L’Iran attraversato dalla rivoluzione popolare ormai da molti mesi e, se l’inizio delle proteste quanto segnato dalla morte di Mahsa Amini, avvenuta per mano della polizia morale mentre era tenuta in custodia dopo essere stata arrestata per aver indossato male il velo, hanno, ora, ripreso nuovamente slancio a causa degli avvelenamenti avvenuti all’interno degli Istituti scolastici. Nonostante gli ammonimenti pervenuti dalle Nazioni occidentali, il governo di Raisi ha continuato la sua dura repressione e preannuncia nuove norme inerenti l’utilizzo del velo.
il governo iraniano ha intenzione, almeno dalle notizie emerse dai media locali, di introdurre nuove leggi che vanno a colpire le donne e, soprattutto, inerenti l’utilizzo dello hijab e sembra quindi che tutte le raccomandazioni ammonizioni ricevute non abbiano avuto l’effetto sperato.
Le proteste in Iran sono scaturite il 16 settembre 2022 dopo che Mahsa Amini è morta a causa delle percosse ricevute dalla polizia morale per avere indossato male il velo e da quel momento la popolazione iraniana ha deciso di scendere in piazza e manifestare il proprio dissenso contro il regime autoritario patriarcale che reprime la popolazione e non da possibilità di sviluppo personale o crescita.
Le proteste hanno ricevuto però una durissima repressione da parte delle autorità iraniane e durante le manifestazioni hanno perso la vita oltre 500 persone tra cui molti giovanissimi e oltre 20.000 sono state arrestate. Sono emersi moltissime violazioni dei diritti umani ma anche numerosi soprusi e violenze nei confronti di donne e giovanissimi manifestanti, che hanno subito anche abusi sessuali, umiliazioni e pestaggi da parte delle Guardie della Rivoluzione islamica.
Tutto questo ha sollevato l’attenzione mediatica e le nazioni occidentali si sono schierate al fianco della popolazione iraniana e hanno tentato di arginare la furia del governo sanzionandolo.
Le autorità sono preoccupate della posizione iraniana, che viene vista oggi come un potenziale pericolo sia per la questione del patto attualmente rescisso sul nucleare e sta attuando un pericoloso avvicinamento alla Russia e, dopo aver stupito la comunità internazionale, ha ripreso i rapporti interrotti da anni con l’Arabia Saudita, grazie all’intervento della Cina come mediatrice.
Il governo iraniano prosegue nell’attuare l’obbligo di rispettare le leggi morali e ha notato che è difficile con le modalità nelle quali sta agendo in questo momento riuscire ad arginare il fenomeno del dissenso femminile e, pertanto, sono state studiate e analizzate le situazioni cercando di andare incontro a una metodologia completamente differente ma che risulti efficace nel caso di mancato utilizzo del velo.
Il Parlamento iraniano, come afferma Iran International, ha in programma di pianificare nuove misure repressive che andranno a colpire il genere femminile soprattutto chi viola le leggi sul velo. Verrà attuata maggiore sorveglianza per poter far fronte a tutte le trasgressioni emerse e notate quotidianamente ma si pensa anche di attuare il blocco dell’accesso ai servizi sociali per chi viola i divieti.
Il deputato del comitato culturale e rappresentante di Teheran Bijan Nobaveh ha spiegato che le proteste non stanno accennando a diminuire e, pertanto, sono previste nuove misure repressive che devono ancora ricevere l’approvazione dell’amministrazione e della magistratura.
Misure che vanno a colpire le donne e che puntano ha riscontrare e a non tralasciare neanche una violazione delle leggi della Sharia.
Si rischia però di alzare ulteriore malcontento in quanto un monitoraggio con identificazione più intenso può essere visto dal popolo come una punizione o una sorveglianza eccessiva.
Le autorità islamiche hanno precisato che: “L’identificazione delle donne senza hijab negli spazi pubblici sarà effettuata attraverso telecamere di sorveglianza e la punizione sarà eseguita secondo le tabelle [linee guida] preparate”.
Molte donne sono state riprese mentre subivano violenza a seguito dell’aver indossato male il velo e i maltrattamenti sono utilizzati di consueto da parte della polizia iraniana.
Sono previste anche repressioni ulteriori alle comunicazione, dopo che mesi di interruzioni di Internet hanno gettato nel caos il paese e questo a causa del fatto che milioni di donne che lavoravano da casa sono state costrette nuovamente alla povertà.
