Prosegue inarrestabile, secondo i dati Istat, l’emorragia di posti di lavoro nella fase che segue la più acuta parentesi dell’emergenza Covid. Rispetto al periodo pre pandemia, si sarebbero persi circa 600mila occupati e il trend è allarmante. L’istituto di statistica ha rilevato una contrazione di circa 752mila unità in un anno.
Un altro mese nero sul fronte occupazionale in Italia: rispetto al maggio scorso, secondo Istat, si confermano il calo dell’occupazione e l’aumento del bacino di persone che cercano un posto. Un’istantanea impietosa degli effetti collaterali del Covid, sebbene da sottolineare, a giugno, un ritmo meno sostenuto di quella che potrebbe rivelarsi una disfatta incalcolabile per la nazione.
46mila occupati in meno su base mensile, stando ai dati forniti dall’Istituto di statistica, che precisa come la contrazione coinvolga le donne (con perdita di 86mila unità) e i dipendenti permanenti, i cosiddetti “posto fisso” (con 60mila unità in meno). L’occupazione aumenta tra gli uomini (+39mila), i lavoratori con contratto a tempo determinato, gli autonomi e gli over 50.
Notizie altrettanto pessime da Censis, secondo cui almeno 2 milioni di famiglie in più rischiano di sprofondare in condizioni di povertà dopo l’emergenza Coronavirus.
“A giugno 2020 i dati sul mercato del lavoro descrivono un andamento
che conferma una tendenza alla flessione dei livelli di occupazione,
seppure a ritmi via via più contenuti, un recupero delle ore lavorate
pro-capite e un progressivo ampliamento dell’area delle persone in
cerca di lavoro. Da febbraio 2020 il livello dell’occupazione è sceso di circa 600mila unità e le persone in cerca di lavoro sono diminuite di 160mila, a fronte di un aumento degli inattivi di oltre 700mila unità. In quattro mesi, il tasso di occupazione perde un punto e mezzo, mentre quello
di disoccupazione, col dato di giugno, si riavvicina ai livelli di febbraio“. È il commento dell’Istat sulla rilevazione in questione, che aggiorna i dati al mese di giugno 2020.
L’aumento delle persone che cercano un lavoro è sensibile (+7,3%, cioè +149mila unità), e riguarda prevalentemente la popolazione maschile (+99mila unità contro il +50mila delle donne) ed è trasversale su tutte le classi di età. Cresce il tasso di disoccupazione (attestandosi all’8,8%, +0,6 punti) con particolare riferimento ai giovani, per cui ora sale al 27,6% (+1,9 punti).
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