Mentre questa settimana vigono ancora le norme del precedente decreto, il 16 gennaio verrà emanato un nuovo Dpcm che prevede un inasprimento delle norme restrittive e l’introduzione di alcune novità. È prevista però anche l’introduzione di nuovi ristori.
Il decreto, che dovrebbe essere approvato il 13, durerà tra i 30 e i 45 giorni e non è da escludersi che venga emanato un decreto che proroga le norme del Dpcm precedente. L’intenzione è quella di procedere di trimestre in trimestre per quanto riguarda lo stato d’emergenza, perciò le prossime valutazioni saranno fatte ad aprile.
Ieri Conte ha incontrato i capi delegazione di maggioranza mentre oggi i ministri Boccia e Speranza parleranno con governatori delle Regioni per trovare un accordo sulle future regole.
Durante la riunione di ieri, fanno sapere fonti del governo, si è parlato del divieto di spostamento anche tra regioni gialle, fortemente sostenuto dai sue ministri, dell’estensione alla fascia arancio anche in caso di rt basso ma alto rischio di diffusione del virus e dei parametri della zona bianca, che corrisponde al quasi ritorno alla normalità. Il coprifuoco rimarrà immutato 22-5.
Nel nuovo Dpcm sarà prevista una forte stretta per evitare assembramenti e accenni di movida: indipendente dal colore della zona, è previso che il week end tutta Italia sia zona arancione (molto contraria Italia Viva) e che sarà imposto tutti i giorni il divieto di asporto per i bar dopo le ore 18. Questo perché in alcune città, si sono create situazione rischiose con gruppi di persone fuori dai locali che consumavano all’aperto.
Le proposte vengono dal CTS, che chiede anche la chiusura dei centro commerciali nei giorni festivi e prefestivi. Questo perché i contagi non accennano a calare e bisogna prevenire laddove possibile una terza ondata grave e diffusa.
In generale, nelle zone arancioni verrà mantenuta la possibilità di spostamento tra comuni sotto i 5mila abitanti entro i 30 km dalla residenza, rimanendo il divieto di recarsi nel capoluogo di provincia.
Entrerebbero invece automaticamente in zona rossa le Regioni in cui vengono superati i 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti. Le candidate a rientrare in questa fascia secondo il parametro sono Veneto, Emilia Romagna, provincia di Bolzano, Friuli-Venezia Giulia e Marche. Fortemente contrario a questo provvedimento proprio il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che ha già fatto sapere che farà in modo che non entri in vigore.
Per quanto riguarda le raccomandazioni del Governo in merito agli incontri con non conviventi a casa, valide per tutte le fasce, si invita a non superare le due persone esterne (esclusi gli under 14) e le visite vanno fatte massimo una volta al giorno.
Col Dpcm del 16 gennaio verrà introdotto il quarto colore per quanto riguarda la classificazione delle Regioni: il bianco. Questa novità è pensata per pianificare un graduale ritorno alla normalità e i parametri della zona sono al vaglio dell’Istituto Superiore di Sanità.
In fascia bianca potrebbero rientrare le regioni in cui l’Rt è al di sotto di 1: si ipotizza massimo 0,5, ovvero 50 casi alla settimana ogni 100mila abitanti. In questo caso, vi sarebbe una riapertura pressoché totale delle attività e degli spostamenti, e la fine del coprifuoco ma il mantenimento della mascherina: uno scenario a cui tutti tendono, ma che ancora non si è verificato in nessuna parte d’Italia.
L’attività sciistica non dovrebbe ripartire il 18 gennaio come preventivato in precedenza. Per tutto gennaio dovrebbero continuare a rimanere chiusi palestre e impianti sportivi. Il 12 gennaio il ministro Vincenzo Spadafora incontrerà il CTS per discutere la questione sport, ma l’ipotesi più probabile è che non vengano nemmeno concesse le lezioni individuali, rinviando a febbraio l’eventuale ripartenza del settore sportivo non professionistico.
Anche le attività culturali e ricreative, quindi teatri, cinema e musei proseguiranno nella loro chiusura. Per quest’ultimi c’è la possibilità di una riapertura ma solo nelle zone gialle, ma è ancora da discutere.
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