I giudici della Terza sezione della Corte di Assise d’Appello di Napoli hanno confermato la condanna all’ergastolo per Raimondo Caputo, detto Titò, ritenuto colpevole delle violenze sessuali e dell’omicidio di Fortuna Loffredo, la bimba che viveva nel Parco Verde di Caivano, che la mattina del 24 giugno del 2014 fu buttata giù dal terrazzato condominiale dell’isolato 3 delle palazzine popolari Iacp. Contemporaneamente l’uomo è stato giudicato colpevole e condannato a 14 anni per gli abusi commessi sulle figlie della sua ex convivente, Marianna Fabozzi, alla quale è stata confermata la pena a dieci anni di carcere per non aver impedito a Titò di abusare delle su figlie.
Marianna Fabozzi, che era già sottoposta ai domiciliari, non era presente in aula.
L’ex compagna di Caputo è indagata dalla Procura di Napoli per omicidio di primo grado, ossia dovrà rispondere anche di un’altra morte, quella del figlio Antonio Giglio, morto a soli 4 anni il 27 aprile 2013 in circostanze simili a quelle di Fortuna: il piccolo precipità dalla finestra della casa dei nonni materni, al settimo piano della stessa palazzina da cui fu lanciata la bimba.
[didascalia fornitore=”ansa”]Marianna Fabozzi in un fermo immagine tratto dalla trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ in onda sui RaiTre[/didascalia]
Per i giudici fu dunque Caputo a lanciare dal balcone la piccola Fortuna che si era ribellata agli abusi. A sostegno dell’accusa le dichiarazioni della figlie di Fabozzi e le intercettazioni ambientali.
Alla lettura della sentenza Raimondo Caputo è apparso con il capo chino, ha ascoltato in silenzio e poi ha sussurrato all’avvocato: ”Quel che ho fatto l’ho detto (il riferimento è alle violenze compiute sulle figlie della convivente, ndr), ma a Chicca – così veniva chiamata Fortuna – non l’ho uccisa e nemmeno sfiorata mai”.
Il processo di primo grado
Alla fine del primo grado del processo a carico di Raimondo Caputo, lo scorso 7 luglio 2017, per lui i giudici avevano stabilito una condanna all’ergastolo e un anno di isolamento diurno. Titò era stato giudicato colpevole l’omicidio di Fortuna Loffredo, detta Chicca, uccisa a soli sei anni, gettata dall’ottavo piano di un palazzo nel Parco Verde di Caivano (Napoli), diventato tristemente noto come il “parco degli orrori”.
Oltre al massimo della pena per l’uomo, il tribunale aveva deciso dieci anni anche a Mariana Fabozzi, l’ex compagna dell’uomo, per non aver impedito gli abusi su Fortuna e due delle sue tre figlie.
Alla lettura della sentenza di primo grado la mamma di Fortuna, Imma Guardato è scoppiata in lacrime : “Certo, giustizia è fatta. Io però ho avuto la condanna peggiore“, ha detto la donna.
[didascalia fornitore=”ansa”]Le lacrime della mamma di Fortuna alla lettura della sentenza[/didascalia]