Le punizioni, che entreranno a far parte della quotidianità femminile, includono anche il blocco dei telefoni cellulari e di Internet alle donne che si presentano in pubblico senza hijab. Durante la comunicazione delle nuove normative possibili, avvenuto tramite un annuncio pubblico, sono state ribadite anche minacce contro i proprietari dei negozi e di attrazioni collocate nelle zone turistiche. si apprende difatti che negli scorsi giorni sono state chiuse diverse attività dalle autorità di Teheran nella località turistiche di Esfahan e Kashan. Chiedendo inoltre a diverse direzioni appartenenti ad attività differenti di non far entrare donne scoperte.
Quello che non è chiaro è quanti soldi hai intenzione di spendere il regime per attuare la tecnologia necessaria per un monitoraggio completo di attività e luoghi chiusi e all’aperto, dato che si trova attualmente in bancarotta.
Si parlava da tempo dell’utilizzo delle telecamere per individuare le donne che non utilizzavano il velo o anche altre tipologie di violazioni inerenti al codice di abbigliamento e questa volta Raisi sembra attuare nel concreto la nuova limitazione per evitare che le violazioni che possono attualmente non essere viste riescano ad essere captate dalle autorità.
Lo scorso dicembre un altro membro del Parlamento iraniano hossein Jalali ha precisato che l’utilizzo dell’hijab non verrà mai abolito nella Repubblica islamica e ha sottolineato in merito che: “i veli torneranno sulle teste delle donne entro due settimane“.
Era già emerso tempo fa quello che sembrava un progetto volto a modificare in maniera positiva le restrizioni femminili durante il mese di dicembre, come sopraccitato e si era accennato ad SMS che avrebbero avvisato le donne delle violazioni e nel caso in cui avessero raggiunto il numero di tre violazioni consecutive la donna poteva a ricevere la punizione spettante.
Poi di questa riforma non si era più saputo nulla ma ora è chiaro che si tratta di una modifica per ampliare il raggio d’azione della polizia e notare ciò che fino ad ora rimane nascosto agli occhi delle autorità iraniane.
Ormai è normale vedere cittadini iraniane apparire in pubblico senza velo e oltre a loro anche personaggi di spicco iraniani hanno deciso di sfidare il regime, nonostante ripercussioni concrete e molto forti da parte dell’autorità, per provare a rovesciare un regime che soffoca la sua popolazione e non dà spazio ha un futuro roseo per le prossime generazioni ma continua invece a calpestare i diritti femminili ma in generale i diritti umani.
Alcuni politici hanno chiesto la fine dell’imposizione all’uso del velo e delle leggi che, fondamentalmente, legalizzano la discriminazione contro le donne, ma moltissimi altri rappresentanti della politica iraniana credono che sia soltanto necessario cambiare la metodologia per accertare le violazioni e le conseguenti punizioni.
La Guida Suprema dell’iran Alì Khamenei ha fatto un discorso a gennaio che è rimasto molto impresso in quanto molto ambivalente, dove ha spiegato che l’hijab è un dovere non trascurabile da parte di tutte le donne musulmane, sottolineando poi però che nessuna cittadina iraniana dovrebbe essere additata come non religiosa nel caso in cui decida di non utilizzare il velo o non rispetti appieno il codice islamico dell’abbigliamento.
Sembra che le autorità iraniane si trovano effettivamente di fronte a un dilemma ovvero quello del consentire o meno alla popolazione di indossare ciò che desiderano in occasioni pubbliche ma la maggior parte dei deputati crede che questo sia un fallimento ideologico che non appartiene all’iran.
Le proteste sembravano aver trovato un momento di equilibrio, ma in realtà il clima sembra essere nuovamente in focato e le donne non esitano a ripresentarsi senza velo e a manifestare senza sosta come è avvenuto la scorsa notte dove sono stati denunciati molti feriti e anche manifestanti deceduti
Il suocero del presidente dell’iran raisi ha spiegato all’inizio di questo mese che: “Il regime non è più abbastanza potente da opporsi alle donne che sfidano l’isia obbligatorio”.
L’imam Mohammad-Nabi Mousavifard ha suggerito a Febbraio che la polizia dovrebbe approvare nuove leggi inerenti alla violazione dell’uso del velo precisando che “altrimenti Le donne scenderanno in strada nude quest’estate.”
Martedì sera, dopo che è stata attuata l’accessione parlamentare sull’applicazione del velo per le donne, migliaia di giovani iraniani sono tornati a scendere in strada ballando con i capelli sciolti e bruciando foulard e foto di Khamenei. Quella che è la tradizionale festa del fuoco iraniano si è trasformata nuovamente in rabbia contro le forze di sicurezza, che non cedano e hanno intenzione di sottomettere nuovamente a in posizioni rigida genere femminile.
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