Un tunnel ciclopedonale alla stazione centrale di Amsterdam: l’ultima innovazione sul piano della mobilità sostenibile arriva direttamente dall’Olanda, Paese che non è affatto nuovo alle idee rivoluzionarie in questo settore. Pensando appositamente a cittadini e ciclisti, limitando in questo modo il traffico congestionato intorno alla stazione, è stato dunque inaugurato lo scorso 21 dicembre questo avveniristico tunnel, per metà pista ciclabile realizzata con un asfalto fonoassorbente, e per l’altra comodo marciapiede, il tutto perfettamente integrato con l’antica stazione edificata nel 1880.
Il tunnel è lungo 110 metri, largo dieci e alto tre, e consente una comoda via d’accesso ben collegata con treni, bus e traghetti: ecco un esempio di piano di mobilità cittadina che sarebbe doveroso replicare anche nelle nostre città, che scontano ancora un certo ritardo tanto nel collegamento di infrastrutture diverse, quanto soprattutto nel ripensare ad un diverso e più ecologico modo di intendere il trasporto pubblico cittadino. Tornando al tunnel olandese, l’apertura del percorso dedicato è stata rimandata fino a quando non è stata chiusa l’uscita al traffico automobilistico, deviato altrove proprio per fare spazio a coloro che si spostano con mezzi alternativi rispetto ai veicoli a motore: un ulteriore segnale della particolare sensibilità mostrata dai governanti locali sul tema.
Oggi che il passaggio ciclopedonale è aperto ai cittadini e ai turisti, possiamo ammirare anche il suo design essenziale ma esteticamente appagante, garantito dai disegni su maioliche che si possono vedere attraversando il tunnel, sia passeggiando che pedalando, che rappresentano una flotta di imbarcazioni del Settecento mentre navigano in un mare in tempesta. Non che non siano mancate polemiche e divisioni nell’opinione pubblica durante la realizzazione dell’opera, poiché già esistevano due piste ciclabili intorno alla stazione, ma a lavori ultimati gli olandesi possono dirsi orgogliosi di un tunnel così funzionale e ben organizzato, che prevede anche la presenza di steward in caso di sovraffolamento degli spazi condivisi al di fuori del passaggio, oltre che dissuasori di velocità e una segnaletica chiara per suddividere gli spazi tra ciclisti e pedoni, impedendo spiacevoli incidenti. Ci permettiamo di chiudere invitando gli enti locali nostrani a seguire il modello di Amsterdam: ad esempio a Napoli, nella metro dell’arte che tanto ha colpito l’opinione pubblica internazionale, sarebbe bello se nell’avveniristica stazione creata da Alvaro Siza presso Piazza Municipio, che unirà il porto con la metropolitana e l’accesso ai bus, riuscissero a creare un sottopassaggio del genere proprio come ad Amsterdam. Sarebbe un bel segnale che anche in Italia si possono fare certe cose, senza provare costantemente quello spiacevole sentimento di invidia verso le realtà estere.
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