Alle 11, Giorgia Meloni ha fatto il suo discorso, durato oltre un’ora, alla Camera per ottenere la fiducia per il suo governo, che è stata votata a partire dalle 19:30 da 235 deputati, 154 voti contrari e 5 astenuti.
Tanti i temi discussi dalla premier nel suo discorso, dal Pnrr ai diritti civili, passando per la lotta alle mafie, il nuovo patto fiscale. Domani, invece, la fiducia da parte del Senato della Repubblica, in cui parlerà anche Silvio Berlusconi.
ORE 11:03 – È iniziata la seduta alla Camera dei deputati. A introdurre la premier è il presidente, Lorenzo Fontana.
ORE 11:04 – Giorgia Meloni, affiancata dai vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, inizia il suo discorso per ottenere la fiducia dei deputati. “Io sono intervenuta molte volte in quest’aula, da deputato, ministro eppure la solennità è tale che non sono mai riuscita a farlo senza emozione e rispetto“, ha iniziato la prima presidentessa del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana.
Stessa emozione e solennità, dice, che “vale oggi che mi rivolgo a voi per chiedervi la fiducia in un governo da me guidato“. “È una grande responsabilità per chi quella fiducia deve esprimerla o negarla. Sono i momenti fondamentali della nostra democrazia a cui non dobbiamo assuefarci. E quindi voglio ringraziarvi per chi si esprimerà, qualsiasi scelta farà”.
La leader di Fratelli d’Italia, poi, fa un ringraziamento al capo dello Stato, Sergio Mattarella, “che nel dare seguito all’indicazione espressa dagli italiani non mi ha fatto mancare i suoi preziosi consigli“. Poi un grazie anche al suo partito, alla Lega, a Forza Italia, a Noi Moderati e a tutti i leader: “A un centrodestra che dopo essersi affermato alle elezioni ha dato vita a questo governo in uno dei lassi di tempo più brevi della storia repubblicana. E credo che questo sia il segno tangibile di una coalizione che riesce a superare le diversità in nome di un interesse più alto“.
Una celerità, dice, che è un fatto naturale per “la condizione in cui si trova l’Italia” che “non consente di titubare o di perdere tempo“. Meloni non dimentica neanche di ringraziare Mario Draghi, il suo predecessore, “che tanto a livello internazionale, quanto a livello nazionale ha offerto tutta la sua disponibilità perché vi fosse un passaggio di consegne veloce e sereno con il nuovo governo anche se quel governo, per ironia della sorte, era guidato dall’unica forza di opposizione“, ma è normale, afferma ancora, nelle grandi democrazie.
“Tra i tanti pesi che sento gravare in questi giorni, non può non esserci quello di essere la prima donna a capo di questa Nazione. Quando ci penso, capisco la responsabilità di rappresentare tutte le donne che devono affermare il loro talento o vedere apprezzati i loro sacrifici quotidiani“, e poi enumera tutte le donne che “con riverenza hanno costruito con le assi del loro esempio la scala che oggi consente a me di salire e rompere il pesante tetto di cristallo che sta sulle nostre teste. Donne che hanno osato per impeto, per ragione, per amore“. Le parole della premier vengono accompagnate da dei lunghi applausi della Camera.
Il suo ringraziamento “più sentito“, dice, “va ovviamente al popolo italiano“, soprattutto a chi ha deciso di votare. “Ma guardo con rammarico ai cittadini che reputano sempre più spesso inutile il loro voto che dicono: ‘Tanto poi decide qualcun altro, nei palazzi della politica o nei circoli esclusivi’. E purtroppo negli ultimi anni era stato così. Con esecutivi drammaticamente distanti dalla volontà degli elettori. Oggi interrompiamo questa grande anomalia italiana, dando vita a un esecutivo pienamente rappresentativo dalla volontà rappresentata dall’espressione popolare“. L’idea è quella di dare a tutti gli italiani “un futuro di maggiore libertà, giustizia e sicurezza. E se per farlo dovremo scontentare alcuni potentati o fare scelte che potrebbero non essere comprese da alcuni cittadini, non ci tireremo indietro“.
