Il governo è intenzionato a utilizzare tutti gli spazi di manovra necessari per contrastare l’emergenza Coronavirus ed è pronto, con un nuovo stanziamento da 40 miliardi, a dare ossigeno alle imprese e a sperimentare nuove strade per aiutare i giovani, tra i più duramente colpiti dalla crisi.
Dopo un consiglio dei ministri non privo di tensioni, il governo Draghi ha dato il via libera al Documento di Economia e Finanza accompagnato dalla maxi-richiesta di deficit.
I 40 miliardi serviranno a finanziare il nuovo decreto tutto orientato a favore di imprese e partite Iva, dopo i sostegni anche di famiglie e lavoratori dipendenti.
La linea guida del governo “è la crescita” ha detto il premier Draghi ai suoi ministri, confermando anche l’intenzione di mantenere “una visione espansiva per le imprese e per l’economia”.
Inoltre il premier e il ministro dell’Economia Daniele Franco hanno proposto un quadro macroeconomico che punta a raggiungere ritmi di crescita “mai sperimentati nell’ultimo decennio”.
Nel 2021 la stima del Pil passa dal 6% a un più moderato 4,5%, contando sul progressivo allentamento delle misure a partire dall’estate. Se però i vaccini dovessero rivelarsi inefficaci contro le varianti, le previsioni quasi si dimezzano, a +2,7%.
A spingere il Pil oltre il 4,1% tendenziale sarà sia il doppio scostamento (con il prossimo decreto che vale un +0,6% di qui alla seconda metà del 2022), sia l’avvio del Recovery Plan, escluse le riforme.
Lo sforzo espansivo, però, farà salire il deficit dal 9,5% all’11,8% e il debito sfiorerà il 160% (159,8%), un vero e proprio record dal primo dopoguerra. Anche la disoccupazione salirà di ben tre decimali nel 2021, arrivando al 9,6%, per poi ripiegare a partire dall’anno prossimo.
A spingere l’economia nei prossimi anni sarà soprattutto il Piano di ripresa e resilienza, uno “shock positivo senza precedenti nella storia recente”, come lo ha definito il ministro dell’Economia.
Le risorse complessivamente a disposizione salgono a 237 miliardi tra Rrf, ReactEu e il nuovo Fondo complementare “decennale” e finanziato in deficit (ogni anno circa 6 miliardi) per un totale di circa 30 miliardi, che raccoglierà i progetti validi ma esclusi dal Recovery. .
Ma il nuovo scostamento, che le Camere approveranno la prossima settimana, servirà per più di metà (oltre 20 miliardi), per i sostegni a partite Iva e imprese per i quali, scrive ancora il ministro Franco, sarà privilegiata “la celerità”.
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