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Si chiama Octobot il nuovo robot che arriva dall’Università di Harvard a Cambridge (Massachusetts, USA) e ancora una volta dimostra quanto sia l’imitare la natura il percorso migliore e più efficiente per raggiungere un funzionamento ideale per un automa. Si può infatti considerare una copia inanimata dell’intelligentissimo mollusco, nonché il primo robot con corpo non solido, ma “molliccio”. L’idea alla base è davvero geniale: la propulsione avviene per mezzo di reazioni chimiche che generano energia, che viene trasmessa nella struttura stampata in 3D con morbido e resistente silicone. Non c’è praticamente elettronica all’interno. Come funziona? Attraverso un circuito che attiva i movimenti: il perossido di idrogeno alias acqua ossigenata diventa gas che scorre lungo i canali interni fino a riempire le sezioni relative agli arti.
Non ci sono batterie, ma entro 4-8 minuti si esaurisce la “carica” chimica all’interna e il robot-polipo si ferma. Una sensazionale idea che potrebbe aprire la porta a applicazioni molto pratiche come ad esempio i mini automi per ricognizioni o sorveglianza.