La numero uno di FdI parla del programma della coalizione che, sa bene, “ad alcuni osservatori e all’opposizione non piaceranno molte delle nostre proposte, ma non intendo assecondare quella deriva secondo la quale la democrazia appartiene ad alcuni più che ad altri. E che un esito elettorale sgradito non vada accettato e ne vada anzi impedita la realizzazione con qualsiasi mezzo“. Poi il riferimento alla Francia e alle ministre francesi che avevano detto, nei giorni scorsi, di “voler vigilare sul nuovo governo. Direi che possono spendere meglio il loro tempo. In quest’aula ci sono valide e battagliere forze d’opposizione più che capaci di far sentire la loro voce senza alcun soccorso esterno“. La premier spera che “quelle forze convengano” che la mancanza di rispetto sia per tutto il popolo italiano “che non ha lezioni da prendere“.
Poi la collocazione dell’Italia, che “è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze: è stato fondatore dell’Unione europea, dell’alleanza atlantica, parte del G7 e culla insieme alla Grecia della civiltà occidentale e del suo sistema di valori, libertà, uguaglianza e democrazia“, così come le radici “classiche e giudaico-cristiane“.
Meloni, a tal proposito, ringrazia anche i vertici delle istituzioni europee aggiungendo che non le è sfuggita “la curiosità per la postura che il governo terrà verso le istituzioni europee perché è lì che l’Italia farà sentire forte la sua voce, come si richiede a una nazione fondatrice. Non per frenare o sabotare l’integrazione europea, ma per indirizzarla verso una maggiore efficacia nella risposta alle crisi e alle minacce esterne e verso un approccio più vicino ai cittadini e alle imprese”
Ciò che vuole è rispettare le regole, ma anche offrire “il suo contributo per cambiare quelle che non hanno funzionato, a partire dal dibattito in corso sulla riforma del patto di stabilità e crescita“, perché l’Italia deve andare avanti a testa alta, “con spirito costruttivo ma senza subalternità o complessi di inferiorità, come troppo spesso è accaduto durante i governi della sinistra, coniugando l’affermazione del nostro interesse nazionale con la consapevolezza di un destino comune europeo. E occidentale“.
La presidentessa del Consiglio spiega ancora che il Pnrr “è un’opportunità straordinaria di ammodernare l’Italia: abbiamo tutti il dovere di sfruttarla al meglio“, ma non deve essere inteso solo come “un grande piano di spesa pubblica, ma come l’opportunità di compiere una vera svolta culturale“. Non più bonus ma investimenti di medio termine, e la rimozione di “tutti gli ostacoli che frenano la crescita economica e che da troppo tempo ci siamo rassegnati a considerare mali endemici dell’Italia“.
“Basti pensare che la Nota di aggiornamento al Def 2022 ha ridotto la spesa pubblica attivata dal Pnrr a 15 miliardi rispetto ai 29,4 miliardi previsti nel Def dell’aprile scorso“, dice precisando, come anche in campagna elettorale, che verranno concordati con la Commissione europea “gli aggiustamenti necessari per ottimizzare la spesa“.
Non ci aspetta, però, un momento felice, perché “le previsioni macroeconomiche per il 2023 indicano un marcato rallentamento dell’economia italiana, europea e mondiale, in un clima per di più di assoluta incertezza“. Ma non si tratta “purtroppo di una congiuntura isolata“, anche se “negli ultimi vent’anni l’Italia è cresciuta complessivamente del 4%, mentre Francia e Germania di più del 20%. Non a caso dieci anni durante i quali si sono succeduti governi deboli, eterogenei, senza un chiaro mandato popolare, incapaci di risolvere le carenze strutturali di cui soffrono l’Italia e la sua economia e di porre le basi per una crescita sostenuta e duratura“.
Scommettere sul nostro Paese grazie a quello che farà il nuovo governo “potrebbe essere non solo un investimento sicuro, ma forse perfino un affare“. “Io sono pronta a fare quello che va fatto, a costo di non essere compresa, a costo persino di non essere rieletta, per essere certo di aver reso con il mio e il nostro lavoro il futuro di questa Nazione più agevole“.
