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Ambiente

Occhio a questa pianta, rischia grosso chi la coltiva in giardino: è fuorilegge

Chi coltiva questa pianta fuorilegge in giardino mette a rischio la salute propria e altrui, ecco in che modo e di che si tratta.

Pianta in giardino – Nanopress.it

Le piante presenti in natura, soprattutto quelle selvatiche e spontanee, sono sempre molto affascinanti, e non smettono mai di stupirci. Alcune di queste, tuttavia, non sono particolarmente conosciute dai più, o si possono facilmente confondere con altre piante, pur essendo pericolose. Ed è per questo che in molti non sanno che alcune di queste piante sono addirittura illegali, in quanto si tratta di specie particolarmente invasive. Tra queste, c’è una particolare pianta fuorilegge a cui bisogna fare attenzione.

Piante vietate dall’UE, ecco perché

Le piante sono uno dei principali mezzi attraverso i quali abbelliamo i nostri spazi interni ed esterni, che siano balconi o soggiorni. Addirittura, alcune di queste vengono utilizzate in cucina, senza sapere che possono essere velenose.

Inoltre, ci sono piante più conosciute e semplici da gestire, mentre altre sono più delicate, esotiche e particolari. E proprio di quest’ultimo gruppo fanno parte la maggior parte delle piante vietate in Italia, le specie esotiche invasive.

Piante infestanti – Nanopress.it

Il Regolamento 1143/2014 dell’UE, infatti, illustra tutta una serie di specie vegetali e animali particolarmente pericolose per la salute umana e provenienti da diverse zone del mondo. Sulla base di questo regolamento, il Governo italiano ha emanato nel 2017 un Decreto legislativo che vieta l’introduzione, la detenzione, la coltivazione e la vendita di specie esotiche invasive nel nostro Paese.

Di questa lista fa parte anche una pianta invasiva che in molti non saprebbero riconoscere, ma che si trova in diverse zone del nord Italia, ed è particolarmente pericolosa.

Attenzione a questa pianta fuorilegge: l’Ambrosia

La pianta fuorilegge a cui ci riferiamo è l’Ambrosia, nome scientifico Ambrosia artemisiifolia. Si tratta di una pianta erbacea della famiglia delle Composite che ha fatto la sua prima comparsa in Nord America, e si suppone che sia arrivata in Europa infiltrandosi in carichi di sementi.

L’Ambrosia è presente in modo particolare in zone del mondo come la Repubblica Ceca, l’Austria, la Croazia, e in generale nelle aree dell’Europa centrale. Ma non solo: questa pianta invasiva è anche tipica di alcune zone della Francia e dell’Italia. Nel nostro Paese, in particolare, possiamo trovarla al nord, in provincia di Milano, Varese e Pavia. Ma come mai l’Ambrosia è considerata così pericolosa?

Ambrosia pianta fuorilegge – Nanopress.it

A spiegarlo è anche una brochure dedicata sul sito web della Regione Lombardia. Questa pianta è annuale e davvero molto infestante. Raggiunge infatti fino a 1,5-2 metri di altezza, e una singola pianta può dare vita fino a 60.000 semi, i quali possono germinare fino a 40 anni dopo.

L’Ambrosia fiorisce nel periodo compreso tra la fine di luglio e quella di settembre, ma è il periodo tra fine agosto e inizio settembre ad essere quello più pericoloso.

Questa pianta cresce sui bordi di strade e autostrade, sui muretti che costeggiano le rotaie ferroviarie e nei terreni non coltivati. Comunque, è anche in grado di infestare coltivazioni di soia e girasoli, nonché i terreni su cui in precedenza sono stati raccolti cereali.

Il rischio per la salute rappresentato dall’Ambrosia sta nel fatto che è molto pericolosa per i soggetti allergici. Il polline prodotto da questa piante, infatti, è tantissimo: basti pensare che durante la fioritura può raggiungere i due milioni di granuli a metro cubo.

Ambrosia allergia – Nanopress.it

Quando il vento la trasporta, questa gran quantità di polline viene inalata dai soggetti allergici, che possono accusare difficoltà respiratorie e irritazione oculare, ma anche attacchi d’asma.

Cosa fare se si possiede una pianta infestante

Secondo l’articolo 26 del Decreto n° 230/17, menzionato in precedenza, chi possiede una specie considerata invasiva deve denunciarne la presenza all’Amministrazione Comunale e all’Ufficio di Igiene e Sanità Pubblica della ATS locale. Se si dovesse decidere di non farlo, i rischi sono alti: si può incorrere in una multa, o peggio, nell’arresto.

Asia Paparella

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