Nuova incursione da parte di aerei militari cinesi all’interno dello spazio aereo di Taiwan. Il ministero della Difesa nazionale ha rintracciato 10 velivoli e quattro navi sia nella giornata di ieri, 5 Marzo, che alle prime luci dell’alba di oggi. Si tratta di velivoli tecnologicamente avanzati che allarmano ancora di più in merito ad una possibile riunificazione imminente di Taipei a Pechino.
Nelle ultime ore sono stati rintracciati 10 aerei dell’esercito popolare cinese da parte dalle forze militari di Taiwan. Sono stati identificati un velivolo da guerra antisommergibile Shaanxi Y-8 e un drone da ricognizione Harbin BZK-005, che quali si sono pericolosamente avvicinati alla zona di identificazione di Taiwan e precisamente nell’angolo a sud-ovest.
La risposta di Taiwan non si è fatta di certo attender,e dato che le autorità hanno inviato a aerei, navi da guerra e utilizzato missili terrestri per monitorare gli aerei e le navi dell’esercito popolare cinese. Una situazione che sta generando tensione all’interno della popolazione di Taiwan, che teme una possibile riunificazione, che lo stesso governo di Pechino ha sottolineato l’importanza della faccenda. Per le autorità cinesi si tratta di una delle questioni più importanti e anche il presidente Xi utilizza la questione per manifestare la sua potenza.
Il pericoloso avvicinamento degli Stati Uniti che ha effettuato diverse visite dalla prima, quella che ha destato ancora più malcontento tra autorità statunitensi e cinesi, avvenuta ad agosto quando Nancy Pelosi a visitato Taipei per stringere rapporti commerciali e collaborazioni più intense, non ha fatto che peggiorare l’astio tra Cina e Usa dato che Jinping ha dichiarato apertamente e pubblicamente che la questione di Taiwan e qualcosa di strettamente interno alla Cina e che l’intromissione statunitense è qualcosa di inaccettabile. Anche la questione dei semiconduttori, che ha fatto poi nascere successivamente la guerra dei chip, ha decretato un deterioramento nei rapporti tra Taipei e Pechino, a causa del fatto che il governo di Taiwan è uno dei maggiori produttori mondiali, ma il fatto di aver intrapreso una collaborazione con le autorità Usa ha fatto sì che la guerra tecnologica tra Cina e Washington subisse ulteriori limitazioni e tentativi di destabilizzazione, che hanno segnato un’ulteriore distacco tra le potenze mondiali.
Le autorità di difesa militare taiwanesi hanno individuato l’incursione di 10 aerei da combattimento cinesi e anche di diverse navi appartennero alla maniera cinese, che hanno avvicinato i confini territoriali e attuato l’ennesima provocazione militare. Pechino ha intensificato le sue incursioni aeree navali dopo l’avvicinamento degli Stati Uniti a Taipei e l’intento è quello di dimostrare la propria presenza all’interno della causa Taiwan e, soprattutto, di rendere evidente la propria posizione oltre che con le parole mostrando la propria capacità militare.
L’escalation dimostrativa di Pechino ha raggiunto livelli importanti per capire, va riportato un dato che spiega quanto è importante la questione per il capo di Stato, soltanto questo mese sono stati inviati dalle autorità cinesi a Taiwan 110 aree militari eventi due navi da guerra. Le tattiche utilizzate e le esercitazioni dall’esercito cinese intorno alla zona grigia, o definita anche cuscinetto, nello stretto di Taiwan sono aumentate esponenzialmente e regolarmente vengono inviati aerei.
Questa tecnica è stata definita come: “uno sforzo o una serie di sforzi oltre la deterrenza e la garanzia dello stato stazionario che tenta di raggiungere i propri obiettivi di sicurezza senza ricorrere all’uso diretto e considerevole della forza.”
Il ministro della difesa nazionale Chiu Kuo-cheng ha risposto oggi, 6 Marzo, alle domande poste dalla Commissione per gli affari esteri e la difesa della legislatura. Le domande hanno spaziato in diversi ambiti, come la scorta di munizioni fino a una potenziale visita del presidente della Camera dei rappresentanti degli stati uniti McCartney.
Chiu ha spiegato che sono stati attuati preparativi specifici per ampliare la vigilanza extra e per quanto riguarda le forze di difesa di Taiwan. Ha precisato infine che: “Eserciteremo moderazione e non lanceremo il primo attacco”.
