Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri il Documento programmatico di bilancio (Dpb), che delinea i punti cardine della prossima manovra economica del governo.
Secondo alcuni quotidiani serviranno almeno 23 miliardi di euro per tagliare le tasse, rifinanziare il reddito di cittadinanza con alcuni correttivi e riformare gradualmente Quota 100 passando a Quota 102, forse fino a Quota 104.
Si interverrà anche sul caro bollette, sull’abbattimento dell’Iva per gli assorbenti e sui finanziamenti alla sanità. Rinviate al 2023 invece plastic tax e sugar tax.
Il taglio delle tasse previsto nel Dpb sarà un’anticipazione della riforma del fisco su cui ha iniziato a lavorare il governo.
Nella prossima manovra economica si interverrà ancora sull’abbattimento dell’Irpef: la platea si dovrebbe allargare fino alle persone con redditi fino a 55mila euro, in analogia all’ultimo intervento che ha potenziato il “bonus Irpef” portandolo a 100 euro per persone con redditi fino a 40mila euro di reddito annuo.
Secondo indiscrezioni di stampa, l’obiettivo del governo sarebbe quello di introdurlo il prima possibile, già a partire da gennaio.
Verrà anche abbattuta l’Iva per gli assorbenti femminili, portandola dal 22% al 10%, mentre sono rinviate al 2023 plastic tax e sugar tax.
Il livello di spesa del Reddito di cittadinanza verrà “allineato a quello dell’anno 2021, introducendo correttivi alle modalità di corresponsione e rafforzando i controlli” si legge nel comunicato del governo.
Il Reddito di cittadinanza rimane dunque, ma con meccanismi di controllo più rigidi sugli illeciti e con miglioramenti nella parte relativa alle politiche attive sul lavoro.
Ad esempio, potrebbe essere prevista una riduzione del sussidio al secondo rifiuto consecutivo di un’offerta di lavoro.
Il governo vorrebbe aggiungere alla manovra economica un fondo di 1 miliardo di euro per contrastare eventuali rincari dell’energia. Tuttavia, questa misura non è menzionata nel comunicato stampa di Palazzo Chigi.
Nella prossima manovra economica ci saranno più soldi per la sanità: il Fondo Sanitario Nazionale verrà incrementato, rispetto al 2021, di 2 miliardi in ciascun anno fino al 2024.
In più, saranno destinate nuove risorse al fondo per i farmaci innovativi e alla spesa per i vaccini e farmaci per arginare la pandemia.
“Vengono previsti interventi in materia pensionistica, per assicurare un graduale ed equilibrato passaggio verso il regime ordinario” si legge nel comunicato del governo: vuol dire che Quota 100 verrà superata e si tornerà al vecchio sistema tramite il passaggio a Quota 102.
Verosimilmente, si potrebbe andare in pensione con 38 anni di contributi e 64 anni d’età.
L’altra ipotesi vede alzare la somma di età pensionabile e di contributi, evocando un Quota 104. Non è chiaro se le due “Quote” siano due fasi distinte della riforma di Quota 100 o due alternative.
In ogni caso, la Lega ha espresso decise riserve sulla riforma della sua misura più importante da quando è al governo.
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