In tempi di crisi, un lavoro come sagrestano presso la Cattedrale di San Lorenzo a Lugano, in Svizzera, può rappresentare la salvezza per un disoccupato. La cifra offerta come stipendio mensile, poi, è sicuramente appetibile, dato che si tratta di circa 3.800 euro al mese (4200 franchi svizzeri). A rendere pubblica l’offerta di lavoro per aspiranti sagrestani è stato il parroco della Cattedrale, che ha anche confessato di essere stato sommerso dalle richieste di moltissimi italiani che hanno risposto all’appello, ma che sono rimasti delusi nello scoprire che il lavoro nella chiesa più grande del Canton Ticino è destinato esclusivamente agli svizzeri.
”Cerchiamo qualcuno che abbia voglia di darsi da fare, di sgobbare. Anche perché non si tratta di volontariato”, e infatti lo stipendio promesso è di 4200 franchi al mese, passati tutti dalla parrocchia. Il sagrestano ideale per Don Aldo Aliverti non deve avere avuto problemi con la giustizia e : ”Deve essere una persona che abbia una certa predisposizione per i lavori manuali. C’è tanta manutenzione da fare. Si spazia poi dalle pulizie alla cura del nostro giardino. Ed è preferibile che conosca anche un po’ il cattolicesimo. Dovrà preparare le funzioni, i vestiti dei preti, il necessario per le messe. Serve dunque una disponibilità a lavorare al sabato e alla domenica, in particolare in occasione delle funzioni religiose. Non è certo una cosa da tutti”.
Entro il 29 aprile, data ultima per la presentazione delle domande, assicura Don Aldo che sarà selezionata ”con pazienza la persona giusta. Anche perché vogliamo proseguire nel solco della tradizione”. Intanto moltissimi candidati dall’Italia sono rimasti delusi nell’aver appreso che il lavoro presso la Cattedrale di San Lorenzo, a Lugano è riservato ad aspiranti sacrestani svizzeri. ”Siamo sommersi da mail e chiamate dall’Italia”, ma non si accettano candidature da non residenti: ”È una questione di praticità. È ovvio che, a prescindere dalla nazionalità, l’impiego in questione presuppone una residenza in loco”, spiega il parroco assicurando che dietro tale decisione non ci sono pregiudizi xenofobi.
Foto di Gerry Labrijn
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