In questi giorni stiamo assistendo a un nuovo aumento dei prezzi del carburante. Il gasolio ha superato i due euro e la benzina è in aumento.
Il rincaro attuale preoccupa molto data la scadenza dello sconto fiscale prevista per il 31 ottobre. L’attuale decurtamento monetario al prezzo tornerà in essere dopo la scadenza ma la misura potrebbe comunque essere prorogata dal nuovo governo nel nuovo decreto Aiuti in programma.
Negli ultimi giorni c’è stata un’inversione di rotta nei prezzi del carburante che nelle ultime settimane aveva fatto respirare i consumatori italiani. La crisi energetica e del gas ha generato una reazione a catena dovuta anche al conflitto tra Russia Ucraina che si è tradotta inevitabilmente in un aumento dei prezzi.
La benzina in modalità servito è attualmente attorno ai 1.844 euro al litro mentre il gasolio ha superato nei valori medi i due euro.
La scadenza dello sgravio fiscale, che sottrae al costo unitario al litro 30,4 centesimi, apporterebbe un aumento consistente ai prezzi già in aumento. Il diesel ha raggiunto cifre incredibili nonostante sia sempre stato ben al di sotto del costo della benzina.
Mentre per quanto riguarda invece il gpl il prezzo attuale è compreso in un range che va dai 0,788 ai 0,806 al litro. Il metano invece ha superato soglie mai viste prima e si aggira tra i 2,784 e i 3,392.
Il nuovo governo potrebbe decidere di prorogare la misura con l’introduzione del nuovo decreto, con le associazioni dei consumatori si auspicano che ciò avvenga. Altrimenti sarebbero compromesse numerose attività e anche l’economia del paese ne risentirebbe in maniera importante.
L’aumento dei prezzi del carburante è argomento attuale in quanto stiamo assistendo a una nuova crescita. Ciò che colpisce di più analizzando i dati emersi dal periodo attuale è il costo decisamente superiore del diesel rispetto a quello della benzina.
La prima causa è imputabile al periodo dell’anno nel quale ci troviamo e nel quale la domanda di carburante per la mobilità diminuisce e aumenta invece la richiesta di carburante necessario al riscaldamento e anche quella di elettricità che è la categoria che si serve del gasolio.
Non è soltanto questo però, dato che un significativo rincaro è dovuto alla guerra tra Russia e Ucraina. Le raffinerie di benzina sono per la maggior parte locate in Europa mentre per quanto riguarda le raffinerie, quelle che producono petrolio sono, appunto, in Russia. L’Europa si appoggia per il 60% della produzione di gasolio e le importazioni sono diventate molto più difficoltose.
Il clima di incertezza ha portato a un ampliamento della forbice del divario tra il prezzo del gasolio e quello della benzina. Ulteriore incertezza ora è portata anche dal famoso tetto del prezzo del gas o price cap che dovrebbe entrare in vigore ma proprio in queste ultime ore Vladimir Putin è tornato a parlarne confermando la propria posizione che si oppone ovviamente alla misura.
Putin ha affermato che bloccherà le forniture ai paesi che applicheranno il famoso tetto. Sembra che questo problema non abbia soluzione breve dati i pareri ancora estremamente discordanti in materia di energia e carburante.
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