Brevetti, solo una inventrice su sette è donna in Italia. Sardegna in top 5 europea

In Italia solo una inventrice su sette è donna. A rivelarlo uno studio condotto dall’Ufficio europeo dei brevetti. La regione più virtuosa è la Sardegna. Il primo settore è quello della chimica. Ma in Europa c’è chi fa peggio.

Ricerca scientifica
Una ricercatrice nel 2020 – Nanopress.it

Il gender gap è anche nei brevetti. Le donne inventrici fanno più spesso parte di team, meno quelle che sono ricercatrici indipendenti anche se nei gruppi di lavoro ricoprono ruoli apicali meno di frequente rispetto ai colleghi uomini.

Brevetti, ecco i dati

La presenza e l’apporto delle donne in ambiti scientifici e tecnologici sono aumentati negli ultimi decenni, eppure la parità con gli uomini non è ancora stata raggiunta. Il gender gap si riflette infatti anche nel contributo che le donne danno all’innovazione. Quando si parla di brevetti, in Italia solo una inventrice su sette è donna.

A affermarlo è uno studio condotto dall’EPO, acronimo che tradotto sta per Ufficio Europeo dei Brevetti. La ricerca ha esaminato la partecipazione delle donne in attività di registrazione di brevetti (3.9 milioni sono stati in 40 anni) nei 38 Paesi che hanno aderito alla Convenzione europea sui brevetti, nell’arco temporale che va dal 1978 al 2019. Dopodiché agli inventori è stato attributo un genere, sulla base dei loro nomi anagrafici con cui hanno fatto richiesta per la registrazione dell’invenzione. Dall’analisi è così emerso che solo il 14.3% delle richieste di brevetti tra il 2010 e il 2019 è pervenuto da donne italiane in Europa. Il dato è in aumento, a livello europeo si è passati dal 2% dei brevetti di fine anni ’70 al 13% del 2019, ma la disparità uomo-donna resta forte.

I primi posti in Europa

Tra tutti gli Stati membri dell’EPO, l’Italia si posiziona al sedicesimo posto per presenza di donne. Un risultato che deve sicuramente essere perfezionato ma comunque è migliore della media europea che si attesta al 13.2%. Ai primi posti ci sono Lettonia (30.6%), Portogallo (26.8%) e Croazia (25.8%).

Interessante poi come dalla ricerca siano emerse grandi differenze tra le regioni della Penisola. A fare meglio di tutti in questa speciale classifica interna è la Sardegna, che può rivendicare il tasso di inventrici più alto nelle domande di brevetto, pari al 27.9%. Non solo, il territorio insulare è anche il quinto a più alta percentuale in Europa. Fanalino di coda invece è Bolzano dove la quota scende al 4.3%.

Il presidente invita a fare di più per l’inclusività

Il presidente dell’EPO Antonio Campinos ha commentato i risultati dello studio, evidenziando come le lacune debbano essere colmate per realizzare il pieno potenziale delle inventrici in Europa. “Sebbene negli ultimi decenni siano stati compiuti alcuni progressi, è necessario fare di più per rafforzare l’inclusività nel campo dei brevetti”, ha affermato Campinos. “La promozione delle donne nella scienza e nell’innovazione rimane una sfida importante per l’Europa e costituisce un fattore chiave per la nostra futura sostenibilità e competitività”, ha concluso.

Il ruolo delle università

Dalla ricerca è emerso anche che in Italia le università hanno un ruolo particolarmente importante nelle attività brevettuali. Il 50% dei dottorandi italiani in materie Stem sono donne, ossia in discipline quali scienze, tecnologia, ingegneria e matematica. Il dato è superiore a Francia, dove è il 47% e Germania che si attesta al 44%. Tra le imprese e gli enti di ricerca italiani per tasso di inventrici poi, in classifica nei primi tre posti ci sono due università. Al primo posto c’è infatti l’Università di Genova con il 37.8% di inventrici donne e poco sotto, al terzo posto, c’è la Sapienza di Roma con il 35.1%. Tra le due università c’è il CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche con il 35.3%. Seguono l’azienda chimica LyondellBasell al 34.9% e la multinazionale Chiesi Pharmaceuticals al 26.3%.

Università Genova ricerca mascherine
Una ricerca sulle mascherine condotta dall’Università di Genova nel 2020 – Nanopress.it

I dati rivelano inoltre che le donne è più probabile che si trovino all’interno dei gruppi di ricerca formati da inventori piuttosto che tra inventori indipendenti, malgrado nei team ricoprano tendenzialmente posizioni meno apicali rispetto agli uomini che più spesso sono senior.

Settore chimico in testa, male l’ingegneria meccanica

Il settore tecnologico con la più alta presenza di inventrici è quello chimico, dove in Italia le donne nel periodo 2010-2019 sono state il 27.3% rispetto al 22.4% della media europea. In questo ambito le domande di brevetto per biotecnologie e prodotti farmaceutici sono state per oltre il 30% appannaggio delle donne tra gli inventori europei. Il settore che ha fatto peggio in assoluto è stato invece l’ingegneria meccanica sia in Italia sia a livello europeo con solo il 5.2%.

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