Il legislatore del KTM Chen ha domandato se le esercitazioni militari su piccola scala tra Taiwan e Usa sarebbero state portate al livello di battaglione e se sarebbe stato possibile per gli Stati Uniti istituire un gruppo consultivo militare che abbia sede direttamente a Taiwan, per intraprendere futuri scambi militari. Pechino ha riferito che attualmente in corso non vi ha nessuna discussione del genere e ha precisato di non aver parlato sentito parlare della questione. Ha spiegato inoltre che i negoziati militari sono condotti regolarmente tra Taiwan e gli Stati Uniti scrivendo anche che Taiwan è libera di decidere il proprio destino e di attuare le proprie scelte, sottolineando il fatto che si tratta di una questione che va discussa in primis con le autorità Statunitensi.
È stato anche chiesto inoltre se un aumento delle scorte militari statunitensi nell’Asia orientale avrebbe la possibilità di essere immagazzinato sull’isola di Taiwan. La risposta non ha dato ulteriori informazioni, se non sul fatto che i colloqui sono privati e condivisi soltanto tramite i membri della Commissione per gli affari esteri e la difesa del legislatore.
Il Consiglio per gli affari continentali anche chiamato Mac ha riferito ieri che: “Pechino dovrebbe riconoscere che Taiwan non appartiene alla Cina e gestire gli affari attraverso lo stretto in “modo ragionevole, pratico, paritario e rispettoso reciprocamente”.
Dichiarazione è pervenuta al consiglio dopo che il premier cinese uscente Li Keqiang ha tenuto un discorso al Congresso nazionale del popolo cinese ha affermato che il Partito comunista cinese (PCC) nel cuore ha riferito: “si oppone risolutamente a una Taiwan indipendente e promuove un’unificazione pacifica”.
Il consiglio ha precisato inoltre che: “ancora una volta il riconoscimento da parte di Pechino del fatto che Taiwan non fa parte della Cina, e viceversa. Dovrebbero rispettare il popolo di Taiwan per aver sostenuto la sovranità della nazione e credere nella libertà e nella democrazia, e fermare la propaganda del fronte unito con la minaccia militare e l’imposizione del suo quadro politico a Taiwan”.
Aggiungendo anche che: “gestire gli affari attraverso lo stretto in modo ragionevole, equo, pratico e rispettoso reciprocamente. Ciò creerebbe una condizione per sane interazioni tra Taiwan e Cina”.
Il Consiglio di Stato cinese presenterà un rapporto inerente al lavoro svolto dal governo, dove saranno evidenziate sfide interne ed esterne ma anche piani di sviluppo e, in quell’occasione, verrà effettuata anche una Conferenza consultiva politica del popolo cinese, dove verrà trattato anche lo sviluppo economico post pandemia da COVID-19.
Il Partito Comunista Cinese, stando a quanto affermato dal consiglio, dovrebbe rafforzare il proprio controllo sul Paese attuando riforme interne al partito.
Precisando inoltre che: “Pechino dovrebbe avere un atteggiamento più aperto e investire risorse per migliorare il benessere dei cittadini. Dovrebbe promuovere riforme democratiche con controlli ed equilibri, onorare i gruppi civici e mantenere la pace regionale. Ciò lo aiuterebbe a evitare i rischi coinvolti nella governance e ad affrontare le sfide future “.
Ovviamente il governo controllerà in maniera accurata ogni mossa di Pechino e verranno attuate tutte le misure di sicurezza preventive per la sicurezza nazionale.
Un noto professore di Scienze politiche della National cheng kung University Hung Chin fu ha dichiarato ieri che il Partito Comunista Cinese impostato diversamente la propria politica inerente Taiwan, ma ha portato avanti l’idea di lunga data.
L’accademico ha dichiarato: “Quest’anno segna l’inizio del terzo mandato del presidente cinese Xi Jinping. Per soddisfare l’ambizione di Xi di una ‘Cina unificata’, ci si aspetta che più province e città cinesi fissino obiettivi per aumentare gli scambi con i governi locali e il settore privato a Taiwan”.
Precisando anche che: “Di conseguenza, nella seconda metà di quest’anno potrebbero emergere maggiori attività dal sistema del ‘fronte unito’ cinesem. Di conseguenza, nella seconda metà di quest’anno potrebbero emergere maggiori attività dal sistema del ‘fronte unito’ cinese“.
