A vederle, quelle olive così verdi, veniva voglia di mangiarle. Invece erano ricoperte di coloranti e quindi tossiche. Ben 85 tonnellate di olive da tavola sono state sequestrate dal corpo forestale dello Stato nel corso di una vasta operazione contro le frodi alimentari. I prodotti non erano rintracciabili da etichettature, erano già scaduti o si trovavano in pessimo stato di conservazione. Diciannove imprenditori sono stati denunciati con l’accusa di commercio di sostanze alimentari nocive, produzione di alimenti con aggiunta di additivi chimici non autorizzati dalla legge, vendita di alimenti non genuini e pericolosi. Quasi tutti i presunti responsabili della frode lavorano in Puglia, ma due denunce sono state effettuate anche a Latina.
Sono stati effettuati diversi campionamenti nelle aziende e nei punti vendita dove erano stati destinati i prodotti alterati. I presunti responsabili dovranno rispondere di impiego fraudolento di additivi non consentiti, vendita di alimenti non genuini come genuini, detenzione per il commercio, in modo doloso, di sostanze destinate all’alimentazione pericolose per la salute pubblica. Sono state inoltre elevate sanzioni amministrative per un importo di diverse migliaia di euro.
Gli agenti del Nucleo Agroalimentare del Comando Provinciale di Latina hanno scoperto l’uso massiccio (in quantità di 70 mg/kg) – illegale e vietato – del solfato di rame direttamente versato sulle olive, con funzione di colorante e stabilizzante. Una pratica certamente rischiosa per la salute umana, dal momento che nell’organismo il solfato di rame è bio-accumulabile, e ciò significa che si deposita all’interno degli organi e può creare problemi gravi, perché, come tutti i metalli, non è facilmente smaltibile.
I controlli dei Forestali hanno svelato il trucco usato dai produttori per mascherare i difetti delle olive, rendendole più appetibili: le coloravano con il solfato di rame, sostanza alimentare classificata dall’Unione Europea come colorante E141. In questo modo riuscivano a lasciare sul mercato olive dell’annata precedente ormai scolorite, che senza quel genuino tocco di vernice nessuno avrebbe acquistato. Procedimento vietato dalla legge in quanto il solfato di rame è una sostanza tossica. Se ingerita in grandi quantità può provocare nausea, diarrea, mal di testa e lesioni agli organi vitali.
Gli inquirenti hanno spiegato che “durante la lavorazione delle olive il loro color verde tende a sfumare verso il giallo e questo fa emergere le macchie e i difetti delle stesse olive. L’ingannevole l’utilizzo della clorofilla ramata E141 e del solfato di rame, con la conseguente colorazione verde brillante delle olive, ha il fine di mascherare tali difetti di qualità”.
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