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Economia

Novità INPS, in pensione 6 anni prima se hai questo importante requisito

Novità INPS: in pensione 6 anni prima se si è in possesso di questo importante requisito. Ecco chi sono i lavoratori fortunati.

Pensione anticipata di 6 anni – Nanopress.it

Con la Manovra 2023 sono state introdotte interessanti novità sul mercato occupazione e sul fronte previdenziale. Il Dossier sulle Pensioni è al centro dell’attenzione da parte dell’Esecutivo Meloni, che ha introdotto importanti novità. A partire dal primo gennaio 2023 è scattato l’aumento perequativo, anche se poi in concreto i maxi aumenti verranno accreditati ad inizio mese di febbraio. La rivalutazione “piena” ed il Bonus 75 spettano solo ai pensionati che percepiscono la minima. Il trattamento pensionistico è aumentato da 525 euro a seicento euro. Sul fronte previdenziale è stata prorogata l’Opzione Donna e l’Ape Sociale.

Per quanto concerne l’anticipo previdenziale sono previste misure che consentono di accedere alla pensione avendo maturato determinati requisiti anagrafici e reddituali. Scopriamo in questa guida chi sono i fortunati che potranno andare in pensione 6 anni prima del previsto. È necessario aver maturato determinati requisiti: ecco quali sono.

Pensione anticipata: ecco tutte le novità previste per l’anno 2023

La Manovra 2023 ha introdotto interessanti novità e misure che consentono di andare in pensione in anticipo. Ci sono diverse opzioni che consentono di andare in pensione prima del compimento dei 67 anni. Esistono diverse possibilità, ma è necessario aver maturato determinati requisiti anagrafici e contributivi. Una prima misura di anticipo previdenziale riguarda Quota 103, che consente di ritirarsi a 62 anni con 41 anni di contributi versati regolarmente. L’assegno previdenziale spettante non deve eccedere un valore di cinque volte il minimo previsto. Chi decide di continuare a lavorare, nonostante abbia maturato i requisiti necessari per andare in pensione con Quota 103, può percepite il Bonus Maroni in busta paga.

Opzione donna-NanoPress.it

L’Ape Social e Opzione Donna sono le due misure di anticipo pensionistico che sono state prorogate dalla Manovra Meloni. L’Ape sociale spetta a tutti coloro che abbiano compiuto 63 anni e trenta anni di contributi previdenziali maturati e versati regolarmente. I contributi diventano trentasei per coloro che hanno svolto un’attività gravosa. L’anticipo spetta a coloro che hanno svolto lavori usuranti, ai disoccupati ed ai caregivers.

Opzione Donna è una misura di anticipo previdenziale riservata alle donne che possono andare in pensione a sessanta anni, se senza figli, a 59 anni se hanno un figlio o a 58 anni se hanno due o più figli.

Novità INPS: in pensione 6 anni prima solo se hai questo requisito

Tra le novità sul fronte previdenziale, è previsto andare in pensione sei anni prima solo se si ha maturato determinati requisiti. Chi svolge un lavoro notturno ha la possibilità di andare in pensione in anticipo dal momento che fare i turni di lavoro di notte rientra tra i c.d. lavori usuranti. Per poter accedere all’anticipo previdenziale è necessario che il lavoro notturno sia stato svolto per almeno 7 anni nell’ultimo decennio al momento di presentazione dell’istanza all’INPS.

La normativa vigente regolamenta l’anticipo previdenziale in base al numero di giornate lavorative che sono state svolte dal lavoratore:

  • da sessantaquattro giorni a 71 è concessa quota 99,6. È possibile andare in pensione avendo compiuto 63 anni e 35 anni di contributi previdenziali versati regolarmente,
  • da settantadue a 77 giorni è possibile andare in pensione con 35 anni di contributi e avendo compiuto 62 anni e sette mesi,
  • con settantotto giorni è possibile andare in pensione con 35 anni di contributi previdenziali e avendo compiuto 61 anni e sette mesi di età.

La normativa vigente considera lavoro notturno quello prestato nell’intervallo orario compreso fra la mezzanotte e le 5 del mattino. Il lavoratore per essere considerato notturno deve lavorare almeno tre ore in questa fascia oraria.

lavoratori notturni – Nanopress.it

Dal momento che il lavoro notturno è considerato un lavoro gravoso, il Legislatore ha previsto una maggiorazione contributiva di 50 punti percentuali ai fini previdenziali per chi presta turni di lavoro durante la fascia oraria notturna di dodici ore.

Jacqueline Facconti

Redattrice, sezione Finanza, Tasse, Economia Laureata in Economia Aziendale e Strategia, Management e Controllo con 110 e Lode presso l'Università di Pisa. Web writer anche di Lettoquotidiano.it, Investireoggi.it, Motorinews.it e altri.

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