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Nuovo Dpcm, la protesta dei sindaci sul coprifuoco: “Scaribarile sui primi cittadini”

Nel Dpcm firmato ieri dal premier Giuseppe Conte, si prevede che siano i sindaci a decidere una eventuale chiusura, a partire dalle ore 21, di vie e piazze dove si possano creare assembramenti. Ma i sindaci non sono d’accordo e definiscono la norma uno “scaricabarile” sulle spalle dei primi cittadini.

Questo non lo accettiamo“, così afferma il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, sottolineando che “nei momenti difficili le istituzioni si assumono le responsabilità non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare”.

A destare l’ira dei sindaci è, infatti, la norma contenuta nel nuovo dpcm che attribuisce ai sindaci la responsabilità di chiudere, dalle ore 21, vie e piazze dove possano crearsi assembramenti, fatta salva la possibilità di deflusso e di accesso per chi deve raggiungere esercizi commerciali o abitazioni private.

Ci saranno le forze dell’ordine a controllare le aree pubbliche in cui sarà vietato l’ingresso e a riconoscere residenti e avventori dei locali?“, si chiede Antonio Decaro, e aggiunge: “I sindaci sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso“.

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori

A intervenire sulla questione sollevata dalla norma contenuta nel Dpcm, firmato ieri dal Premier Conte, è anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. “È una previsione – scrive Gori su Facebook – non concordata con i rappresentanti dei sindaci, mai discussa negli incontri che si sono tenuti con il Governo fino a stamattina, e che i sindaci giudicano non realizzabile con le sole forze di polizia locale a loro disposizione“.

Anche il sindaco di Bergamo si schiera dunque dalla parte del presidente dell’Anci Antonio Decaro, sindaco di Bari.

Il sindaco di Firenze Dario Nardella

Sulla stessa linea si posiziona anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella. “So che la situazione è difficile ma lasciare sulle spalle di noi sindaci la scelta delle zone dove imporre e controllare il coprifuoco è impossibile“, spiega Nardella. “Il governo corra ai ripari subito e cambi questa regola“, scrive su Twitter il sindaco di Firenze.

Orlando: “Non scaricare le responsabilità sui sindaci”

Il governo nazionale non può minimamente pensare di scaricare sui sindaci le sue responsabilità, dopo mesi durante i quali il ruolo delle amministrazioni locali è stato a dir poco sottovalutato“, dichiara Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia. “Se il governo valuta che la situazione in Italia sia grave e stia ulteriormente peggiorando come in altri Paesi d’Europa, si assuma le sue responsabilità“, commenta Orlando.

Se si valuta la necessità di un lockdown notturno, una sorta di coprifuoco, “il governo lo decreti e disponga chi, come e con quali forze deve effettuare i controlli”, conclude il presidente di Anci Sicilia. E ancora: “Basta con il gioco al massacro contro le amministrazioni locali“.

Sparisce il riferimento ai sindaci

Ma la protesta dei primi cittadini pare aver sortito effetto nel giro di poche ore. Infatti, dopo aver annunciato la possibilità per i sindaci di chiudere vie e piazze alle 21 in caso di assembramenti, il riferimento non è presente nel provvedimento pubblicato in Gazzetta Ufficiale, come riporta l’Adnkronos. Se nella bozza su cui lavorava Palazzo Chigi si faceva esplicito riferimento alla facoltà dei sindaci di chiudere vie e piazze dopo le 21, nel testo definitivo il riferimento scompare.

Nel Dpcm firmato dal premier Conte e pubblicato sul sito di palazzo Chigi si legge: “Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”.

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