Alcuni lavoratori potrebbero andare in pensione a 62 anni grazie alla riconferma di Quota 103: le categorie incluse.
Potrebbe essere confermata la pensione a 62 anni per alcuni grazie al rinnovo di Quota 103 anche per il 2024. Il Governo sta considerando questa possibilità al fine di risparmiare fondi per il 2025. In quell’anno infatti l’Esecutivo prevede di attuare una nuova riforma che introdurrà la Quota 41 per tutti i lavoratori. Ricapitoliamo come funziona Quota 103.
La misura di Quota 103 consente a coloro che hanno accumulato almeno 41 anni di contributi di andare in pensione fino a 5 anni prima dell’età di 67 anni, cioè a 62 anni.
Anche se l’obiettivo principale era di passare tutti alla Quota 41, ciò potrebbe avvenire solo nel 2025. Tuttavia, l’estensione della Quota 103 rappresenta comunque una buona notizia per molti lavoratori.
I dati relativi al 2023 dimostrano che questa misura è stata ben accolta dai cittadini: in soli 4 mesi, le liquidazioni con la Quota 103 hanno superato quelle raggiunte con la Quota 102 nell’intero anno precedente.
Esaminiamo nel dettaglio il funzionamento della Quota 103. Come suggerisce il nome, è possibile andare in pensione quando la somma dell’età anagrafica e degli anni di contributi raggiunge il numero 103.
Tuttavia, ci sono requisiti minimi da soddisfare per entrambi i fattori: 62 anni di età anagrafica e 41 anni di contributi. Questi requisiti devono essere soddisfatti nell’anno in corso. Pertanto, nel 2023 possono beneficiare della Quota 103 coloro che sono nati entro il 1961.
Inoltre, la pensione ottenuta tramite la Quota 103 non è cumulabile con i redditi da lavoro fino all’età di 67 anni, quando si raggiungono i requisiti per la pensione di vecchiaia. In più, fino ad allora il pensionato che usufruisce della Quota 103 non può percepire un assegno che superi di 5 volte la pensione minima.
Quest’anno, la pensione minima ammonta a circa 567,94 euro al mese, il che significa che un pensionato con la Quota 103 non può ricevere più di 2.839,70 euro.
La Quota 103 prevede anche una finestra temporale mobile per iniziare a percepire l’assegno pensionistico, differenziata a seconda del settore lavorativo.
Nello specifico, i lavoratori del settore privato ricevono il primo cedolino di pensione con la Quota 103 dopo 3 mesi dal raggiungimento dei requisiti, mentre per i lavoratori del settore pubblico tale periodo si estende a 6 mesi. I dipendenti delle scuole potranno invece iniziare a percepire la pensione senza eccezioni a partire dal 1° settembre 2023.
Attualmente, sembra improbabile una riforma delle pensioni nel prossimo futuro, poiché è difficile che il Governo raggiunga un accordo entro settembre, quando dovrà indicare le risorse necessarie per tale riforma nel Documento di Economia e Finanza (DEF). Pertanto, è molto più probabile che venga confermata solo la Quota 103, che comunque è apprezzata da molti lavoratori.
E questo anche perché la Quota 103 si avvicina più di ogni altra opzione alla Quota 100. Inoltre, nonostante richieda contributi maggiori, rappresenta una forma di pensione simile a quella anticipata in termini di anzianità contributiva, il che la rende altrettanto conveniente per quanto riguarda l’importo finale sul cedolino pensionistico.
Resta da vedere se il Governo confermerà effettivamente la Quota 103 per il 2024, ma se così fosse, ciò potrebbe dare sollievo a coloro che desiderano andare in pensione prima dei 67 anni.
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