Dovrebbe essere firmato oggi il nuovo Dpcm, che prevede un’ulteriore stretta sulle norme per contenere il Coronavirus.
L’entrata in vigore era prevista per oggi, ma il premier Conte sta ancora discutendo con i governatori regionali per trovare una soluzione che metta d’accordo tutti.
Un provvedimento locale o nazionale?
Il nodo della discussione tra Governo centrale e amministrazioni locali è l’applicazione delle norme in tutta Italia o meno. L’idea di Conte è quella di mettere in atto diversi livelli di restrizioni (tre) in base alla situazione della Regione e al livello di rischio calcolato dall’Istituzione Superiore di Sanità. Il terzo livello è quello più basso ed è quello di partenza su base nazionale, via a via salendo con la gravità e le conseguenti restrizioni. Al primo livello corrisponde lo Scenario 4, il peggiore previsto.
I governatori regionali e i rappresentanti delle associazioni degli enti locali si sono riuniti ieri mattina insieme al ministro della Salute Speranza e il ministro degli Affari Regionali Boccia, mentre Conte ha incontrato i capidelegazione della maggioranza.
La richiesta dei presidenti regionali è quella di estendere a tutta l’Italia le restrizioni del nuovo Dpcm, mentre il governo sarebbe più orientato ad azioni locali. Franceschini, ministro dei Beni culturali e capodelegazione Pd al governo, ha fatto sapere che l’intenzione è quella di mettere in atto norme più severe nelle regioni dove l’indice Rt super l’1,5. Come ha confermato Boccia, “Se l’indice di trasmissione supera un certo livello – oggi ci sono 11 Regioni oltre 1,5 e 2 regioni oltre 2 – allora alcune misure già previste dal piano che abbiamo condiviso e aggiornato insieme devono scattare in automatico“.
Il governo ha bocciato la richiesta di Lombardia, Piemonte e Liguria di mettere in lockdown il più stretto possibile gli over 70, mentre i rappresentanti leghisti, sostenuti anche da Salvini, hanno fatto richiesta di dare mandato ai medici di base di eseguire i tamponi e di curare i malati direttamente a casa.
Le accese trattative per il nuovo Dpcm proseguono questa mattina ed è previsto che Conte parli alla Camera oggi alle 12 e al Senato alle 17. L’Italia è col fiato sospeso per conoscere il proprio destino tra determinazione condivisa nel contenere il virus e la speranza di non affossare ulteriormente l’economia.
Le norme del nuovo Dpcm
In linea generale, le regole del nuovo Dpcm per le Regioni più contagiate (Calabria, Piemonte e Lombardia) dovrebbero essere queste: coprifuoco alle 18 o alle 21, chiusura delle Regioni (spostamenti solo se giustificati), sospensione delle attività di slot machine in bar e tabaccherie, chiusura dei centri commerciali nel week end e chiusura pressoché totale delle attività. Infatti, si pensa di chiudere bar e ristoranti anche a pranzo, negozi non “necessari”, musei e distributori automatici. Poi spetterà ai singoli governatori valutare se imporre il lockdown alle città più colpite, ma Fontana ha già fatto sapere di essere totalmente contrario e che Milano non verrà chiusa. Inoltre, si prevede didattica a distanza a partire dalla seconda media e smart working per tutta la pubblica amministrazione, esclusi ovviamente i servizi per cui è necessaria la presenza. Nelle altre Regioni, le norme dovrebbero essere più morbide.