Gli USA autorizzano una nuova tranche di armi e aiuti bellici all’Ucraina, Mohammed bin Salman, principe ereditario dell’Arabia Saudita, invia a Kiev aiuti umanitari; nel frattempo non si interrompono gli attacchi di Putin sulle città ucraine.
Prosegue il coordinamento mondiale, certamente faticoso e disseminato di asperità e interessi contrastanti, a sostegno dell’Ucraina e del governo Zelensky per frenare i tentativi di offensiva russi e ricacciare gli occupanti al di là dei confini nazionali ucraini.
Gli aiuti USA all’Ucraina
Gli Stati Uniti, attraverso il Dipartimento della Difesa del Pentagono, hanno autorizzato l’invio di armi e munizionamento bellico per 725 milioni di dollari, portando il totale dei fondi investiti da Washington in favore della resistenza ucraina a 18.2 miliardi di dollari.
Il pacchetto comprende soprattutto munizioni per i finora efficientissimi sistemi di artiglieria Himars, i quali hanno permesso all’esercito di Kiev di ribaltare l’andamento degli scontri, costringendo le truppe di Putin a rovinose ritirate. La commessa stanzia circa 23 mila proiettili da 155mm e 500 munizioni di precisione.
Oltre all’invio di armi l’amministrazione a stelle e strisce starebbe tentando di individuare un’alternativa al sistema di connessione internet Starlink, progetto per la telecomunicazione satellitare di Elon Musk. Quest’ultimo ha fornito la sua avanzata quanto sperimentale piattaforma di comunicazione digitale all’esercito di Kiev fin dall’inizio degli scontri permettendo così ai militari ucraini di avere un rapido e integrato sistema di condivisione delle informazioni di guerra impermeabile agli attacchi hacker russi.
Musk ha recentemente lamentato l’impossibilità di sostenere i costi della rete, che si sostanzia di circa 20 mila unità satellitari per tracciare e veicolare il segnale sul territorio ucraino, chiedendo un soccorso finanziario allo stesso Pentagono per proseguire il suo appoggio. Il Dipartimento della Difesa, dal canto suo, sta valutando tutte le opzioni disponibili per garantire l’accessibilità e la schermatura della rete internet agli ucraini, viste le insofferenze di Musk, uscitosene poco tempo prima con un piano di pace fortemente sbilanciato a favore dei russi e perciò immediatamente bocciato.
Cos’altro si muove intorno al teatro bellico
Oltre agli Stati Uniti un altro Paese, storico quanto riottoso alleato di Washington, ha deciso di contribuire finanziariamente a sostegno del popolo aggredito: l’Arabia Saudita.
Stanziamento fatto forse per ingraziarsi nuovamente l’alleato americano molto infastidito dalla decisione OPEC+ (di cui l’Arabia è uno dei membri) di tagliare la produzione mondiale di petrolio per contrastare il calo del prezzo di vendita dell’idrocarburo.
In ogni caso, il principe ereditario Mohammed bin Salman ha annunciato l’invio di 400 milioni di dollari a Kiev sotto forma di aiuti umanitari; inoltre lo stesso Bin Salman riferisce di aver contattato direttamente il presidente ucraino Zelensky per ribadire il sostegno saudita alla de-escalation bellica e alla mediazione tra le parti.
Intanto Putin continua gli attacchi terroristici sulle città ucraine per fiaccare l’animo della resistenza locale (finora con risultati scarsi se non controproducenti). Droni iraniani kamikaze sono stati lanciati sulla città di Zaporizhzhya; intanto l’energia è stata riallacciata nella centrale nucleare omonima, dopo che la settimana scorsa, per due volte, l’impianto aveva subito blackout.