Il Partito Comunista ha sottolineato la posizione assunta ovvero quella di opporsi a una Taiwan indipendente e promuovere una soluzione pacifica, che le riunisca e questo viene dichiarato direttamente dagli alti vertici governativi per cercare di portare all’interno della coalizione nuovi partiti politici.
Il professore ha previsto anche che: “Il PCC dovrebbe estendere un ramoscello d’ulivo ai partiti politici e alle organizzazioni che concordano con il cosiddetto “consenso del 1992”, o cercare di influenzare l’opinione pubblica a favore di un’unificazione pacifica durante le elezioni presidenziali del prossimo anno.”
Il consenso del 1992 è un accordo che l’ex presidente del MAC nel 2006 ha ammesso di essersi inventato nel 2000 e si riferisce a una intesa tacita tra il Partito Nazionalista e il governo cinese e entrambe le parti dello Stretto di Taiwan riconoscono che: “c’è “una Cina”, con ciascuna parte che ha la propria interpretazione di cosa significhi “Cina”.
Un sondaggio effettuato negli Stati Uniti ha rivelato che gli americani in larga maggioranza hanno dimostrato che prevenire l’invasione cinese piuttosto che mantenere rapporti stretti con Pechino.
Le tensioni continuano a crescere in maniera esponenziale e si intensificano sempre più e, riguardo alla possibile riunificazione futura di Taiwan con la Cina continentale, cresce la paura che sia qualcosa di imminente.
Sono stati intervistati 1500 cittadini statunitensi da parte dell’Economist della società dici sondaggi YouGov dal periodo che va dal 25 al 28 Febbraio. i risultati emersi mostrano che il 51% degli intervistati ritiene che sia più importante la questione difesa verso Taiwan contro una ipotetica invasione cinese e ha scelto come opzione che le autorità governative prendano una posizione dura e forte in modo che la Cina non conquisti tra i paesi con la forza.
Mentre il 24% ha preferito scegliere l’opzione che prevede di mantenere buoni rapporti con le autorità cinesi e pone davanti alla difesa di Taiwan la questione dei rapporti con Pechino il 37% degli statunitensi intervistati è favorevole invio di truppe americane per difendere il suolo taiwanese.
Il 70% delle persone che hanno rivelato di seguire da vicino dagli Stati Uniti le vicende che riguardano lo stretto di Taiwan ritengono che Washington dovrebbe assumere una posizione molto più dura nei confronti della Cina per impedirle di invadere l’isola. Il 18% invece ritiene che mantenere rapporti con Pechino si è importante mentre il 12% non è sicuro che sia qualcosa di fondamentale da perseguire.
Un particolare che emerge in maniera evidente anche riguardo la questione Taiwan sia repubblicani che democratici annuo un’opinione simile e non si discosta di molto come per gli altri argomenti ugualmente importanti.
Questo emerge chiaramente quando è stata posta la domanda che chiedeva se gli Stati Uniti dovessero assumere una posizione più dura nei confronti Di Pechino e i dati riscontrati hanno mostrato che i repubblicani hanno aperto la strada con il 58%, seguiti dai democratici con il 55% e gli indipendentisti con il 41%.
Quando è stato chiesto anche se gli Stati Uniti avrebbero dovuto utilizzare nel concreto il potere militare a Taiwan per attuare la protezione dell’isola, il 37% degli intervistati ha dichiarato di sostenere l’aiuto, il 22% invece pensa che non sia una mossa adeguata beh mentre il 41% ritiene di non essere abbastanza informato per dare una risposta.
Non si tratta dell’unica domanda inerente a Taiwan nella quale democratici, repubblicani e indipendentisti trovano in linea di massima d’accordo.
È stato chiesto loro, successivamente, della possibile visita di Kevin McCartney, presidente della Camera Usa, a Taiwan ed è stato chiesto chi fosse favorevole alla stessa e il 48% degli intervistati ha sostenuto un parere favorevole nei confronti di McCartney a Taipei, il 25% si è dimostrato contro la visita e il 26% non è sicuro.
Emerge chiaramente quanto la questione Taiwan sia importante per i cittadini americani, che credono nella difesa di un territorio invaso e, soprattutto, nell’opporsi all’espansione della Cina, con la quale l’astio è cresciuto nelle ultime settimane a dismisura.
L’idea degli americani in merito alla Cina è cambiata in maniera considerevole in quanto nel 2020, per esempio, soltanto un cittadino su cinque vedeva Pechino come una minaccia mentre oggi la percentuale è molto più alta.
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