[didascalia fornitore=”ansa”]Al centro: Mahmud Abbas (Abu Mazen)[/didascalia]
L’Olocausto è frutto di alcuni “comportamenti sociali” tenuti dagli ebrei, come “l’usura, le banche e cose del genere”. La frase, riportata dai media internazionali, è attribuita al presidente palestinese Abu Mazen e ha già scatenato un’ondata di indignazione e polemiche non soltanto in Medioriente, da molti che hanno definito tale affermazione di stampo antisemita. Lo scorso lunedì sera il leader palestinese, in un discorso al Consiglio nazionale palestinese, ha suggerito che alla base dell’ostilità verso gli ebrei in Europa c’erano i rapporti degli ebrei con le banche e con la gestione del denaro.
Le parole del presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas) durante il Consiglio palestinese tenuto a Ramallah e trasmesso in diretta tv sono state queste: “Dall’undicesimo secolo fino all’olocausto in Germania, gli ebrei in Europa sono stati sottoposti a un massacro ogni 10 o 15 anni”.
Ma perché è successo? Secondo il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen “l’ostilità contro gli ebrei e quindi la Shoah, non è dovuta alla loro religione, quanto piuttosto alla loro funzione sociale legata alle banche e agli interessi economici”.
“Vi porterò tre ebrei, con tre libri, che dicono che l’odio verso gli ebrei non è causato della loro identità religiosa, ma dalle loro funzioni sociali. E’ un problema differente. Quindi la ‘questione ebraica’, che era diffusa in tutta Europa, non era diretta contro la loro religione, ma le loro mansioni sociali, legate all’usura, all’attività bancaria e simili”.
Abu Mazen ha poi negato che esista una relazione fra gli ebrei e la terra di Israele, definendo lo Stato ebraico un “prodotto coloniale” britannico. Trattando anche dell’Ebraismo e delle origini di Israele l’ha definita una storia scritta da “scrittori ebrei sionisti”.
Il presidente palestinese, secondo la Bbc, ha anche negato che gli ebrei di ceppo askenazita, quello diffuso in Europa orientale e Germania, siano semiti: gli Askenazi, ha detto “non hanno alcun rapporto con i popoli semiti”.
Fra i primi a commentare le parole del leader palestinese c’è stato il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, che ha detto che Abu Mazen è “antisemita e patetico”.
Oltre a Netanyahu, anche il vicepremier israeliano Michael Oren in un tweet ha detto di Abu Mazen. “Quello sì che è un partner per la pace!” mentre il ministero degli esteri israeliano ha accusato Abu Mazen di alimentare “l’odio religioso e nazionalista contro il popolo ebraico e Israele”.
Il ceo di Anti Defamation League (Adl), Jonathan Greenblatt, che svolge una campagna contro l’antisemitismo nel mondo, ha definito le dichiarazioni del leader palestinese come “asserzioni antistoriche e pseudo-accademiche”.
Anche negli Stati Uniti è scoppiata la polemica. David Friedman, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, ha detto che il leader dell’Anp ha raggiunto un “nuovo minimo” mentre l’inviato del presidente Donald Trump, Jason Greenblatt, ha affermato che “la pace non può essere costruita su questo tipo di fondamenta”.
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