Non sarà semplice, ovvio, perché, come già detto, “siamo nel pieno di una tempesta, con un’imbarcazione che ha subito diversi danni, e gli italiani hanno affidato a noi il compito di condurre la nave in porto in questa difficilissima traversata“. D’altronde, spiega, erano consapevoli delle sfide che si sarebbe dovute affrontare ma “sappiamo che la nostra imbarcazione, l’Italia, con tutte le sue ammaccature, rimane ‘la nave più bella mondo’, per riprendere la celebre espressione usata dalla portaerei americana Independence quando incrociò la nave scuola italiana Amerigo Vespucci. Una imbarcazione solida, alla quale nessuna meta è preclusa, se solo decide di riprendere il viaggio“.
Innanzitutto, si inizierà a livello nazionale rafforzando “le misure a sostegno di famiglie e imprese”, quindi su bollette e carburanti in maniera tale che si possa arginare il caro energia. E sul tema, poi, spiega, come la nostra Nazione, “in particolare il Mezzogiorno, è il paradiso delle rinnovabile, con il suo sole, il vento, il calore della terra, le maree e i fiumi”. Insomma, conclude sull’argomento, “sono convinta che l’Italia, con un po’ di coraggio e di spirito pratico, possa uscire da questa crisi più forte e autonoma di prima“. Meloni poi fa un accenno all’Ucraina in cui dice che “sbaglia chi crede che sia possibile barattare la libertà dell’Ucraina con la nostra libertà. Cedere al ricatto di Putin non risolverebbe il problema”, quindi si proseguirà con le sanzioni per la Russia.
La premier si occupa di enumerare tutte le misure che il governo intende approvare, iniziando dalla “riforma costituzionale in senso presidenziale, che garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità nazionale”. Una riforma, precisa, con cui si vogliono confrontare con tutte le forze politiche presenti in Parlamento: “Ma sia chiaro che non rinunceremo a riformare l’Italia di fronte a opposizione pregiudiziali” perché in quel caso ci si muoverà secondo il mandato che è stato conferito dai cittadini italiani. L’idea è quella di semipresidenzialismo alla francese, ma si rimane aperti anche ad altre soluzioni.
Poi parla anche del Sud, che deve essere visto “come un’occasione di sviluppo per tutta la nazione“, cercando di “colmare un divario infrastrutturale inaccettabile, eliminare le disparità, creare occupazione, garantire la sicurezza sociale e migliorare la qualità della vita“. Ma cita anche il clima e l’emergenza climatica, ponendo l’accendo su quanto successo nelle Marche il 15 e 16 settembre: “Consentitemi, insieme a tutti voi, di rinnovare qui il cordoglio per le vittime e la vicinanza a tutta la comunità: siamo al vostro fianco e non vi abbandoneremo, contate su di noi“.
Sulla transizione digitale, Meloni spiega che si vogliono tutelare le infrastrutture strategiche “assicurando la proprietà pubblica delle reti, sulle quali le aziende potranno offrire servizi in regime di libera concorrenza, a partire da quella delle comunicazioni“. Certo, per raggiungere gli obiettivi “serve una rivoluzione culturale nel rapporto tra Stato e sistema produttivo” e l’esecutivo non metterà i bastoni tra le ruote a chi vuole fare impresa.
Quanto alla questione fiscale, verrà firmato un nuovo patto che partirà dalla riduzione della pressione, con la riforma dell’Irpef “con progressiva introduzione del quoziente familiare ed estensione della tassa piatta per le partite Iva dagli attuali 65 mila euro a 100 mila euro di fatturato“, ma anche l’introduzione di una tassa piatta sull’incremento di reddito. Poi una “tregua fiscale” in maniera tale che imprese e famiglia possano “regolarizzare la propria posizione con il fisco“, e, ancora, una lotta all’evasione che non deve essere una caccia al gettito.
Su lavoro e scuola, la risposta per la premier non deve essere il reddito di cittadinanza, che “per come è stato pensato, ha rappresentato una sconfitta“. La priorità sarà quella di riformare anche il sistema pensionistico “che garantisca anche alle giovani generazioni e chi percepirà l’assegno solo in base al regime contributivo“. Meloni puntualizza anche la scelta di utilizzare la parola merito e spiega che “chi vive in una famiglia agiata abbia una chance in più per recuperare le lacune di un sistema scolastico appiattito al ribasso, mentre gli studenti dotati di minori risorse vengono danneggiati da un insegnamento che non dovesse premia il merito, perché quelle lacune non le colmerà nessun altro“.
