Nessuna ammissione da parte di Shabbar Abbas, il padre di Saman, che questa mattina è stato ascoltato dal giudice in Pakistan, dopo essere stato arrestato qualche giorno fa con l’accusa di aver frodato un suo connazionale, sottraendogli 20mila euro.
L’uomo avrebbe detto che la figlia è ancora viva, mentre in Italia, nelle campagne di Novellara, in un casolare diroccato, si scava per recuperare quello che invece si pensa sia proprio il corpo della ragazza scomparsa lo scorso anno, uccisa dai suoi stessi familiari, per aver rifiutato un matrimonio combinato con un cugino in Pakistan.
Non ha ammesso nessuna responsabilità, al cospetto del giudice che questa mattina lo ha ascoltato in merito alla scomparsa di sua figlia, Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa il 30 aprile dello scorso anno da Novellara – Reggio Emilia – dove viveva con i genitori e il fratello minore. Shabbar Abbas è stato arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di frode – avrebbe sottratto a un suo connazionale circa 20mila euro – e questa mattina è comparso al cospetto del giudice per riferire riguardo alla scomparsa di sua figlia.
L’uomo non ha ammesso nessuna implicazione nella scomparsa della figlia, anzi ha riferito al giudice che Saman è viva.
“Mia figlia è viva”
poche parole, quelle pronunciate da Shabbar, che ha quindi negato sia ogni coinvolgimento nella drammatica scomparsa della ragazza, sia quello che ormai è evidente da mesi agli inquirenti, e cioè che la 18enne sia stata uccisa per aver rifiutato un matrimonio combinato con un cugino residente in Pakistan.
Secondo gli inquirenti, i familiari di Saman – genitori compresi – avrebbero organizzato e messo in atto il suo delitto, perché non approvavano il suo desiderio di libertà e la sua ribellione a quanto qualcun altro deciso per lei.
Mentre Shabbar Abbas nega di aver ucciso sua figlia e di averne organizzato l’omicidio, in Italia si continua a scavare per recuperare quello che resta di Saman, seppellito a due metri di profondità. Lo scorso venerdì, lo zio della ragazza, Danish Hasnain, detenuto da mesi nel carcere di Reggio Emilia, ha condotto i carabinieri nel luogo in cui sarebbe stato occultato il cadavere della nipote.
Le operazioni di recupero non sono semplici e dureranno ancora qualche giorno, per evitare che possano ulteriormente deteriorarsi. Da quel che è emerso, la ragazza sarebbe stata soffocata, proprio dallo zio Danish, dopo che i suoi genitori l’hanno consegnata nelle mani del suo aguzzino. All’omicidio avrebbero partecipato anche altri due cugini di Saman, entrambi arrestati nei mesi scorsi con l’accusa di omicidio e detenuti a Reggio Emilia.
Nelle scorse ore è emersa un’altra importante testimonianza, da parte del fratello minore della ragazza, che ha raccontato gli ultimi istanti di vita di Saman.
“Urlava, le hanno tappato la bocca”
ha riferito il bambino, che si trova ora in una struttura protetta, lontano dai suoi familiari.
Intanto proseguono le ricerche della madre di Saman, Nazia Shaheen, che risulta ancora irreperibile dal primo maggio dello scorso anno.
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