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La fitopatologa Lucietta Betti, ex docente al Dipartimento di scienze agrarie dell’Università di Bologna, con il quale ancora oggi collabora, che allo studio dell’omeopatia nei modelli vegetali ha dedicato circa 20 anni della sua attività di ricercatrice, applaude alla revisione da parte dell’Istituto superiore di sanità della letteratura scientifica e delle evidenze disponibili in materia di omeopatia, perché, sottolinea l’esperta, è ora di dire basta a demonizzazioni e prese in giro.
La revisione “può essere una cosa estremamente interessante se verrà fatta con i dovuti criteri, visto che ci sono tante pubblicazioni scientifiche che dimostrano” che l’omeopatia è efficace, nonostante le dichiarazioni di chi è avverso a questo metodo di cura.
E’ così che la ricercatrice commenta la notizia del sostegno offerto dalla Fnomceo alle società scientifiche di omeopatia nel chiedere all’Iss l’apertura di un Tavolo di confronto per la revisione della letteratura scientifica e delle evidenze disponibili in omeopatia.
Secondo l’esperta, dunque, la revisione “dovrà essere fatta con obiettività, adottando criteri scientifici, concordati fra le diverse parti, che siano reali e non prevenuti, perché – spiega – abbiamo constatato che molte revisioni sull’omeopatia non sono state fatte in maniera scientificamente corretta”.
Betti saluta poi con favore anche il coinvolgimento degli omeopati da parte della Fnomceo nel percorso che porterà verso gli Stati generali del 2019, così come l’esortazione della Federazione nazionale degli Ordini dei medici a riportare i toni del dibattito intorno all’omeopatia “nell’ambito di un confronto sereno e non degenerino in una ‘guerra di opinioni'”.
E conclude: “Questo richiamo è estremamente positivo perché in questa discussione bisogna tornare a toni moderati e corretti. Le ricerche condotte in ambito omeopatico devono essere considerate con il loro giusto peso scientifico senza fenomeni di demonizzazione o di presa in giro. Vanno valutate da una giusta commissione e poi se ne trarranno le conclusioni”.
In collaborazione con AdnKronos