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Ocean Viking, dopo 10 giorni assegnato il porto di Pozzallo alla nave

Assegnato il porto di Pozzallo alla Ocean Viking dopo dieci giorni di attesa. La nave di SOS Mediterranée ospita 294 migranti recuperati in mare: tante donne e bambini, minori non accompagnati e uomini che scappano da una vita fatta di dolore e guerre. 

Migranti in mare – Nanopress.it

La Ocean Viking potrà attraccare al porto di Pozzallo: la decisione è stata presa dopo dieci giorni d’attesa. La nave attraccherà al porto di Pozzallo, nel ragusano: a bordo 294 migranti, recuperati in mare. La Ong si è detta sollevata per la decisione intrapresa, anche se ha mosso una critica contro l’Unione Europea in merito alla gestione dell’emergenza dei migranti che scappano dai loro paesi per trovare salvezza.

Ocean Viking, assegnato porto di Pozzallo alla nave di Sos Mediteranée

Dopo dieci giorni di lunga attesa, alla Ocean Viking è stato assegnato il porto di Pozzallo, a Ragusa. L’imbarcazione ha a bordo 294 migranti che sono stati recuperati dal Mediterraneo centrale. La Ong ha pubblicato un tweet in cui ha espresso tutto il proprio sollievo per l’azione intrapresa. Il post:

Come leggiamo dalla didascala, c’è molto “sollievo” per aver ottenuto questo risultato, anche se viene formulata una critica esplicita all’Unione Europea, criticata per il modo in cui ha affrontato la questione: “ma, ancora una volta, abbiamo assistito al fallimento dell’Ue nel coordinare il meccanismo di sbarco, in violazione del diritto marittimo e dei diritti umani“.

 

I luoghi di provenienza dei migranti

I 294 migranti a bordo della Ocean Viking provengono da diverse nazioni dell’Africa: Mali, Guinea Conakry, Costa d’Avorio, Sudan, Camerun, Nigeria, Senegal, Egitto e altre nazionalità, per un totale di diciassette.

Le persone che scappano da guerre e violenze sono tante: in molti si mettono in salvo, scappando dai loro paesi, altre – però – muoiono in mare non riuscendo a trovare una via di salvezza.

Migranti – Nanopress.it

Dall’inizio del 2022, infatti, sono morte più di 550 persone nelle acque del Mediterraneo. Altre, invece, sono riuscite a trovare aiuto e soccorso dalle Ong che hanno provveduto ad assisterle e a dar loro cibo, acqua e beni di prima necessità, tra cui vestiti e coperte, dopo un viaggio pericoloso, lungo ed estenuante.

Si mettono in viaggio tante donne e bambini, spesso anche non accompagnati da un adulto e, nel corso di questi anni, anche i più piccoli hanno incontrato la morte nei viaggi di disperazione e speranza attuati per andare incontro a un futuro migliore: viaggi che, però, si sono trasformati in un incubo, in cui il mare è diventata la tomba di molte persone.

Daniela Caruso

Laureata in Culture Digitali e della Comunicazione e in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica, da diversi anni lavoro nel mondo digitale. Appassionata di disegno, canto, viaggi e di prodotti di bellezza.

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