa è pericolante e va abbattuto.
E’ salva la croce che sovrasta l’altare. Suggestive immagini della croce che brilla integra sovrastando i resti anneriti del disastro sono un sollievo per gli occhi e l’anima.
Salve anche 4 statue provenienti dalla facciata di Notre-Dame e momentaneamente prestate al Museo di Arte Antica di Torino.
Salve altre 16 statue in rame: i dodici apostoli che circondavano la guglia insieme alla statua di Gesù e dei simboli degli evangelisti. Qualche giorno fa erano state estratte e portate in deposito nell’ambito dei lavori di restauro.
E’ salvo anche l’altare centrale.
Salvo il tesoro della Cattedrale composto da oggetti di oreficeria e antichi manoscritti.
Salve tre reliquie: la corona di spine di Gesù, un pezzo della Croce e un chiodo della Passione di Cristo.
E’ completamente distrutta la “Freccia”, la “Flèche”, la guglia. Sebbene si tratti di una ricostruzione del XIX secolo, la Flèche era uno dei tratti più caratteristici della cattedrale e il suo crollo è uno sfregio al cuore di Parigi e di tutta l’Europa.
Crollata anche la volta.
Secondo una prima stima, solo per la ricostruzione di volta e guglia occorreranno 150 milioni di euro.
Per il resto, le navate sono integre, ma completamente irriconoscibili dopo il crollo di centinaia di tonnellate di materiale bruciato e dopo essere state invase da milioni di litri d’acqua.

La ricostruzione di Notre Dame

Parlando alla nazione il premier Emmanuel Macron ha assicurato che la ricostruzione inizierà subito e che si avvarrà di fondi pubblici e di donazioni private. A questo proposito partirà una raccolta di fondi a livello internazionale: chiunque nel mondo potrà effettuare una donazione per restituire Notre Dame alla sua antica bellezza.
E’ stata garantita una donazione da capogiro dalla famiglia Pinault, tra le più ricche del mondo, alla guida del colosso del lusso Kering (Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Pomellato, ecc…): da questi benefattori arriverà la bellezza di 100 milioni di euro per il restauro di Notre-Dame de Paris.
E non solo: l gruppo Lvmh (Fendi, Bulgari, Christian Dior, Bulgari, Givenchy, Louis Vuitton, ecc…) e la facoltosa famiglia Arnault garantiscono donazioni per 200 milioni di euro in totale.
Il sindaco della città, Anne Hidalgo, ha annunciato un contributo di 50 milioni di euro.
L’Ile de France (la regione di Parigi) ha stanziato subito 10 milioni di euro.
Anche associazioni e privati di tutto il mondo si stanno organizzando per raccogliere fondi.
Per ripristinare la cattedrale nella sua precedente forma tuttavia occorreranno anni se non decenni: solo per la normale manutenzione che era in corso a Notre Dame la Soprintendenza aveva stimato 10 anni di lavori.

ANSA

La polemica sul sistema anti incendio

Se Notre Dame è bruciata per incuria e non per l’azione di una mano criminale, occorrerà trovare le responsabilità omissive di chi avrebbe dovuto tutelare una delle chiese più famose e ammirate d’Europa. A questo proposito i giornali stanno iniziando a citare uno studio su Notre Dame realizzato tre anni fa da Paolo Vannucci, docente di Meccanica all’università di Versailles, che puntava il dito contro l’assenza di un efficace sistema anticendio automatico nella cattedrale francese.

La polemica sul valore di Notre Dame

Alcuni critici d’arte, con Vittorio Sgarbi in testa, esortano a non essere troppo tristi. “Dobbiamo non essere troppo tristi, è grave ma non è irreparabile”. In questi termini si è espresso Vittorio Sgarbi, in diretta al Tg1, commentando l’incendio. “Sono danni non irreparabili, tutto quello che vediamo è in costruzione ottocentesca per cui quello che si perde è quello che era già stato rifatto nella seconda metà dell’Ottocento”.
In collegamento con gli studi di Quarta Colonna su Rete 4, Sgarbi ha aggiunto un carico: “All’interno non ci sono opere antiche, ci sono i muri e alcuni affreschi del secondo 800. Le cose irreparabili sono quelle in cui perdi opere importanti e centrali nella cultura dell’occidente. Le vetrate di Notre Dame sono state finite nel 1967 e sono delle opere assolutamente triviali e di nessuna importanza. Lì non c’è nulla. Non è come una chiesa italiana che ha un palinsesto secolare. L’arredo è di strutture neogotiche, tipo E.T., cose scenografiche nessun capolavoro. Ma cosa abbiamo perso di Notre-Dame? Ditemi un nome, ditemi un monumento, una statua, una scultura. La corona di Cristo? E’ una reliquia finta. La parte importante è nelle due torri, restate intatti. Basta retorica, bisogna distinguere tra le opere d’arte e le cartoline”.
Tutto formalmente vero, anche considerato il fatto che nel 1800 Notre Dame era in uno stato di decadimento tale che si pensò addirittura di abbatterla. La cattedrale, nel corso dei secoli era stata vittima di incendi e crolli e non era uscita indenne dalla rivoluzione francese: i parigini insorti avevano distrutto le statue dei re biblici in preda al furore contro le autorità e travisandone il significato. Ma anche grazie al romanzo di Victor Hugo “Notre-Dame de Paris” le autorità optarono per l’intervento conservativo.
Dal punto di vista sostanziale però la devastazione di Notre Dame è un durissimo colpo all’immaginario e al morale dei francesi, degli europei, dei cristiani e di tutti gli amanti della storia e dell’arte.

Il timore di un attentato

Nonostante le autorità abbiano escluso la matrice terroristica, desta preoccupazione l’escalation di profanazioni ai danni delle chiese francesi.
Nel 2017 in Francia sono stati compiuti 878 atti vandalici ai danni di chiese e cattedrali. 
Nelle ultime settimane un rogo ha danneggiato la porta principale e una scala interna nella storica chiesa di St. Sulpice a Parigi. Il 4 febbraio la parrocchia San Nicola di Houilles, sempre a Parigi, è stata saccheggiata e profanata per tre volte nel giro di due settimane. Distrutta una statua di Maria, buttati a terra una croce e il trono di legno del parroco.
Un incendio è stato appiccato alla cattedrale di Saint-Alain a Lavaur (Tolosa). Nello stesso luogo un crocifisso è stato profanato.
Il 6 febbraio a Nimes (sud ovest del Paese) ignoti hanno distrutto il tabernacolo e profanato le ostie consacrate nella chiesa Notre-Dame des enfants. Sui muri sono state disegnate delle croci utilizzando escrementi.

Redazione

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