Si vuole ovviamente sostenere e tutelare la famiglia, così come la natalità, con un piano che punti a “riscoprire la bellezza della genitorialità” con l’aumento degli importi per l’assegno unico e universale, ma anche l’aiuto alle coppie per ottenere un mutuo per la prima casa, e l’incentivazione al lavoro femminile.
La premier puntualizza, tra l’altro, anche non ha mai “provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso“. “Ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre. I totalitarismi del ‘900 hanno dilaniato l’intera Europa, non solo l’Italia, per più di mezzo secolo, in una successione di orrori che ha investito gran parte degli Stati europei“, dice. Tra i punti più bassi, però, c’è anche la mafia e ribadisce come “la legalità sarà la stella polare dell’azione di governo” considerato anche che la sua azione politica, a 15 anni, sia iniziata proprio all’indomani dell’uccisione di Paolo Borsellino. Il cancro mafioso verrà affrontato “a testa alta, in prima linea, come ci hanno insegnato i tanti eroi che con il loro coraggio hanno dato l’esempio“.
Meloni parla anche del Covid e della gestione della pandemia con l’Italia che “ha adottato le misure più restrittive dell’intero Occidente, arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche“. Tutto questo sarà dimenticato, perché verrà seguito un nuovo modello.
Sull’immigrazione, tema molto caro soprattutto a Salvini, la leader di Fratelli d’Italia, spiega come si debbano “rimuovere le cause che portano i migranti, soprattutto i più giovani, ad abbandonare la propria terra, le proprie radici culturali, la propria famiglia per cercare una vita migliore in Europa“. Il modello che si adotterà sarà quello di Enrico Mattei sull’Africa, perché non si intende “mettere in discussione il diritto d’asilo per chi fugge da guerre e persecuzioni“, quanto “impedire che la selezione di ingresso in Italia la facciano gli scafisti“.
L’ultimo punto, la presidentessa del Consiglio, lo dedica ai diritti citando Montesquieu per cui “la libertà è quel bene che fa godere di ogni altro bene“, a questo proposito, appunto, parla di libertà come “fondamento di una vera società delle opportunità; è la libertà che deve guidare il nostro agire; libertà di essere, di fare, di produrre. Un governo di centrodestra non limiterà mai le libertà esistenti di cittadini e imprese“. E quindi si vedrà che cosa si farà per i diritti civili, l’aborto, capendo “chi mentiva e chi diceva la verità in campagna elettorale su quali fossero le nostre reali intenzioni“.
“Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l’underdog. Lo sfavorito, per semplificare, che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici“, conclude Meloni.
ORE 12:13 – Un lungo applauso, con annessa standing ovation, di due minuti per le parole della premier. La seduta riprenderà alle 13.
ORE 13:30 – È ripresa la seduta, con l’intervento di Riccardo Ricciardi, deputato del MoVimento 5 stelle, che parla dell’importanza del reddito di cittadinanza, di chi ha permesso all’Italia di avere una misura come il Pnrr.
ORE 13:39 – Segue l’intervento di Jacopo Morrone della Lega, che pone l’accento sulla riforma della giustizia.
ORE 13:46 – È il turno di Debora Serracchiani, capogruppo del Partito democratico, che inizia parlando delle donne, ma si sofferma anche su altri temi di cui ha parlato anche Meloni nel suo discorso, come la transizione ecologica, l’importanza del lavoro.
ORE 13:54 – Lorenzo Cesa di Noi Moderati prende la parola spiegando l’importanza della contrarietà a Vladimir Putin e alla guerra in Ucraina voluta dalla Russia. L’onorevole parla anche di come si dovrebbe comportare dalle opposizioni.
ORE 13:58 – Segue l’intervento di Riccardo Magi di +Europa, incentrato sui diritti che non devono somigliare a quelli che vengono proposti da Victor Orban in Ungheria.
ORE 14:02 – Wanda Ferro di Fratelli d’Italia appoggia il discorso della sua leader mettendo l’accento su quanto sia fondamentale avere la prima premier donna della storia d’Italia, ma si concentra anche su tutto il programma che ha enumerato lei.
ORE 14:13 – Ecco l’intervento di Enrico Costa di Azione e Italia Viva che ribadisce che dal terzo polo verranno votati solo i provvedimenti che si riterranno corretti, ma la loro priorità è sulla sanità e sull’istruzione. E anche sui rigassificatori.
