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Nuova Renault Clio RS: prova su strada e in pista

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Quando il downsizing colpisce c’è poco da fare. La riduzione di cilindrata e dei cilindri dei motori (che sia sportivi o meno) coinvolge la maggior parte delle case automobilistiche. Per ovviare alla mancanza di motori di più grossa cilindrata, spesso ci si affida alla sovralimentazione, in particolare al turbo. E’ proprio il caso di Renault con la sua nuova Clio RS. I puristi sapranno che la RS di terza generazione era mossa dal quattro cilindri aspirato 2.0 litri da 207 cv, ma per la Clio 4 RS bisognava ridurre consumi ed emissioni: la cilindrata è stata quindi portata a quota 1.6 e grazie al turbo la potenza è rimasta invariata rispetto al modello precedente, anche se a salire significativamente è stata la coppia. E questo è un fatto positivo.

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Ma ovviamente chi dice passaggio al turbo, dice anche cambiamento drastico nella guida. Avendo la coppia disponibile in basso nel nuovo 1.6 turbo, non c’è bisogno dei 7.000 giri della precedente aspirata. Per cui la sportività in Casa Renault si fa meno radicale e più tranquilla. Un fattore che farà forse storcere il naso di parecchi puristi amanti di alti giri e del sound caratteristico dell’aspirato, nonché dell’atteggiamento più giocoso della Clio 3 RS. Ad imborghesire di più questa nuova RS c’è un’altra rivoluzione e si chiama EDC. Altro non è che il nuovo cambio automatico al volante con sei marce che manda definitivamente in pensione il manuale dalla vocazione più sportiva. Turbo e cambio automatico avranno snaturato il carattere della sigla RS? Scopriamolo insieme.

Al primo impatto la nuova Clio RS ha un look che solo l’occhio dei più esperti potrà definire sportivo visto che rispetto alla Clio di base cambiano paraurti anteriore, luci diurne a LED cerchi in lega e paraurti posteriore. Ma, diciamolo, con la city car in versione entry-level Renault aveva già realizzato un lavoro estremamente accattivante a livello di design, quindi a meno di non ricorre ad appendici aerodinamiche e alettoni di ogni tipo, sarebbe stato difficile rendere l’estetica più grintosa e dinamica. Inoltre non ci sarà una versione a tre porte della RS proprio perché Renault punta ad un pubblico più ampio a cui la RS potrà piacere magari al padre di famiglia che non vuole rinunciare ad una piccola dose di sportività.

Una volta dentro si capisce subito di non essere all’interno di una Renault qualsiasi: le cuciture nella parte centrale superiore del volante (per indicare l’angolo di sterzata) fanno capire che stiamo a bordo di una sportiva. Più comodi i sedili avvolgenti rispetto alle versioni Recaro più indicate ad un pubblico amante dei track-days. Rimanendo sempre nell’abitacolo della sportivetta di Dieppe notiamo un piccolo dettaglio di stile: i loghi RS sui poggiatesta dei sedili anteriori.

Ma ora è giunto il momento di scoprire se davvero questa nuova RS sarà all’altezza del suo nome. Premendo il tasto di accensione del motore, si nota subito che il rumore è meno presente rispetto a prima per via del turbo che “soffoca” il sound emesso dal quattro cilindri da 200 cv. Dopo pochi minuti alla guida, ci si accorge che questa nuova RenaulSport è molto docile e per niente nervosa nel traffico, come poteva esserlo la terza generazione. Complici la comodità del sedili, il motore e il cambio automatico che fanno quasi scordare di essere a bordo di un’auto da 230 km/h. A proposito del cambio, è possibile passare da una marcia all’altra tramite le palette poste al volante (in modalità RS Drive il tempo di cambiata è ridotto) oppure tramite la leva, ma anche in modalità automatica quando ci si trova nel traffico delle grandi città.

Una volta fuori dal traffico, ci spostiamo in zone più isolate per capire realmente quello di cui la nuova Clio RS è in grado di fare. Qui via la modalità AUTO: ora la guida si fa sportiva con le palette al volante e la modalità RACE inserita. La risposta dell’acceleratore si fa più pronta e le cambiate più decise mentre sulle strade tortuose si può apprezzare particolarmente la tenuta di strada. Ma a stupire di più è la coppia: i 240 Nm non necessitano di cambiate eccessive quando c’è bisogno di effettuare un sorpasso perché il turbo, agendo sin dai giri più bassi, consente di non essere obbligati a scalate dell’ultimo minuto. Una coppia che non fa di certo rimpiangere i 207 Nm del modello che sostituisce.

In pista proviamo la modalità Launch Control, partenza assistita che ci consente di compiere lo 0-100 km/h in 6.8 secondi come promesso dalla Casa. Come una vera super sportiva, una volta tolto il piede dal freno la RS si lancia e le cambiate vengono effettuate automaticamente (in modalità con partenza assista) senza quasi accorgersene. E’ facile toccare velocità da ritiro patente, ma per fortuna siamo in pista. Curva dopo curva la piccola di Casa RS si dimostra ben salda, anche se si risente qualche piccolo accenno al sottosterzo nelle curve prese con troppa allegria. Per chi la pista la vive ogni weekend c’è anche il telaio Cup che consente di rendere più affilata la guida su circuito, scelta meno indicata per chi vive la RS ogni giorno.

In conclusione, Renault è riuscita nel suo intento: realizzare una Clio RS che fosse divertente da guidare, ma anche piacevole da utilizzare al quotidiano. Ma questo fattore ne ha sacrificato un altro: la vocazione grintosa e radicale delle RS originarie con motore da 7.000 giri e un sound caratteristico che faranno rimpiangere ai tradizionalisti le versioni del passato. Quindi in poche parole: una RS alla portata di tutti che non richiede doti di guida sovrannaturali per essere portata al limite (e in garage in cambio di un assegno minimo di 23.750 euro).

Umberto Sanna

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