Un accesso abusivo al sistema informatico, aggravato dalla loro posizione di essere pubblici ufficiali. Con questa accusa è stato arrestato un maresciallo dei Carabinieri, mentre un giornalista è indagato.
Avrebbero tentato di divulgare, attraverso alcuni giornali, alcune importanti informazioni sul boss Matteo Messina Denaro. Cerchiamo di capire cosa è successo.
Utilizzare segreti d’ufficio per poi diffonderli a mezzo stampa. Questo è quello che un maresciallo dei Carabinieri, insieme ad un giornalista, hanno cercato di fare ma sono stati intercettati e fermati. Avrebbero cercato di divulgare, proprio attraverso dei giornali, dei documenti ancora coperto da segreto investigativo circa le indagini sulla cattura del boss Messina Denaro.
I militari dell’arma di Palermo e Trapani, supportati dai loro colleghi di Milano, proprio nella città di Milano ed in quella di Trapani, hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari per altrettante persone, nei confronti di un maresciallo dei Carabinieri in servizio presso un comando Compagnia in provincia di Trapani e di un noto giornalista milanese.
Gli arresti domiciliari sono stati disposti dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia. I reati dei quali i due sono accusati sono quelli di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, aggravato dalla funzione di pubblico ufficiale, nonché quello di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e, anche, quello di ricettazione.
Stando alla ricostruzione portata avanti, il maresciallo, che era in servizio presso il NOR di Mazara del Vallo, introducendosi illegalmente nel sistema informatico dell’Arma dei Carabinieri ha copiato ed estratto ben 786 file ancora del tutto riservati e coperti da segreto investigativo, circa la cattura del boss Messina Denaro, e li ha consegnati al suo complice.
È stato proprio il complice del maresciallo a contattare, poi, il paparazzo Fabrizio Corona cercandogli di vendere questi documenti top secret. È stato poi, su indicazione dello stesso Corona, che il complice del maresciallo si è rivolto al direttore del quotidiano online “Mow”, proponendogli l’acquisto del materiale scottante.
Per questo motivo, nell’ambito delle indagini, anche l’abitazione dello stesso Corona è stata perquisita dai Carabinieri e, ora, anche il fotografo risulta indagato per ricettazione e sono state le intercettazioni disposte a carico di Corona a dare input all’inchiesta.
Una situazione molto particolare quella che i militari dell’Arma si sono trovati davanti e, per questo motivo, su ordine del Gip, si è dato avvio alle ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari e, nell’ambito dell’inchiesta, anche alla perquisizione di casa di Corona, accusato a sua volta di ricettazione.
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