Vecchia Imu e Tasi addio: confermato nella bozza della Legge di bilancio 2020 – arrivata ieri in Senato – l’accorpamento delle due imposte. Arriva dunque la nuova Imu, la cui aliquota base sale dal 7,6 per mille attuale all’8,6 per mille. Non solo: i Comuni potranno decidere di aumentarla fino al 10,6 per mille e, solo nel 2020 e solo in quei Comuni dove l’aliquota è già al massimo, ci potrà essere un aumento fino al 11,4 per mille. Si temono dunque possibili rincari, anche se dal governo affermano che la cosiddetta super-Imu non comporterà un aumento della pressione fiscale. I Comuni inoltre potranno decidere non solo di aumentare, ma anche di ridurre l’aliquota, potendola addirittura azzerare.
Nuova Imu, possibili rincari?
La vecchia Imu e la Tasi – rispettivamente l’imposta sulla proprietà degli immobili e la tassa sui cosiddetti servizi indivisibili erogati dal Comune, quali l’illuminazione, la manutenzione e la pulizia delle strade – a partire dal 2020 lasceranno dunque spazio ad un’unica nuova patrimoniale sugli immobili, da cui rimane totalmente esclusa la prima casa quando non considerata di lusso. Nel caso di abitazioni di lusso quali ville e castelli al contrario, l’imposta continuerà ad essere applicata anche quando considerate prima casa.
Saranno i Comuni con una delibera ad hoc a decidere le sorti della nuova Imu, potendola aumentare ma anche annullare, anche per quanto riguarda le stesse abitazioni di lusso. Certo, difficilmente i Comuni, viste le perenni difficoltà nel reperire fondi, rinunceranno alla possibilità di poter usufruire liberamente della leva fiscale diminuendo o addirittura azzerando l’aliquota della nuova Imu.
Proprio per questo si temono possibili rincari: se nelle grandi città come Roma e Milano – dove l’aliquota è già al massimo – se ci saranno gli aumenti potranno essere minimi se non addirittura nulli, in altre città dove le aliquote sono più basse i rincari potrebbero essere piuttosto cospicui. Secondo il Presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, “la nuova patrimoniale sugli immobili delineata nella manovra è peggiore delle due attuali, l’Imu e la Tasi“.
Per quanto riguarda il pagamento della nuova Imu, confermate le scadenze delle due rate al 16 giugno e al 16 dicembre. Confermato infine anche lo sconto del 25% per le case date in affitto a canone concordato.