Il Tribunale dei Minori ha affidato a due genitori adottivi il piccolo Enea, il neonato lasciato dalla madre nella Culla per la vita del Policlinico di Milano nel giorno di Pasqua.
Il piccolo – che non si chiama più Enea, per garantirne la privacy – è stato dato in affido a una delle cinque coppie ritenute idonee dai giudici, e per le quali si apriranno poi le porte dell’adozione – tra un anno circa – se dovessero essere confermati i requisiti di adottabilità. Il piccolo era stato lasciato dalla madre nella Culla per la Vita con accanto un biglietto che ne spiegava le ragioni di quella drammatica scelta. La decisione della madre ha però destato non poca attenzione, tanto che diversi personaggi dello spettacolo, tra cui Ezio Greggio, si sono mossi per tentare di persuadere la donna a tornare sui suoi passi.
Si conclude con un lieto fine la storia del piccolo Enea, il neonato lasciato dalla madre nella Culla per la vita del Policlinico di Milano nel giorno di Pasqua. Il piccolo, che ha un nuovo nome e una nuova data di nascita per tutelarne la privacy, è stato affidato a una coppia lombarda che era nella rosa dei cinque candidati ritenuti idonei dal Tribunale di Milano.
Il piccolo era stato lasciato nel dispositivo antiabbandono, installato nella Clinica Mangiagalli di Milano. Accanto al piccolo un biglietto con poche, strazianti parole: “Ciao mi chiamo Enea. Sono nato in ospedale perché la mia mamma voleva essere sicura che era tutto ok e stare insieme il più possibile”. Sono super sano, tutti gli esami fatti in ospedale sono ok”.
La scelta della madre ha però destato molto clamore, tanto che diversi personaggi dello spettacolo, tra cui Ezio Greggio, si sono mossi per tentare di persuadere la donna a riprendere il suo bambino, promettendole tutto l’aiuto, economico e non, di cui avrebbe avuto bisogno. Una decisione, evidentemente sofferta ma presumibilmente ben ponderata, quella della madre, che ha scelto di affidare suo figlio a mani sconosciute.
Il piccolo Enea è il terzo bambino lasciato nella Culla per la Vita dal 2007, anno in cui è stato installato il dispositivo antiabbandono. I primi due neonati, Mario e Giovanni, sono stati lasciati nel 2012 e nel 2016.
Per adottarlo erano pervenute – da tutta Italia – ben 530 domande al Tribunale dei minori di Milano. Alla fine è stata scelta una giovane coppia che vive in Lombardia e che ha appena concluso l’iter per diventare genitori adottivi. Per la coppia si apriranno poi le porte dell’adozione, tra circa un anno, se dovessero essere confermati i requisiti di adottabilità.
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