Nuovo rinvio dell’udienza sull’estradizione del padre di Saman Abbas, Shabbar: lo slittamento sarebbe stato causato dall’assenza del pubblico ministero atteso in aula a Islamabad per decidere sull’eventuale consegna dell’uomo alle autorità italiane. Il punto sulla situazione a poche settimane dall’inizio del processo.
Shabbar Abbas potrebbe non arrivare mai in Italia. La sensazione dirompente è che il Pakistan stia temporeggiando e diluendo ulteriormente i tempi perché non si concluda l’estradizione richiesta dalle autorità italiane in vista del processo che lo vedrebbe sul banco degli imputati tra gli accusati dell’omicidio della figlia.
Slitta ancora la decisione del giudice pakistano sulla eventuale estradizione del padre di Saman Abbas, ritenuto dagli inquirenti italiani tra i responsabili della morte della 18enne uccisa a Novellara nel maggio 2021.
Chiamati a processo lui e la moglie, Nazia Shaheen – tuttora latitante e secondo alcune indiscrezioni nemmeno ricercata in patria -, con altri tre parenti: uno zio di Saman, Danish Hasnain, indicato dal fratello minore della vittima come autore materiale del delitto, e i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq (questi ultimi tre arrestati all’estero e già consegnati all’Italia).
Poche ore fa in Pakistan era attesa una importante udienza per decidere sull’eventuale trasferimento del padre della ragazza, ma si sarebbe assistito all’ottavo rinvio stavolta per l’assenza del pm.
Stando a quanto appreso dalle agenzie di stampa italiane, la prossima udienza sulla posizione di Shabbar Abbas in Pakistan sarebbe fissata per il 26 gennaio.
Mancherebbero cioè meno di 48 ore al nuovo appuntamento stabilito in tribunale a Islamabad, ma i dubbi sulla decisione relativa alla eventuale estradizione si fanno più pressanti.
Il padre di Saman era stato arrestato nel Punjab, sua regione d’origine, il 15 novembre scorso mentre la moglie, madre della vittima, risulta ancora irreperibile e le autorità pakistane non la starebbero cercando.
Saman Abbas è scomparsa a Novellara, dalla casa in provincia di Reggio Emilia in cui viveva con i genitori, nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021.
Secondo gli inquirenti sarebbe stata vittima di un omicidio maturato nel contesto familiare davanti alla sua opposizione alle nozze forzate in Pakistan, decise dal padre e dalla madre nei mesi precedenti e che avrebbero dovuto costringere Saman a sposare un cugino che non amava.
I sospetti della Procura si sarebbero immediatamente concentrati sulla rete familiare della vittima poiché un anno prima, secondo la ricostruzione, Saman era fuggita di casa per trovare rifugio in una comunità proprio a seguito delle presunte pressioni subite dai parenti affinché si piegasse al matrimonio combinato voluto dai genitori.
Il cadavere della 18enne è stato ritrovato oltre un anno dopo la sparizione a circa 700 metri dall’abitazione di Novellara in cui le telecamere la inquadrarono per l’ultima volta. Seppellita sotto quasi due metri di terra nel perimetro di un casolare diroccato.
I genitori, lo zio e i due cugini di Saman Abbas sono accusati a vario titolo di sequestro di persona, omicidio e soppressione di cadavere e il 10 febbraio prossimo si aprirà il processo che li vede imputati. Al momento, all’appello mancano proprio il padre e la madre di Saman.
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