Nuovo calcolo del Pil: la mafia salva l’Italia

Il nuovo calcolo del Pil ridisegna la situazione in Italia anche per quanto riguarda il deficit. Rispetto al valore precedente, il Pil sale di 59 miliardi di euro, che corrispondono al 3,7% in più. Lo dice l’Istat, che ha effettuato una vera e propria rivalutazione in seguito ai cambiamenti che sono stati introdotti nel sistema di misurazione. E’ stato rinnovato il metodo di calcolo e si parte dal 2011, che è stato scelto come momento “0”, che fungerà da base, in modo da rivedere tutti i conti nazionali.

Il 22 settembre sarà diffusa la serie annuale aggiornata al 2013 e in questo stesso periodo il Governo metterà a punto il Documento di Economia e Finanza (Def). Il 15 ottobre si potrà contare anche sui dati trimestrali relativi al 2014. Tra le rimodulazioni, anche le spese per la ricerca e l’innovazione e per gli armamenti.

L’economia sommersa

Una quota preponderante, che ha contribuito alla rivalutazione del Pil del 2011, è da attribuire al capitolo che potremmo definire “economia sommersa”. Si tratta dell’inclusione di alcune attività illegali, fra le quali vanno ricordate la commercializzazione della droga, il contrabbando di sigarette e la prostituzione. Complessivamente queste attività contribuiscono alla rivalutazione del Pil per 15,5 miliardi.

La stima relativa all’economia sommersa arriva a pesare sul Pil per l’11,5%. Aggiungendo l’economia illegale, si arriva al 12,4%. Fra le somme che vanno aggiunte, per comprendere più in fondo come si arrivi a questi calcoli, ci sono anche quelli del lavoro irregolare. L’economia sommersa è pari a circa 187 miliardi, mentre la cosiddetta “economia non osservata” corrisponderebbe a più di 200 miliardi. Per effetto del ricalcolo, il rapporto fra deficit e Pil migliora di 0,2 punti percentuali. L’Istat è sicuro nel comunicare questo effetto del ricalcolo del Pil. La pressione fiscale migliora di 0,9 punti al 41,6% del Pil.

La situazione non appare uguale per tutti i Paesi europei: lo dimostra uno studio della Commissione UE, che ha specificato come gli impatti sul livello del Pil possano variare da Stato a Stato. Non sono da trascurare gli effetti dovuti anche alle innovazioni introdotte nelle fonti e nelle metodologie nazionali. Il Pil italiano nel 2011 è ora stimato 1.638,9 miliardi rispetto ai 1.579,9 della stima precedente.

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