ORE 14:19 – È il turno di Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia. Il suo intervento verte su politiche conservatrice e riformiste, a iniziare dal cambiamento della Costituzione in senso presidenziale.
ORE 14:23 – Aboubakar Soumahoro dell’alleanza Sinistra Italiana ed Europa Verde esprime la vicinanza alle minoranze, dagli italiani di pelle scura ai lavoratori.
ORE 14:29 – Segue il discorso di Vannia Gava della Lega che si concentra soprattutto sulla questione energetica per trovare una soluzione tra i confini del nostro Paese. Per la deputata, la crisi climatica non è una sfida ideologica tra destra e sinistra, ma un problema di tutti.
ORE 14:38 – Franco Manes del Gruppo misto-Minoranze linguistiche chiede a Meloni di essere loro garante anche per quanto riguarda il territorio della montagna, in caso così non fosse verrà fatta opposizione.
ORE 14:41 – Il deputato Pino Bicchielli di Noi Moderati spiega in prima persona la sua emozione per il primo intervento in aula, poi mette l’accento sul merito e sulla competenza.
ORE 14:44 – L’intervento di Vittoria Baldino del MoVimento 5 stelle inizia con gli auguri alla premier, ma anche con una precisazione sul fatto che spera che avrà un’opposizione corretta, così come non è stata la sua ma sarà la loro.
ORE 14:50 – Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia ricorda il privilegio che sta vivendo nell’appoggiare il primo governo formato da una donna, che sarà complice del cambiamento a cominciare dalle politiche per il caro bollette.
ORE 14:57 – Dal Pd, frangia Articolo 1, Arturo Scotto arrivano i primi attacchi a un esecutivo di estrema destra con i due vicepremier che vogliono mettere mano alla Guardia costiera o che vogliono mettere loro sottosegretari. Ma parla anche di pace fiscale, diritti dei lavoratori, della pace, del 25 aprile.
ORE 15:03 – Segue l’intervento di Catia Polidori di Forza Italia che rivendica il fatto che questo è il primo governo eletto dal popolo dopo quello di Silvio Berlusconi del 2008.
ORE 15:08 – Giulia Pastorella di Italia Viva e Azione spiega che in molti punti del discorso di stamattina di Meloni si è trovata ad annuire spesso, ma pone comunque degli interrogativi alla premier sul Made in Italy, per esempio, sul ministero della Transizione ecologica, sulle pari opportunità e sui giovani.
ORE 15:12 – È il turno di Stefano Candiani del Carroccio: il suo discorso si apre rammentando che questo è un esecutivo legittimato dal voto popolare, oltre a chiudersi un cerchio in cui tutte le forze politiche sono state a Palazzo Chigi, compresi i tecnici. Si chiede equilibrio e pragmatismo, e riforme improntate al fare, così come attenzione alla sinistra.
ORE 15:19 – Marco Grimaldi dell’alleanza Europa Verde e Sinistra Italiana afferma che si batteranno per i diritti dei cittadini a partire dal salario minimo per arrivare agli stage e all’alternanza scuola lavoro, argomenti di cui la presidentessa del Consiglio non ha parlato nel suo intervento. Ma si dovrà dare importanza anche ai diritti degli omosessuali, alla sanità, alla patrimoniale.
ORE 15:25 – L’onorevole Martina Semenzato di Noi Moderati, al suo primo intervento alla Camera, tradisce l’emozione ma va dritta al punto: l’appoggio incondizionato al governo.
ORE 15:27 – Anche Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia che non è alla prima esperienza nelle istituzioni è emozionato anche per la storia che ha condotto la sua leader a sedersi nello scranno più alto di Palazzo Chigi.
ORE 15:37 – Segue l’intervento di Federico Cafiero de Raho del MoVimento 5 stelle che chiede di salvare le imprese, le famiglie, i poveri.
ORE 15:46 – Giuseppe Mangialavori di Forza Italia pone l’accento sul Sud specialmente nel suo discorso.
ORE 15:50 – Il fascismo e l’antifascismo, invece, sono l’inizio del discorso di Giuseppe Provenzano del Partito democratico, che poi passa a parlare del trattamento riservato alle opposizioni.
ORE 15:58 – È il turno del deputato Giovanni Donzelli sempre di Fratelli d’Italia che parla del traguardo di tutte le donne italiane e appoggia in tutto e per tutto il discorso della premier, alzando anche i toni.
