Durante la notte si è svolta un’ulteriore tragedia a Lampedusa, una barca con circa 56 migranti a bordo si è capovolta, causando un decesso. Sull’imbarcazione erano presenti anche 11 donne e quattro minori.
I migranti viaggiavano su un barchino in ferro di circa otto metri, quando improvvisamente si sono capovolti. La Guardia costiera è riuscita a trarre in salvo 55 persone, purtroppo però un uomo non ce l’ha fatta.
Questa notte si è consumata l’ennesima tragedia a Lampedusa. Un barchino in ferro di circa 8 metri, con a bordo ben 56 persone, si è ribaltato.
Probabilmente il ribaltamento è avvenuto alla vista dei soccorritori, in quanto, probabilmente tutti i migranti presenti sulla barca si sono sporti su un lato, facendo ribaltare così l’imbarcazione.
Gli uomini della Guardia costiera sono riusciti a salvare 55 persone, tra cui 11 donne e quattro minori, purtroppo però un uomo non ce l’ha fatta, perdendo la vita. Le persone soccorse sono state portate al molo Favaloro.
In ogni caso aumentano vertiginosamente gli arrivi.
Infatti, questa notte sono giunti sulle coste italiane circa 209 migranti, decretando così un numero complessivo di arrivi pari a 374 persone in sole 24 ore.
Circa 43 persone, tra cui 12 donne e tre minori, sono stati soccorsi grazie all’intervento di una motovedetta di Fontex. I migranti si trovavano su un barchino di ferro alla derica a circa 13 miglia dalla costa di Lampedusa.
Le altre tre imbarcazioni, con rispettivamente 37, 41 e 33 persone a bordo, sono state invece intercettate dalla Capitaneria di porto e poi portate in salvo.
Gli arrivi di questa notte fanno salire a 700 il numero di persone che si trova attualmente all’interno dell’hotspot di contrada Imbriacola, a fronte di una capienza di circa 400 posti.
Le migrazioni sono dunque un fenomeno in costante aumento e con esso anche le morti che avvengono giornalmente nel mar mediterraneo.
Purtroppo, infatti, i dati riportano che solo nei primi tre mesi del 2023, circa 499 persone sono morte nel tentativo di attraversare il mar Mediterraneo. Questi dati, in realtà, non sono effettivi, in quanto vi è una moltitudine di persone che partono dal proprio paese e di cui si perdono totalmente le tracce durante i lunghi viaggi a cui si sottopongono. Non ritrovando nemmeno i cadaveri.
Si tratta di un fenomeno straziate, violento, disumano che induce le persone ad abbandonare le proprie case, i propri affetti, con l’intento di iniziare viaggi lunghi in cui si sottoporranno a torture, abusi e sfruttamenti di ogni tipo. Tutto questo per la speranza di ottenere una vita migliore e di poter così aiutare magari anche la famiglia.
Dopo tutto ciò però, si rimettono in mare con la consapevolezza o di non riuscire ad arrivare a terra o di essere rifiutato dallo stato che dovrebbe accoglierli in quanto esseri umani.
Le soluzioni a tutto ciò non sono semplici, né banali. Il punto di partenza però dovrebbe essere un totale cambio di rotta da parte della politica degli stati europei, tra cui in primis quella italiana.
Soprattutto durante questo periodo, la politica italiana si sta servendo di questo fenomeno per stigmatizzarlo, attraverso un linguaggio scorretto. Dando vita inoltre al concetto del doppio standard. Da un lato offrire accoglienza, supporto e vicinanza a determinate categorie di migranti, dall’altro stigmatizzare, discriminare e respingerne altri.
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