E’ una domanda che ci facciamo spesso, quanto meno quando utilizziamo il Taxi, può essere punito un tassista che allunga, di proposito, il percorso per guadagnare qualche decina di euro in più? La risposta è si e arriva direttamente dal Consiglio di Stato attraverso la sentenza 4866/2015. Quest’ultima conferma: se il tassista calcola male il percorso o allunga il tragitto può essere punito, anche a caro prezzo.
I fatti a cui si riferisce il Consiglio di Stato si riferiscono ad notte del, ormai lontano, 2002. Il conducente del Taxi non aveva impostato, per errore o apposta -questo importa relativamente-, il percorso più breve, facendo spendere al passeggero più di quanto avrebbe dovuto spendere se il tassista avesse impostato il percorso giusto.
Con questa sentenza, la 4866/2015, viene concessa la possibilità al comune (nel caso specifico il comune di Genova), l’ente che emette le licenze, di intervenire e regolamentare il servizio taxi. In sostanza si dà al Comune il compito di vigilare sul servizio e di tutelare i cittadini che verranno costretti ad effettuare un percorso più lungo per dare più soldi ai tassisti e potrà intervenire irrogando la sanzione della revoca della licenza, della decadenza ma può anche limitarsi a sospendere la licenza per qualche giorno.
Nel caso in questione la sanzione è stata la sospensione della licenza per sei giorni. L’avvocato del tassista ha cercato di difendere il suo assistito spiegando che la strada scelta era quella meno trafficata, poiché quella più breve era di difficile percorrenza ma poi si è scoperto che la prestazione era stata fornita a notte fonda e che la “scusa” del traffico non era credibile. La sentenza è inequivocabile, basta tassisti furbetti.