ORE 16:08 – Maria Chiara Gadda di Azione e Italia Viva ripropone gli interventi già fatti dai suoi colleghi del terzo polo ricordando anche che non si devono buttare tutti i provvedimenti che già erano stati messi in piedi dai precedenti governi, non il reddito di cittadinanza però.
ORE 16:15 – Segue l’intervento di Matilde Siracusano di Forza Italia che parla delle sfide che deve affrontare l’esecutivo, anche quello di avvicinare il Nord e il Sud, ma anche la creazione del ponte sullo Stretto.
ORE 16:20 – Il discorso di Francesco Silvestri del MoVimento 5 stelle verte su quanto successo prima del giuramento del governo, con le parole di Meloni rivolte a Berlusconi, ma parla anche del cambiamento nel nome dei vari dicasteri.
ORE 16:26 – Alberto Bagnai della Lega fa i complimenti al discorso di insediamento perché coraggioso e chiaro nel prendere le posizioni.
ORE 16:36 – I rapporti all’estero della premier sono il fulcro dell’intervento di Lia Quartapelle Procopio del Pd: come può, infatti, unire l’incontro con Emmanuel Macron e l’appoggio a Marine Le Pen, che in Francia sono agli antipodi.
ORE 16:43 – Parla il vicepresidente della Camera di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli, che inizia specificando che non si devono prendere lezioni da chi nel corso del tempo ha preso i soldi dai “comunisti”, e poi continua spiegando i successi che ha conseguito Meloni nel suo percorso.
ORE 16:50 – Mauro Del Barba del terzo polo sottolinea alcuni aspetti che nel discorso della premier sono apparsi stonati: quello sull’energia, per esempio; così come stonato è apparso staccare la spina all’esecutivo di Draghi salvo poi sposarne quasi in toto l’agenda iniziando dalla scelta di confermare Roberto Cingolani come advisor per le questioni energetiche.
ORE 16:55 – L’onorevole di Forza Italia Raffaele Nevi si accoda a chi ha fatto le congratulazioni al governo, anche nella scelta di alcuni nuovi nomi per i ministeri come quello dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare.
ORE 17:01 – Pone l’accento sulla demagogia e sulla legge elettorale Bruno Tabacci ora tra le fila del Partito democratico, che consiglia alla premier anche di guardarsi dai membri della coalizione che invece fanno l’occhiolino alla Russia.
ORE 17:08 – È il turno di Nazario Pagano di FI che apprezza il tono della presidentessa, il suo discorso poi si concentra soprattutto sulle riforme fiscali.
ORE 17:16 – Rita Dalla Chiesa, sempre del gruppo di Berlusconi, figlia di Alberto, il generale ucciso da Cosa Nostra nel 1984, si dice commossa dalle parole di Meloni sulla lotta alla mafia.
ORE 17:19 – Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e dà di nuovo la parola alla presidentessa del Consiglio che inizia spiegando come “ogni intervento è prezioso“, sia chi la ha appoggiata e chi no. “Alle opposizioni dico – afferma – che ho sempre ritenuto utili le loro critiche, e questo lo penso anche oggi“. “L’unica cosa è essere giudicata per quello che dico, penso e per quello che avrò fatto” e quindi continua nell’enumerare quelli che sono i punti su cui è stata attaccata.
Come il Pnrr, che sono risorse che prendiamo a debito, ma che non significa che non sia intoccabile, ma “non è sbagliato porsi il problema di come spendere i soldi“, di certo una cosa che farà il nuovo governo è quello di presentare i documenti molto prima di quanto non hanno fatto i predecessori. Sul reddito di cittadinanza chiarisce che non ha mai considerato colpevoli i percettori, ma si deve migliorare la condizione di chi lo prende aiutandolo a diventare benestante “e questo si fa con il lavoro“.
Poi si rivolge direttamente all’onorevole Serracchiani, che l’ha accusata di volere le donne un passo dietro agli uomini: “Le sembra che io stia un passo dietro agli uomini?“, chiede. E poi: “Io stamattina ho parlato di lavoro, di welfare, di una società che non costringa a scegliere tra lavoro e maternità“. E quanto alla famiglia, in particolare, ritiene una sfida aiutarla: “Io considero una sconfitta che una donna debba rinunciare a lavorare per avere un bambino, ma considero altresì una sconfitta che una debba rinunciare ad aver un bambino per lavorare“.
