Un 24enne sardo ex detenuto minorile si vantava sui social di essere latitante, paragonandosi a Riina. Arrestato ad Olbia.
Si vantava sui social, in particolare su Facebook, di essere un latitante. Si paragonava a Totò Riina e derideva le Forze dell’ordine. Ma la latitanza è durata ben poco, per questo 24enne sardo, proprio a causa della sua sfrontatezza. I Carabinieri lo hanno arrestato ad Olbia, dove girava liberamente.
È stata proprio la sfrontata ostentazione della sua latitanza a far cadere questo 24enne sardo, reduce da una condanna quando aveva 17 anni.
L’uomo ha sulle spalle una condanna a 4 anni e 9 mesi, guadagnata a giugno 2016 dopo aver seviziato un compagno di cella con un bastone quando si trovava nel carcere minorile di Quartacciu. Il giovane aveva poi creato confusione dando fuoco ai mobili della cella, dopodiché aveva tentato di fuggire.
L’allora 17enne si trovava in carcere per aver commesso reati contro il patrimonio, ma subito dopo la seconda condanna era sparito. Da lì, ha girato a piede libero per tutta la Sardegna, irreperibile ma comunque presente sui social.
Ed è proprio sui social che si faceva vanto della sua latitanza, sbeffeggiando le Forze dell’ordine e paragonandosi a Totò Riina. I Carabinieri della Compagnia di Ozieri hanno indagato sulla vicenda giungendo ad Olbia, dove hanno trovato il 24enne a passeggiare in centro. Lì, l’uomo è stato arrestato e, dopo essere stato portato in caserma, è stato condotto in carcere.
Una notizia del genere richiama a quello che è un problema sempre più diffuso in Italia, e non solo al Sud. Parliamo della criminalità minorile, fenomeno su cui ultimamente si è gettata luce anche attraverso serie tv molto note.
In Sardegna, nel napoletano e al Sud in generale quella dei giovani criminali è una realtà triste e nota, la quale tuttavia non esclude il Nord Italia. Secondo i dati disponibili, in Sardegna si registra un aumento preoccupante di reati commessi da minori, con un coinvolgimento sempre più frequente in attività criminali quali furti, rapine e spaccio di droga.
Allo stesso modo, anche nelle regioni settentrionali del Paese si assiste a una diffusione delle baby gang, gruppi di giovani delinquenziali che commettono reati organizzati, come estorsioni, vandalismi e aggressioni.
Si tratta di un fenomeno preoccupante che coinvolge i giovani e ha pertanto conseguenze significative sulla società. I minori coinvolti in attività criminali possono commettere una vasta gamma di reati, tra cui furti, aggressioni, spaccio di droga e rapine.
Le ragioni alla base della criminalità minorile sono complesse e variano da caso a caso, ma spesso sono legate a fattori socio-economici, familiari e di non-integrazione sociale. Molti giovani coinvolti nella criminalità provengono da famiglie disfunzionali o in situazioni di povertà, con accesso limitato all’istruzione e a opportunità di lavoro.
La mancanza di modelli positivi e l’influenza dei coetanei possono spingere i giovani verso una vita criminale.
Questi fenomeni richiedono un’attenzione particolare da parte delle Istituzioni e della società nel loro insieme, al fine di contrastare efficacemente la criminalità minorile e offrire opportunità di rieducazione e inclusione ai giovani coinvolti.
È fondamentale affrontare la criminalità minorile attraverso politiche di prevenzione e intervento efficaci, come programmi di reinserimento sociale, formazione professionale, sostegno familiare e accesso a servizi sociali.
Inoltre, è importante investire nella creazione di comunità più sicure, promuovendo la partecipazione dei giovani in attività culturali, sportive ed educative. La prevenzione e la riabilitazione dei giovani delinquenti sono strategie chiave per ridurre la criminalità minorile e offrire ai giovani opportunità di crescita positive.
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