Mancano ormai pochi giorni all’entrata in vigore del nuovo Dpcm. Secondo quanto appreso da Adnkronos, alle 15 di oggi, martedì 1 dicembre, si terrà una riunione tra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione della forze di maggioranza per discutere del nuovo provvedimento.
Secondo quanto riportato in questi giorni, con il nuovo Dpcm il coprifuoco rimarrà alle 22 e i ristoranti rimarranno chiusi il 25 e 26 dicembre. Per quanto riguarda i negozi, invece, sarà prolungato fino alle 21 l’orario di apertura.
Per quanto riguarda invece gli sposamenti tra Regioni, saranno probabilmente vietati anche tra zone gialle dal primo weekend di Natale. Ci saranno però delle eccezioni che riguarderanno chi ha la residenza in un’altra regione, chi dovrà fare ritorno al proprio domicilio o chi dovrà ricongiungersi alla propria famiglia. Sarà inoltre probabilmente concessa più “libertà” di movimento a chi vorrà raggiungere la seconda casa, all’interno della zona gialla, prima del blocco.
Nelle zone arancioni, come da norme vigenti, non sarà ancora consentito lasciare il proprio comune.
Inoltre, secondo quanto appresso da fonti che assistono al vertice di oggi, martedì 1 dicembre, tra Governo e Regioni, il nuovo Dpcm potrebbe durare almeno fino al 10 gennaio 2021. Il Governo non vorrebbe cedere, secondo quanto riferito in una seconda fase dell’incontro, su ulteriori allentamenti nel periodo delle festività.
“Le Regioni chiedono un ulteriore confronto che dia trasparenza al processo decisionale che attiene alla divisione in fasce del Paese” ha detto Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria. “Le Regioni ribadiscono che occorre semplificare e qualificare il processo decisionale, sapere come vengono interpretati i parametri”.
Nel nuovo Dpcm, in vigore dal prossimo 4 dicembre, potrebbe essere prevista anche la chiusura dei confini sulle Alpi. I presidente delle Regioni hanno partecipato ad una lunga riunione per cercare di trovare l’intesa sulle linee guida da portare al Governo.
Sulla questione, Toti ha detto: “Chiediamo ristori per categorie che andranno a soffrire di un Natale necessariamente stretto tra i vari divieti”.
“Le Regioni si sono interrogate sulla possibilità e a quali condizioni riaprire ad esempio per i soli ospiti degli hotel o per coloro che affittano o posseggono una seconda casa gli impianti di risalita per dare una parziale compensazione a località sciistiche che soffriranno molto o, in caso questo non possa essere, la chiusura dei confini del Paese per evitare che si possa andare a sciare in Paese dove appare verosimile che gli impianti resteranno aperti, come la Svizzera, che lo sta già facendo, l’Austria e la Slovenia” ha concluso Toti.
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