Il delirio nazivegano colpisce anche il povero Emanuele Morganti, il ragazzo ucciso di botte ad Alatri fuori da un locale. La colpa del ventenne, secondo coloro che equiparano l’omicidio di un essere umano a quello di un animale, sarebbe stata quella di essere appassionato di caccia e pesce. Reato imperdonabile per certi nazivegani (che vanno distinti dai vegani, sia chiaro), talmente grave che la sua morte è la giusta punizione.
CHI ERA EMANUELE MORGANTI
A fare indignare gli estremisti vegan una foto che ritrae Emanuele Morganti con in braccio un enorme pesce catturato. Una ragazza, probabilmente favorevole all’introduzione nel codice penale del reato di “pescicidio”, ha commentato così: «Emanuele è stato ucciso. Il pesce anche». Perché evidentemente la vita dell’animale valeva esattamente come quella di un ragazzo pestato a morte dal branco.
Ma questo commento, riportato dalla pagina Facebook satirica “Anche i vegani muoiono”, non è niente in confronto a quello ancor più delirante e inquietante apparso sulla bacheca di una ragazza nazivegana: «Uno di meno. E non conta niente se gli hanno fatto la pelle. Lui la pelle l’ha fatta a tanti altri, e la ruota gira». Capito, voi assassini che magari state per pranzare con una bella spaghettata con le vongole?
E così i nazivegani colpiscono ancora. Non era bastata Daniela Martani, l’ex concorrente del Grande Fratello, che su Facebook aveva spiegato che se il terremoto aveva distrutto Amatrice era perché quel paesino aveva inventato l’amatriciana: «Il sisma di Amatrice? È il karma».