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Con 423 voti a favore, 209 contrari e 67 astenuti il Parlamento europeo ha eletto la nuova Commissione europea, guidata da Jean-Claude Juncker. A favore del nuovo presidente lussemburghese e della sua squadra hanno votato il PPE, il PSE e Alde (liberali): la commissione però perde 56 voti rispetto al totale dei gruppi. Il prossimo passaggio sarà la formalizzazione da parte del Consiglio Europeo in modo da permettere l’entrata in carica il 1° novembre. I nuovi Commissari Europei che guideranno la politica dell’Unione Europea, sono stati scelti dopo una lunga e faticosa trattativa, frutto di accordi tra Popolari e Socialisti. Nomi importanti e che preannunciano, nelle intenzioni di Junker, un cambiamento di rotta delle politiche europee: su tutti il francese Pierre Moscovici, ex ministro dell’Economia del governo socialista, come commissario agli Affari Economici e la conferma della nomina di Federica Mogherini ad Alto Rappresentante per la Politica Estera. Per la ministra di Matteo Renzi arriva anche il doppio ruolo di vicepresidente della Commissione: sette i nomi in totale scelti da Junker per la vicepresidenza.
“Sono onorato di vedere che la mia squadra ha ricevuto il sostegno democratico del Parlamento Europeo. Ora è tempo di mettersi subito al lavoro“, è il primo commento affidato a Twitter del nuovo presidente della commissione europea in inglese e francese.
I feel honoured that #TeamJunckerEU has received the democratic backing of the @Europarl_EN. Now time to get to work
https://t.co/ny75klQsR6
— Jean-Claude Juncker (@JunckerEU) 22 Ottobre 2014
Il voto viene visto come “un momento storico” anche dal neo commissario Affari Economici, il francese Moscovici, che si troverà a dover rilanciare le politiche economiche europee in un braccio di ferro con la componente rigorista della commissione.
The European Parliament has approved the #Juncker @EU_Commission : an historical task awaits us for Europe, I am ready #Junckerteam
— Pierre Moscovici (@pierremoscovici) 22 Ottobre 2014
“Penso che sarà una squadra vincente. Avevo chiesto ai capi di Stato e di governo di proporre dei politici di alto livelli, in quanto i commissari non sono solo funzionari ma anche politici e si devono agire come tali”, ha spiegato Junker nella conferenza stampa di presentazione dello scorso 10 settembre. Per il presidente è tempo di “dimostrare che la Commissione può cambiare. Quello che presento oggi è una Commissione politica, dinamica ed efficace, orientata a dare all’Europa un nuovo inizio”.
Da una parte c’è la volontà di cambiare e aprire le politiche europee a favore della crescita, come dimostra la scelta di Moscovici, uomo di Francois Hollande; dall’altra il controllo sul rigore che viene comunque garantito con la nomina del finlandese Jyrki Katainen, esponente della politica “rigorista” a vicepresidente coordinatore di tutti i principali portafogli economici e con potere di veto.
New @EU_Commission structure announced: 4 Projects Teams led by Vice-Presidents #TeamJunckerEU https://t.co/s1Nrh5NkkX pic.twitter.com/U2zdNUWWiv
— European Commission (@EU_Commission) 10 Settembre 2014
Tra le novità sottolineate da Junker, la presenza delle donne (9 in totale) di cui 3 scelte come vicepresidenti e con dicasteri importanti, aspetto su cui ha lavorato molto. “Ci sono nove ex-primi ministri, 19 ex ministri, sette commissari uscenti, e otto ex deputati del Parlamento europeo”, elenca il presidente, che sottolinea come “undici commissari abbiano una solidissima esperienza in materia economica e finanziaria, otto in materia di affari esteri”. Junker si sofferma sulle polemiche che hanno preceduto la nomina della Mogherini. “L’ho incontrata spesso e non sono sorpreso dalle sue qualità ma da certi commenti che hanno accompagnato la sua candidatura”, chiarisce, dicendosi “felice” della sua nomina e confermando che “parteciperà spesso ai lavori della Commissione come vicepresidente”. Prossimo passo per la conferma delle nomine il voto del Parlamento europeo nella seduta plenaria di ottobre.
I nuovi Commissari Europei
Pierre Moscovici sarà il commissario agli affari Economici, finanziari, alla Tassazione e alle dogane (gli Affari Monetari sono di competenza della Bce): francese, socialista e uno degli uomini più vicini al presidente Hollande, è definito una “colomba” in merito alle politiche economiche.
Jyrki Katainen, finlandese e uno dei ferventi sostenitori della politica del rigore sarà il vicepresidente coordinatore di tutti i principali portafogli economici.
Frans Timmermans, olandese, sarà il primo vicepresidente della Commissione: attuale ministro degli Esteri in Olanda, sarà il braccio destro di Junker e avrà il portafoglio per il miglioramento della normativa, le relazioni istituzionali, lo stato di diritto e la Carta dei Diritti Fondamentali.
Federica Mogherini viene confermata alla Politica Estera, vicepresidente della commissione; il greco Dimitris Avramopoulos, ministro della Difesa ed ex sindaco di Atene, sarà il primo commissario europeo per l’Immigrazione
Questo l’organigramma completo della nuova Commissione Europea:
Presidente: Jean-Claude Juncker (Lussemburgo)
Primi vicepresidenti: Frans Timmermans, responsabile per la sicurezza (Olanda) e Federica Mogherini, Alto rappresentante per la Politica estera (Italia)
Vicepresidenti:
Bilancio e risorse umane: Kristalina Georgieva (Bulgaria)
Mercato digitale: Andrus Ansip (Estonia)
Energia: Alenka Bratusek (Slovenia)
Sociale: Valdis Dombrovskis (Lettonia)
Lavoro, investimenti e competitività: Jyrki Katainen (Finlandia)
Membri della commissione:
Trasporti e turismo: Maros Sefcovic (Slovacchia)
Economia digitale: Gunther Oettinger (Germania)
Negoziati per l’allargamento: Johannes Hahn (Austria)
Commercio: Cecilia Malmstrom (Svezia)
Cooperazione internazionale e sviluppo: Neven Mimica (Croazia)
Clima ed energia: Miguel Arias Canete (Spagna)
Ambiente, politiche marittime e pesca: Karmenu Vella (Malta)
Salute e sicurezza alimentare: Vytenis Andriukaitis (Lituania)
Interno e Immigrazione: Dimitris Avramopoulos (Grecia)
Lavoro e affari sociali e mobilità: Marianne Thyssen (Belgio)
Economia e finanze: Pierre Moscovici (Francia)
Aiuti umanitari e gestione delle crisi: Christos Stylianides (Cipro)
Agricoltura e sviluppo rurale: Phil Hogan (Irlanda)
Stabilità finanziaria: Jonathan Hill (Regno Unito)
Mercato interno e industria: Elzbieta Bienkowska (Polonia)
Giustizia, consumi e pari opportunità: Vera Jourová (Rep. ceca)
Istruzione, cultura e politiche giovanili: Tibor Navracsics (Ungheria)
Politiche regionali: Corina Cretu (Romania)
Concorrenza: Margrethe Vestager (Danimarca)
Ricerca, scienza e innovazione: Carlos Moedas (Portogallo).