Meloni interviene anche sulla polemica sull’articolo scelto per definirsi – il anziché la: “Io non ho mai pensato che la grandezza delle nostre battaglie si misuri nel farsi chiamare ‘capotrena’, ho pensato che fossero ben altri i temi su cui occorreva battersi. Ma sono punti di vista“.
La premier puntualizza anche sulla lotta alla mafia, parlando di colpire “i proventi delle attività illecite“, togliendo ai clan le risorse e i beni. “Spero che anche sul carcere ostativo ci si voglia dare una mano. Non è un tema di retorica quello della lotta a mafie ma va affrontato con temi concreti“.
La premier si rivolge anche all’onorevole Soumahoro e spiega come l’uguaglianza e il merito “non sono uno avversario dell’altro, sono uno fratello dell’altro“. L’idea è quella che tutti debbano partire dalla stessa linea di partenza, in maniera che tutti possano arrivare ovunque, che questo “sia la base per combattere una società nella quale il tuo destino è segnato dalla famiglia di provenienza o dalle amicizie che hai” ma si deve basare sul valore.
Risponde anche agli attacchi sulla sua vicinanza a Orban, al sovranismo, che non comanda in Europa, precisa: “L’atteggiamento della Germania di queste settimane come lo chiamiamo?“. “La mia scelta è sempre e solo difendere l’interesse italiano, non farò mai la cheerleader di nessuno“. E sulla tassa piatta spiega che non è in contrasto con la Costituzione, anche perché già prevista in molti casi.
Per aborto e diritti civili crede di essere creduta, perché lei non guarda i follower, “ma se io dico che una cosa non lo voglio fare banalmente non la farò e se dico che una cosa la farò, allora verrà fatta“, e non accetta neanche il racconto “un tantino forzato nel tentativo disperato di costruire l’immagine del mostro“, e quindi non ci sarà nessuna giravolta, perché non sono persone abituate a farle, le giravolte. Piuttosto: “Non condivido e non accetto il tentativo di dare una legittimazione” in quanto a darla sono i cittadini non gli altri partiti.
Infine, un apprezzamento per il dibattito di oggi, che è stato corretto, come lo è sempre stata lei che sì accetta “di essere criticata, ma che io non sia sincera, credo che questo non si possa davvero sostenere per la storia di FdI e di quanto fatto finora“.
ORE 17:53 – Un altro lungo applauso poi si passa alle dichiarazioni di voto.
ORE 17:54 – Renate Gebhard, gruppo misto minoranze linguistiche *ASTENUTI*
ORE 17:57 – Benedetto Della Vedova, +Europa *NO VOTO DI FIDUCIA*
ORE 18:01 – Maurizio Lupi, Noi Moderati *Sì VOTO DI FIDUCIA*
ORE 18:07 – Luana Zanella, Alleanza Europa Verde e Sinistra Italiana *NO VOTO DI FIDUCIA*
ORE 18:15 – Matteo Richetti, Azione e Italia Viva *NO VOTO DI FIDUCIA*
ORE 18:25 – Alessandro Cattaneo, Forza Italia *Sì VOTO DI FIDUCIA*
ORE 18:36 – Giuseppe Conte, MoVimento 5 stelle *NO VOTO DI FIDUCIA*
ORE 18:50 – Riccardo Molinari, Lega *Sì VOTO DI FIDUCIA*
ORE 19:03 – Enrico Letta, Partito democratico *NO VOTO DI FIDUCIA*
ORE 19:16 – Tommaso Foti, Fratelli d’Italia *Sì VOTO DI FIDUCIA*
ORE 19:29 – Francesco Gallo, Sud che chiama il Nord *ASTENUTI*
ORE 19:30 – Michela Vittoria Brambilla, Misto *Sì VOTO DI FIDUCIA*
ORE 19:32 – Giulio Tremonti, Fratelli d’Italia *Sì VOTO DI FIDUCIA*
ORE 19:33 – Si vota la mozione di fiducia.
ORE 20:36 – Hanno votato la fiducia al governo Meloni 235 deputati, 154 sono stati i voti contrari e cinque deputati si sono astenuti.
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