La piccola Maria Geusa morì nell’aprile del 2004, per mano dell’uomo ci cui pare si fosse invaghita la madre, Tiziana Deserto. Giorgio Giorni, che era il datore di lavoro del padre della bambina, è stato definitivamente condannato all’ergastolo.
Tiziana Deserto, che si è sempre proclamata innocente, era accusata di concorso in omicidio e violenza sessuale. Alla donna erano stati inflitti 18 anni di carcere, 3 dei quali le sono stati condonati.
La piccola Maria morì in seguito a ripetute violenze, anche sessuali, quando aveva appena due anni e 7 mesi.
Arrivò all’ospedale di Città di Castello in condizioni disperate e dopo 24 ore in coma, il 6 aprile del 2004, la piccola Maria Geusa, una bimba di appena 31 mesi, morì per le conseguenze delle gravi violenze subite.
La piccola portava su di sé i segni degli abusi sessuali che era stata costretta a subire qualche ora prima. Per la sua morte fu incriminato il datore di lavoro del padre, Giorgio Giorni.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la madre della bambina, Tiziana Deserto, gli aveva affidato la figlia perché si era invaghita di lui e con l’imprenditore sognava di costruirsi una nuova vita.
L’uomo avrebbe dovuto accompagnarla all’asilo, ma quello che accadde in quelle drammatiche ore fu inimmaginabile.
Giorgio Giorni è stato condannato in via definitiva all’ergastolo. La madre, accusata di concorso in omicidio e violenza sessuale, è stata condannata a 18 anni di carcere, tre dei quali le sono stati condonati.
Dopo aver scontato la sua pena, la madre della piccola Maria Geusa è tornata in libertà.
Tiziana Deserto, che ha sempre negato ogni addebito, ha scontato gli ultimi mesi agli arresti domiciliari in una comunità.
Sembra che la donna si fosse innamorata di Giorni, tanto da affidargli la bambina. La Deserto però ha sempre riferito di non sapere nulla delle violenze inflitte alla piccola Maria, se non quando l’aveva ricoverata in ospedale.
“Sono libera, finalmente. Se sono felice? Sì, per aver riconquistato la libertà, ma penso sempre alla mia piccola Maria”
ha raccontato la donna a La Nazione dopo la sua rimessa in libertà.
Tra qualche giorno Tiziana Deserto andrà in un’altra comunità a Brindisi. Un posto da cui ripartire, sperando di crearsi una nuova vita.
Il sogno è quello di lavorare come commessa in un negozio di abbigliamento o di scarpe, portando sempre “la piccola Maria nel cuore”, come ha spiegato al quotidiano.
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