I sindacati lanciano l’allarme: la novità sulle pensioni oggi riguarda proprio il rischio di uno stop alla riforma delle pensioni, causata da una fine anticipata della legislatura e conseguenti elezioni anticipate. La leader della CGIL non ha risparmiato critiche ai politici evidenziando che i loro ‘giochi di poltrone’ rischiano di influenzare in maniera negativa la cosiddetta seconda fase della riforma delle pensioni. La segretaria nazionale della CGIL, in un incontro con il presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano ed il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha espresso “le preoccupazioni della Cgil sui pericoli che potrebbero derivare dalla fine anticipata della legislatura, che metterebbe in discussione la prossima legge di bilancio, non permettendo così di affrontare pensioni e ammortizzatori. Una prospettiva che ricadrebbe interamente sulla condizione dei lavoratori e delle fasce deboli della popolazione”.
PENSIONI E ELEZIONI ANTICIPATE: CHE FINE FA L’ANTICIPO PENSIONISTICO?
“Con il ministro della Giustizia e con il presidente della Commissione Lavoro della Camera abbiamo poi esaminato lo stato dell’economia e della finanza del nostro Paese con particolare attenzione alla disoccupazione giovanile e all’aumento della precarizzazione. Non ho nascosto il disappunto e la contrarietà per la reintroduzione dei voucher e ho sottolineato la necessità di affrontare con decisione il riordino del diritto del lavoro, così come – conclude Camusso – abbiamo proposto nella Carta dei diritti universali del lavoro che Cesare Damiano ha iscritto ai lavori della Commissione di cui è presidente”. Ma che fine fa l’anticipo pensionistico studiato per permettere un riequilibrio dopo la Legge Fornero, dato che ancora si attende la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dei decreti attuativi dell’Ape Social? L’APE social dovrebbe entrare in vigore a breve, ma per l’APE volontario gli ostacoli alla sua realizzazione sembrano essere al momento insormontabili.
RIFORMA PENSIONI 2017, ULTIME NOTIZIE: IL SUCCESSO DELLE PENSIONI COMPLEMENTARI
E a proposito di un maggiore utilizzo delle pensioni complementari da parte dei lavoratori Nazzareno Mollicone, dirigente confederale dell’Ugl ha commentato gli ultimi dati diffusi nel rapporto della Commissione di vigilanza sui Fondi Pensione, ponendo attenzione sul fatto che sono tanti i lavoratori che non possono accedere a tale possibilità, per via del lavoro precario, ad esempio: “Il percorso di crescita intrapreso negli ultimi anni dalla previdenza complementare non deve allontanarci dalla realtà: la tutela è destinata solo a quei lavoratori con rapporto di lavoro stabile ed in genere dipendenti di medie e grandi imprese”.
Il sindacalista precisa che da questo quadro complessivamente positivo “viene totalmente esclusa una massa ingente di lavoratori che non possono partecipare ai fondi negoziali perché dipendenti dalle piccole imprese, aventi contratti di lavoro temporaneo e precario o, i pubblici dipendenti per i quali i datori di lavoro ‘Stato’ o ‘Ente locale’ non hanno ancora provveduto”. “Il Governo – conclude il sindacalista – dovrà impegnarsi concretamente, d’intesa con il sindacato, per superare tutte queste problematiche al fine di non creare un’ulteriore disuguaglianza tra lavoratori, a seconda che possono o meno aderire alla previdenza complementare”. La riforma delle pensioni, dunque, è ancora un vero e proprio ‘work in progress’.
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