Come tutti gli anni, anche oggi 22 aprile si celebra la Giornata mondiale della Terra.
Questa è una celebrazione che fa l’ONU dopo un mese e un giorno dall’equinozio di primavera.
Nel 2022 si è registrata una media della temperatura globale pari a 1,15 gradi sopra la media del 1850-1900. Inoltre dal 2015 al 2022 è stata osservata una delle temperature più alte da quando si è iniziato ad utilizzare la strumentazione per tale rilevazione, ossia dal 1850. È questo ciò che è stato condiviso attraverso il rapporto annuale dell’Organizzazione meteorologico mondiale il quale è stato reso pubblico durante la giornata di ieri 21 aprile.
E’ stata l’ONU a scegliere la data del 22 aprile come giorno per festeggiare il nostro pianeta, una data che cade un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera. Questa è l’occasione perfetta per volgere lo sguardo sulla salute del nostro pianeta, sottolineando quanto sia importante preservare le risorse naturali della Terra e dando vita a numerose discussioni inerenti alle politiche ambientali.
I dati che sono stati resi noti proprio ieri, descrivono, in maniera dettagliata, come è cambiato il clima insieme all’ambiente. All’interno del report dell’Omm si vanno ad affrontare anche le espressioni inerenti al cambiamento climatico in cui non si analizza soltanto la situazione dei ghiacciai e del livello del mare ma anche le temperature insolite che provocano un’insicurezza alimentare. Si tratta di una situazione che si presenta soprattutto nelle aree più povere del pianeta. Sono stati presi sotto analisi anche quegli eventi estremi ossia pioggia torrenziali insieme ad alluvioni a cui fanno seguito periodi di siccità molto lunghi.
Il 2022, per l’Europa, è stato uno degli anni più secchi, un dato che può essere confermato confrontando tutte le informazioni rilevate dal 1850. Un’affermazione convalidata anche dal rapporto che ogni anno completa Copernicus, ossia il servizio Ue di osservazione della terra “European State of climate 2022”.
Una situazione che non ha risparmiato nemmeno l’Italia. Infatti, a questo riguardo, circa 40 comuni nella provincia di Novara hanno già iniziato a razionare l’acqua proprio in vista della stagione più calda dell’anno. Attraverso il grafico del dossier del clima che ha composto il Sole 24 Ore, si è parlato a lungo anche degli accumuli nevosi nel nostro stato. Si tratta di un dato molto importante per la siccità, una rilevazione che la fondazione Cima si impegna a raccogliere. Si tratta di un documento che può essere consultato per tutte le regioni e per l’intero Arco alpino. Infatti, per il 2023, è presente ancora un deficit del 60% nonostante le ultime nevicate, un dato molto più basso se si fa il confronto con la media dell’ultimo decennio.
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